Kaavad, Kaavadiya Bhats .. English synopsis in honour of Nina Sabnani

 

 

Nina has been studying Kaavad for years. She wrote articles, shot and edited films

and published a beautiful book on this subject I love.

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That is why I prepared for her a synthesis of a few memories about what this love of mine

led me to do when I was in Rajasthan about 45 years ago.

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Kaavar, Kaavad, Kaavariya Bhats .. e in Rajasthan son già mille e tre.

In teoria non c’è differenza tra teoria e pratica. Ma in pratica c’è.

Kavadia-bhat-1

 

L’ho scritto decenni fa, lo rivivo verissimo oggi.

 

Mi ha appassionato e molto divertito l’articolo sul volumetto “Lo spazio dell’India” (Centro di Cultura Italia-Asia dicembre 2013) che Aleksandra Szyszko Turek dedica (pagg.139-151) ai “kavar” (per me “kavad”) del Rajasthan. Leggendolo ho rivissuto giorni di avventurose ricerche e di studi appassionati.

 

 

Circa 44 anni fa io ho dedicato due viaggi in India e settimane di ricerche nel Rajasthan proprio alla ricerca dei “kavad” e dei loro cantastorie. Allora mi occupavo di cinema e il kavad è proprio un cinematografo itinerante con tanti film incorporati, ciascuno su misura per un diverso pubblico. E c’è un solo ideatore e regista ed attore che crea la storia, la mette in scena, ne fa la regia e il protagonista ed anche il produttore perché incassa in moneta e in natura. Per leggere il seguito clicca qui sopra »

Et si omnes ego non.

 

Scendendo verso i Faraglioni, sul cancello di una villa a Capri trovi questa frase :

Villa Capri

Mi ha colpito la prima volta che l’ho vista tanti anni fa e da allora mi è sempre rimasta impressa.

“Anche se tutti, io no.”

Questa frase la sento mia, come se qualcuno avesse pensato e poi scritto per me

qualcosa che io da sempre sento profondamente prima ancora di saperlo e di dirlo.

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Shaen prende lucciole per lanterne. Con Pasolini e Didi-Huberman

Shaen grande

 

 

 

Vedo per caso sull’ultima pagina del Bollettino dell’amico Roberto questo vecchietto che sprizza una contagiosa allegria.
Me ne innamoro appena scopro che la sua felicità nasce dal fatto che ha raccolto nel grande leggerissimo sacco
(come faccio a sapere che l’enorme sacco è leggerissimo ? ma è evidente prima ancora di sapere che cosa contiene :
è evidente per il fatto che il vecchietto lo regge con una sola mano e se ne sta allegramente in bilico su un piede solo,
mentre solleva agilmente l’altra gamba e con la sola mano sinistra tiene spalancato un grande libro )

piede sollevato

… ha raccolto nel grande leggerissimo sacco una tale quantità di lucciole che stanotte – pur non potendosi  permettere, poverissimo come è,
l’olio per tenere accesa una lampada – stanotte potrà però alla luce delle lucciole continuare a leggere lo splendido volume che lui,
poverissimo come è, è riuscito a procurarsi e a cui dedicherà tutta una notte che già pregusta, allegrissimo come è, tra le più belle della sua vita.

 

 

L’allegrissimo vecchietto si chiama Shaen (Henri L. Joly n.819).

 

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挂件 坠子:中国人总是先行者

不想太纠结是先有鸡还是先有蛋,我只想说一说蛋。也许是因为鸡有些过于生动,生动到有些飞扬跋扈。而蛋,相对而言显得更谦虚,很直接。就算归根结底还是出自鸡的双臀之间。

 

疯狂,爱情和最后青蛙跳进古老池塘中所激起的扑通一声,这三者之间的诙谐曲,就像我所将起的题头一样,有些跑调。

 

 

 

对于收藏的疯狂

 

 

 

我一直坚信在一个收藏家的体内,一定有有一根血管,支撑着他并不病态的疯狂。

 

我想收集的行为,并不是为了拥有,而是为了没有得到时那日思夜想带来的快感。因为对于某些东西的缺失感,正是幸福中不可能或缺的一部分。对于我来说,一个令人心旷神怡的收藏家应该像史蒂文-怀特口中的那样“我拥有史上最大的贝壳收藏室,它就在世界各地的海滩上展出。”为了同样的疯狂,我决定写一写这中国的古老的挂件。

primo Guajian

C'est la vie

 

在意大利没人知道挂件为何物,更没有人去研究它们,甚至没有一个古玩店出售它们。然而挂件就像贝壳一样,散落世界各地。

 

不过收藏家们只收集那些日本的“根付”。但就像在很多其他领域一样,中国又一次以始祖的身份出现。

 

可没有人这么说,就算是中国人。 Per leggere il seguito clicca qui sopra »

GUAJIAN: 挂件 CHUITZU o ZHUIZI: 坠子 o Toggle ?

“Guajian : il Netsuke nasce in Cina”.

Questo mio articolo sugli antenati cinesi dei netsuke, i “guajian” ha fatto nascere una bizzarra querelle terminologica tra Cina (senza cinesi coinvolti, però),
Stati Uniti e Italia. Ha evocato fantasmi del Ventennio, del Manifesto della Cucina Futurista e persino delle ultime frange del neo-colonialismo linguistico.

Per fortuna però mi ha anche riportato alla memoria il profumo dell’erba di infantili imitazioni del mitico trio rossonero “Gre-No-Li”.

 

Io chiamo gli oggetti “gua jian” o anche “chui tzu”.


guajian neretto

 

                                                     

 secondo

Daniel Tretiak che vive a Pechino ed è il più grande commerciante al mondo di questi oggetti
(vedi il suo sito >www.trocadero.com/tretslbj/<) mi dice che no: devo chiamarli “Chinese toggles”.

Margaret Duda che è la più grande studiosa di questi oggetti, intitola il suo favoloso volume :
“Traditional Chinese Toggles”.

 

La cosa mi da fastidio ed ecco perché : Continua a leggere, per favore.