Devo ad Arbasino * un piccolo episodio che racchiude in una battuta l’elegante malinconia di un’epoca e l’affettuosa perfidia di un genio.
Parigi, 1954. E’ la prima europea dell’ultima opera di Darius Milhaud, musicista famoso che ha dedicato gli ultimi anni di vita alla creazione di “David”.
E’ un’opera mastodontica : richiede grandi masse corali e orchestrali, un numero esagerato di solisti di canto per dar vita a ben 49 diversi personaggi, in cinque atti per oltre 4 ore di ascolto.
Alla fine del primo atto, Francis Poulenc, anche lui musicista famoso, si alza dalla sua poltrona, va al guardaroba e poi – già con su il paltò –
saluta l’autore e con un sorriso impercettibilmente sorpreso, gli chiede : “Vous restez ?”.
*Corriere della Sera di domenica 19 agosto 2012, pagina 31
Di nota in nota. La celebre soprano Geraldine Farrer,
molto vicina per anni a Toscanini,
durante una prova chiamò il maestro : “Arturo”.
Toscanini sbottò : “Arturo in camera; qui maestro !”
Il piccolo grandissimo uomo Arturo Toscanini è di gran moda (leggo sul Corriere della Sera di oggi, 8 luglio) negli Stati Uniti.
Copio fedelmente due sue battute che trovo, come quasi tutto di lui, geniali.
A proposito del secondo atto di “Tristano e Isotta” sulla lunga notte dei due innamorati : “ Se fossero stati italiani, avrebbero già fatto sette figli”.
Toscanini era abituato a dirigere senza spartito. Una volta gli fecero notare che aveva davanti a lui un foglio con delle note.
Rispose : “E’ lo spartito del prossimo concerto”.
Un maestro, anche di ironia.
Un prezioso libriccino “ Il veleno nella penna” (Mondadori 1995) mi offre l’occasione di citare alcune straordinarie frasi,
spesso di raffinatissima perfidia, sul tema della musica. Genialmente crudeli,
proprio come il “Vous restez ?” di Poulenc a Milhaud qui sopra.
Parsifal è quel genere di opera che comincia alle sei.
Dopo tre ore di ascolto guardi l’orologio : segna le sei e venti.
David Randolph
W.S.Gilbert a una signora che gli chiedeva : Bach compone ancora ?
No, signora, si decompone.
Vero gentiluomo è chi sa suonare la cornamusa, ma non la suona.
Anonimo
Troppi pezzi musicali finiscono troppo tempo dopo la fine.
Igor Stravinsky
Benjamin Britten a proposito della “Carriera di un libertino” di Igor Stravinsky :
Mi è piaciuta molto quest’opera. A parte la musica.
Adorabilmente perfido Beethoven ad un compositore
che gli aveva proposto una sua creazione :
Mi piace la sua opera. Credo che la metterò in musica.
Chiesero a Rossini : Chi è il più grande musicista della storia ?
Risponde Rossini : Bach.
Ribattono : Ma allora, Mozart ?
Risponde Rossini : Mozart è la musica.
Sempre dedicato a Mozart, Karl Barth : «Forse gli angeli, quando rendono lode a Dio, cantano Bach.
Ma sono sicuro che quando si trovano tra loro suonano Mozart».
Tra questi vertici di geniale perfidia non può mancare la risposta che diede il Mahatma Gandhi
alla folla vociante e tumultuosa di giornalisti e fotografi
che si accalcava addosso all’ometto scuro e mingherlino appena sbarcato in Inghilterra.
“ … e cosa ne pensa della civiltà occidentale ?”
Gandhi, dopo aver ascoltato gentilmente la domanda, sembra prendersi un attimo di pausa,
come per soppesare una eventualità per lui inattesa.
Ma il gazzettiere ripete la sua domanda convinto che l’avvocatorucolo indigeno
non abbia compreso la domanda posta in una lingua per lui ostica, l’inglese :
“ … e cosa ne pensa della civiltà occidentale ?”
Gandhi con un ineffabile sorriso adesso sa cosa rispondere
in perfetto inglese :
“Penso .. “ disse Gandhi. “Penso che sarebbe un’ottima idea.”
Veleno in Musica
Altre perfide, ciniche, infallibili rasoiate a proposito di musica, musicisti e cantanti
che pillucco dal delizioso libriccino “Il veleno nella penna” a cura di Anna Luisa Zaso, Oscar Mondadori 1995.
1
Richard Baker di Roger Daltrey dei ‘Who’
Aveva una faccia da identikit.
2
Gioacchino Rossini
Wagner : un compositore che ha momenti splendidi, ma quarti d’ora terribili.
3
Ralph Novak
La voce di Yoko Ono faceva pensare a un’aquila che venga castrata.
A proposito di animali, geniale anche questa immagine di Alfred Hitchcock :
Sembra che l’inventore della cornamusa sia stato ispirato dalla vista di un tale
che portava sotto il braccio un maiale furibondo e asmatico.
Purtroppo il suono creato dall’uomo non ha mai raggiunto la purezza di suono ottenuta dal maiale.
Un’aquila castrata e un maiale asmatico : zoo al veleno.
8
Oscar Wilde
Preferisco la musica di Wagner a qualsiasi altra. E’ così forte
che si può parlare per tutto il tempo senza che la gente senta che cosa si dice.
9
sir Edward Appleton
Non mi importa in quale lingua viene cantata un’opera,
purché sia una lingua che non capisco.
Stravince ancora una volta la perfidia di Beethoven,
pari ma non superiore a quella di Poulenc già con su il paltò :
10
Ludwig van Beethoven ad un incauto compositore che gli aveva proposto un suo spartito :
Mi piace la sua opera. Credo che la metterò in musica.
“Wagner : quel genere di musica che inizia alle sei.
Dopo tre ore di ascolto guardi l’orologio : sono le sei e venti”.
Mitico Toscanini,
Compie 85 anni. Al pranzo di compleanno qualcuno gli regala un orologio di ultimissima tecnologia.
Lo carichi a mano una volta e lui funziona per 50 anni.
Toscanini ringrazia, ammira l’orologio che gli hanno donato per i suoi 85 anni, poi dice :
“E pensare che quando lo caricherò la prossima volta, voi sarete tutti morti”.
Aveva ragione : lui non è mai morto.
Copio da un ritaglio trovato per caso : “Il loggione della Scala a un tenore che ha appena terminato “Un dì se ben rammèntomi” del Rigoletto, chiede il bis. Il tenore lo concede. E il loggione di nuovo : “Bis ! bis !”.
Ancora e ancora. Alla fine il tenore commosso, dice : “Grazie, grazie ! Ma quante volte ve la devo ricantare ?”.
E dal loggione : “ Fin a quand te l’è minga imparada !”.
Toscanini e la Callas
Toscanini only heard Maria Callas sing at the beginning of her career and was not especially impressed.
Still, he would have applauded her didactic response to a hapless student who made a hash of a passage from Il Trovatore
and defended her transgression by explaining that the passage was a “cry of despair.”
“It’s not a cry of despair,” came the withering reply of Maria Callas. “It’s a B-flat.”
Metà degli anni Ottanta. Il direttore d’orchestra Giuseppe Patanè provava a Roma l’Eroica di Beethoven con un’orchestra inglese.
Non l’avevano mai visto. Ricordo dietro la britannica imperturbabilità professionale un’espressione di disprezzo.
Il disprezzo aumentò quando il Maestro, senza partitura né leggio, eseguì l’intera Sinfonia non fermandosi nemmeno una volta.
Italiano fannullone, si leggeva nelle loro facce. Dopo l’ultimo accordo, immaginavano di essere messi in libertà.
Patanè fece uno di quei sorrisi napoletani che gli erano proprî: “And now, we begin the work!”.
Incominciò, a memoria, a richiamare ogni singolo errore o di tutti o di ogni singolo strumento.
Citava a memoria il numero di pagina, il numero di battuta, la lettera indicante la sezione.
Ma non della partitura del direttore: delle singole parti di ogni strumento: che hanno una numerazione diversa.
La prova successiva andò malissimo: erano paralizzati dal terrore.
Disse loro: “Adesso basta provare, ci vediamo domani sera al concerto.”
Fu un’Eroica come ne ho ascoltate poche. (Paolo Isotta su “Il Fatto Quotidiano” del 19.5.2019)
Non si può giudicare il Lohengrin di Wagner
dopo un primo ascolto,
ed io non intendo certo ascoltarlo una seconda volta.
(Gioacchino Rossini)
Leonard Bernstein, Karl Böhm e Karajan stanno discutendo su chi sia il più grande tra i direttori d’orchestra
e Bernstein a un certo punto dice «Dio mi è apparso e ha detto che sono io».
Böhm scuote la testa: «Impossibile, è apparso anche a me e ha detto che sono io!».
A quel punto interviene Karajan: «Strano, non mi pare di aver mai detto niente del genere».
Sempre Toscanini.
A proposito di un Tizio il grande maestro disse :
“Ha avuto due figli: uno intelligente e uno tenore”.
Sublime esempio di elegante sprezzatura sul Corriere della Sera del 7 Dicembre 2007
dopo un trionfale “Tristano” alla Scala :
giornalista :
Come riesce a dirigere cinque ore di fila senza partitura sul leggio ?
Daniel Baremboim :
“E’ semplice : io non so leggere la musica, mi limito a seguire l’orchestra”.