Complimenti ! Bellissimo ed originalissimo !
Mi chiedo chi siano i veri VIP
L’ho già trasmesso a Carmine, mio fratello.
A presto, venexian!
Bernardicchio.
Stamparlo e appenderlo fuori dai tuoi negozi ?
Ah ah ah (LOL).
Puoi farne quello che vuoi, Luca.
Però occhio ! la gente di teatro è piuttosto vendicativa.
Giovanna è oggi ancora più bella. Io invece sono franco più che mai,
ma forse non più così bellino.
La terrificante ipotesi di essere visto da 50.000 passanti al giorno
mi fa sentire quasi arrivato al mitico :
In the future everyone will be world-famous for 15 minutes.
E sul fatto che 12 anni non passano senza lasciare tracce,
mi consola sempre Andy Wahrol :
Carissimi
quando si sta bene con se stessi, si sta bene da ogni parte… figuriamoci a Venezia !!!!
Cmq: voi non siete “Bellino” , siete Bellissimi !!!!!
Un abbraccione
m
Ciao Franco,
grazie per il consiglio, trovo molto divertente la pagina con i due articoli appaiati;
purtroppo descrivi la Venezia di 12 e più anni fa ……..
i bacari adesso sono diventati cari come i ristoranti ed anche se parli in dialetto ti servono i caparosoli al bacio……..
Alberto
purtroppo, e me ne dispiace molto, condivido di più il pensiero della Fracci che non il tuo..
Sono tornata stanotte da Vienna e posso dire che lì veramente si respira un’altra aria !
Ogni giorno vedevamo uscire dai tanti teatri un numero altissimo di persone di qualsiasi ceto…
in una settimana sono riuscita ad andare ben due volte all’ Opera dove ho assistito e partecipato ad un tifo “da stadio” da parte del pubblico..
se non avevi la possibilità di entrare a teatro, un megaschermo all’esterno ti proiettava lo spettacolo !!
Scrisse di Venezia Indro Montanelli sul Corriere della Sera negli anni Sessanta.
Ricevette una querela da parte degli Amministratori veneziani.
Montanelli confessò ai Lettori :
“Allora feci atto di rinunzia a Venezia e giurai a me stesso di non occuparmene mai più, convinto com’ero, e come sono,
che una città si può salvare solo a condizione che i suoi abitanti vogliano salvarla.
I veneziani di oggi vogliono salvare solo la propria bottega. Quando la decadenza di una città, che fu potenza mondiale,
entra anche nella spina dorsale degli uomini non c’è più nulla da fare”.
Aggiunge oggi, sempre sul Corriere della Sera, Beppe Severgnini : “ Diciamo che non è vero.
Diciamo che qualcosa ancora possiamo fare per salvare la città ferita e la reputazione macchiata.
Ma dobbiamo fare in fretta. Il mondo vuole sapere (cosa, quando, quanto, come).
E ha ragione. Venezia è dei galantuomini, non di Galan e dei suoi uomini”.
Beh, io non ho bottega, non sono nato a Venezia, non so nemmeno se sono un galantuomo,
ma mi considero veneziano. Ho scritto però, e lo trovi qui sotto cliccando su ‘older entries’ : “Et si omnes ego non”.
E’ bello pensare, è bello dire e soprattutto è bello comportarsi così.
Però può anche capitarci di tentare e non riuscire.
Giunge prezioso allora il suggerimento che ci regala Arrigo Cipriani,
un vero galantuomo veneziano, nel suo ultimo libro :
“Stupdt o l’arte di rialzarsi da terra.” (Feltrinelli 2014) :
“Il paradiso non è di là, ma di qua. E’ qui, con noi, nella vita,
che non è una cosa seria, ma è la vita.
Cerchiamo di sorridere di noi, di tutto e a tutti i costi.
Così sarà molto più facile rialzarci da terra”.
Troppo bella per non citarla :
“Credo che Venezia sia stata inventata da un pazzo
e io avrei voluto essere quel pazzo”.
Lo ha detto Erasmo da Rotterdam che agli inizi del ’500 trascorse qui un periodo,
complice dell’attività tipografica di Aldo Manuzio.
Lo dico io che, non avendola inventata, ma scoperta sì quasi un secolo fa,
mi ritrovo ogni giorno ad amarla da pazzo.
posso stamparlo e appenderlo fuori dai miei negozi?
Complimenti ! Bellissimo ed originalissimo !
Mi chiedo chi siano i veri VIP
L’ho già trasmesso a Carmine, mio fratello.
A presto, venexian!
Bernardicchio.
Stamparlo e appenderlo fuori dai tuoi negozi ?
Ah ah ah (LOL).
Puoi farne quello che vuoi, Luca.
Però occhio ! la gente di teatro è piuttosto vendicativa.
Giovanna è oggi ancora più bella. Io invece sono franco più che mai,
ma forse non più così bellino.
Infatti non lo avrei fatto.
Ma la provocazione è….direi…sublime.
Che palle il conformismo del pensiero. Tutte queste menti che lavorano all’unisono senza sapere il perché.
In qualche modo lo vorrei usare. Magari più discreto che mettervi alla berlina di 50.000 passanti al giorno…
La terrificante ipotesi di essere visto da 50.000 passanti al giorno
mi fa sentire quasi arrivato al mitico :
In the future everyone will be world-famous for 15 minutes.
E sul fatto che 12 anni non passano senza lasciare tracce,
mi consola sempre Andy Wahrol :
I’ve never met a person I couldn’t call a beauty.
Carissimi
quando si sta bene con se stessi, si sta bene da ogni parte… figuriamoci a Venezia !!!!
Cmq: voi non siete “Bellino” , siete Bellissimi !!!!!
Un abbraccione
m
Ciao Franco,
grazie per il consiglio, trovo molto divertente la pagina con i due articoli appaiati;
purtroppo descrivi la Venezia di 12 e più anni fa ……..
i bacari adesso sono diventati cari come i ristoranti ed anche se parli in dialetto ti servono i caparosoli al bacio……..
Alberto
Caro Franco,
purtroppo, e me ne dispiace molto, condivido di più il pensiero della Fracci che non il tuo..
Sono tornata stanotte da Vienna e posso dire che lì veramente si respira un’altra aria !
Ogni giorno vedevamo uscire dai tanti teatri un numero altissimo di persone di qualsiasi ceto…
in una settimana sono riuscita ad andare ben due volte all’ Opera dove ho assistito e partecipato ad un tifo “da stadio” da parte del pubblico..
se non avevi la possibilità di entrare a teatro, un megaschermo all’esterno ti proiettava lo spettacolo !!
M.
Scrisse di Venezia Indro Montanelli sul Corriere della Sera negli anni Sessanta.
Ricevette una querela da parte degli Amministratori veneziani.
Montanelli confessò ai Lettori :
“Allora feci atto di rinunzia a Venezia e giurai a me stesso di non occuparmene mai più, convinto com’ero, e come sono,
che una città si può salvare solo a condizione che i suoi abitanti vogliano salvarla.
I veneziani di oggi vogliono salvare solo la propria bottega. Quando la decadenza di una città, che fu potenza mondiale,
entra anche nella spina dorsale degli uomini non c’è più nulla da fare”.
Aggiunge oggi, sempre sul Corriere della Sera, Beppe Severgnini : “ Diciamo che non è vero.
Diciamo che qualcosa ancora possiamo fare per salvare la città ferita e la reputazione macchiata.
Ma dobbiamo fare in fretta. Il mondo vuole sapere (cosa, quando, quanto, come).
E ha ragione. Venezia è dei galantuomini, non di Galan e dei suoi uomini”.
Beh, io non ho bottega, non sono nato a Venezia, non so nemmeno se sono un galantuomo,
ma mi considero veneziano. Ho scritto però, e lo trovi qui sotto cliccando su ‘older entries’ : “Et si omnes ego non”.
E’ bello pensare, è bello dire e soprattutto è bello comportarsi così.
Però può anche capitarci di tentare e non riuscire.
Giunge prezioso allora il suggerimento che ci regala Arrigo Cipriani,
un vero galantuomo veneziano, nel suo ultimo libro :
“Stupdt o l’arte di rialzarsi da terra.” (Feltrinelli 2014) :
“Il paradiso non è di là, ma di qua. E’ qui, con noi, nella vita,
che non è una cosa seria, ma è la vita.
Cerchiamo di sorridere di noi, di tutto e a tutti i costi.
Così sarà molto più facile rialzarci da terra”.
Troppo bella per non citarla :
“Credo che Venezia sia stata inventata da un pazzo
e io avrei voluto essere quel pazzo”.
Lo ha detto Erasmo da Rotterdam che agli inizi del ’500 trascorse qui un periodo,
complice dell’attività tipografica di Aldo Manuzio.
Lo dico io che, non avendola inventata, ma scoperta sì quasi un secolo fa,
mi ritrovo ogni giorno ad amarla da pazzo.