Mai vendere un mobile antico senza prima controllare cassetti, fondi, sottofondi e doppi fondi.
Un antiquario francese compra un cassettone veneziano e ci trova dentro un tesoro, dimenticato forse da secoli.
Antichissimi occhiali da sole, i primi mai creati e di cui esistono pochi esemplari in tutto il mondo.
I più belli e i più rari di questi occhiali da sole trovati per caso costituiscono la mostra “Occhiali da Doge” allestita a Venezia nella già di suo straordinaria Biblioteca Marciana e visibile purtroppo solo fino al 13 luglio.
Il più prezioso di questi gioielli – gli occhiali da sole di Alvise IV Giovanni Mocenigo,
Doge tra il 1763 e il 1778 – è stato acquistato e riportato a Venezia solo pochi mesi fa.
Nessuno ne immagina il costo. Però è interessante sapere che il più economico dei 32 occhiali da sole esposti non si potrebbe acquistare oggi per meno di 10-15.000 Euro.
Per rasserenarci dopo queste cifre spaventose ecco in mostra delle simpaticissime lenti sfaccettate come un diamante.
Attraverso una di queste lenti tu guardi una moneta e vedi tantissime monete, un vero tesoro! Un modo innocente e giocoso di sentirsi ricchi.
Speriamo che non venga in mente a qualcuno di inserire una di queste lenti, invece degli 80 Euro, nella busta-paga dei prossimi mesi.
Gli antichi occhiali da sole sono veramente scicchissimi. Se ne facessero delle repliche oggi, andrebbero a ruba nel jet set internazionale. Madonna e Lady Gaga per prime.
La bellezza però è un fatto soggettivo. Oggettiva, scientifica invece è la scoperta che meriterebbe ai vetrai veneziani del ‘700 il Nobel per l’ottica o per la fisica.
I vetrai di Murano infatti creavano vetri da sole capaci di proteggere perfettamente dai raggi ultravioletti (UV) e li creavano
circa 50 anni prima che la Scienza scoprisse l’esistenza stessa dei raggi UV e ben 120 anni prima di riconoscerli come dannosi.
I maestri vetrai non sapevano che esistessero i raggi UV.
Non sapevano nemmeno che i raggi UV possono essere così pericolosi, non solo per la vista, ma per la pelle, per la salute di ognuno di noi, i bambini soprattutto.
Gli Scienziati più famosi del mondo non c’erano ancora arrivati.
Invece i maestri vetrai di Murano non soltanto avevano già intuito il problema : avevano già trovato la soluzione !
Una soluzione così geniale e perfetta che ancora oggi – 2014 – al di fuori dei canali ufficiali, si propinano occhiali da sole che non offrono la stessa garanzia di protezione.
Questa straordinaria scoperta scientifica si accompagna in Mostra ad una straordinaria scoperta di costume : i vetri da gondola.
Le dame veneziane aborrivano l’abbronzatura. Una pelle abbronzata – pensavano – dice che tu devi lavorare per vivere, che devi esporti al sole e la pelle si annerisce.
La vera signora non deve lavorare per vivere, quindi non prenderà mai il sole e lo dimostra la sua pelle bianchissima.
Una vera signora farà magari shampoo e frizione con urina per imbiondire i capelli, ma prendere il sole mai !
Perciò, se proprio deve uscire da palazzo, se deve andare in gondola (mai andrebbe a piedi per le calli piene di fango e di resti organici umani e animali)
la dama veneziana protegge la pelle esposta del viso con abbondante fondo tinta e con il suo raffinatissimo “vetro da gondola”, tenuto alto di fronte al viso.
In tutto il mondo sono sopravvissuti solo 9 vetri da gondola. Uno è scomparso ma forse un giorno riapparirà, uno non è stato prestato e gli altri 7 sono tutti esposti a Venezia.
Proprio in questi giorni le spiagge del Litorale sono affollate di persone seminude che vogliono abbronzarsi. E fossero solo le spiagge !
Le fondamenta di Venezia, i pontili che si protendono sul Canal Grande, persino la sacra Piazza (san Marco of course, a Venezia la Piazza è una sola)
sono invase da corpi scollacciati e arroventati, impudicamente stravaccati alla spasmodica ricerca, tra un selfie e l’altro, di una probabile abbronzatura e inevitabile scottatura.
Il mio sogno di fronte a questo inverecondo umano barbecue è quello di veder sfilare gondole silenziose (astenersi “O sole mio”, per favore)
con raffinate fanciulle che mi guardano reggendo graziosamente davanti al viso il loro vetro da gondola.
Per continuare il mio sogno ad occhi aperti, torno oggi stesso al Museo Correr. Dimenticherò gli occhiali da sole del Doge.
Sognerò il viso di chi so io che mi sorride maliziosa con i suoi occhi smeraldo attraverso lo smeraldo del suo vetro da gondola.
Sono senza dubbio gli oggetti più moderni prodotti nel nostro settecento. Di un glamour formidabile.
Sono d’accordo: se qualcuno li producesse oggi (incluse le raffinatissime custodie) vendendoli ad un prezzo folle probabilmente creerebbe uno di quegli oggetti del desiderio che muovono le economie contemporanee.
Caro Franco, sono felice di averti fatto da guida perché comprendo d’aver fornito quelle informazioni che oggi sfuggono anche al più attento dei giornalisti ma che tu hai saputo cogliere. In questo tuo articolo, hai saputo concentrare tutto il fascino della mostra ed il mio amore per questa passione. Ti ringrazio per questo e desidero solo ricordarti che il Museo dell’Occhiale in Pieve di Cadore è la fucina di queste stupende iniziative, e lo scrigno di oggetti inimmaginabili della storia dell’occhiale. Con affetto, Roberto.
Caro Roberto Vascellari,
Lei è un appassionato scienziato collezionista.
Io sono un caso acclarato di rimbambimento senile.
Di senile ho la malinconia e una certa auto-ironia. Di infantile la capacità di meravigliarmi
per le cose più banali e la tendenza a troppo spesso emozionarmi.
Diciamo : rimbambimento senile con frequenti episodi di labilità emotiva.
Poco tempo fa al cinema ho pianto rivedendo Alida Valli/contessa Serpieri stravolta e disfatta dopo aver denunciato il suo amante.
Era “Senso” e mi ha fatto senso perché intorno a me, occhi lucidi, una platea di ragazzotti sghignazzava sconciamente.
E’ chiaro : mi era sfuggito il lato comico della tragedia.
Però piango sempre anche per Tosca che impartisce lezioni di recitazione all’ormai defunto pittore.
Piango soprattutto per Violetta che dice (non canta, dice) :
“E’ strano ! … Cessarono gli spasmi del dolore. In me rinasce .. m’anima insolito vigore … Ah, io ritorno a vivere ! .. O gioia..”
proprio mentre muore.
Piango persino quando i quattro cretinetti di “Così fan tutte” fanno finalmente pace.
Insomma, la diagnosi è confermata : rimbambimento senile. Incurabile, come si dice qui a Venezia.
Il mio scritto qui sopra perciò, caro Roberto, è soltanto un sincero profondo appassionato “Grazie !” a Lei
e non una recensione critica della Sua mostra. Non è una di quelle che pubblicano i cosiddetti giornalisti
con il copia-incolla dal Comunicato-stampa o, se proprio va di lusso, piluccando dal Catalogo della Mostra.
Le mie sono semplici divagazioni : racconto di emozioni che vorrei fossero coinvolgenti e contagiose.
Così da invogliare chi legge ad andare al Correr.
P.S.
Infatti Fiorella, Linda e Fiorenzo, Giovanna e Giancarlo,
Maria Teresa, Paola e Gino e Brigitte, insomma varie persone
sarebbero felici di aggiungersi ai 10.895 visitatori che già hanno ammirato il tuo “Occhiali da Doge”.
Avvisami la prossima volta che presenterai la tua mostra al Correr.
Poi la voce la faccio girare io. “Gnente xe bon par i oci” come una visita alla tua Mostra.
Caro Franco, non mi sento senile ma quello che provi tu a me capita da quando ho la capacità di ricordare ed io la chiamo “sensibilità”. Forse è questa la cosa che ci rende curiosi e pertanto sempre alla ricerca dell’emozione. Se pensi che questa mia possa essere solo un’attenzione nei tuoi confronti allora ti rimando al sito di Venipedia ed in registrata puoi vedere la conferenza dell’inaugurazione della mostra “Occhiali da Doge”….per due volte il pubblico ha cercato di confortarmi con gli applausi perchè l’emozione mi ha creato “un groppo in gola”.
Affettuosamente, Roberto.
Affascinanti paralleli.
I vetrai di Murano creavano vetri da sole in grado di proteggere perfettamente dai raggi ultravioletti
50 anni prima che la Scienza scoprisse l’esistenza stessa dei raggi ultravioletti.
Gli anziani dei Dogon nel sud del Mali conoscevano la stella Sirio B
secoli prima che la Scienza scoprisse l’esistenza stessa di Sirio B.
Sirio B è una stella nana bianca, mai visibile ad occhio nudo e assai difficile da osservare persino con l’aiuto di un telescopio.
Gli anziani dei Dogon, che non avevano certo telescopi, non solo conoscevano Sirio B
ma conoscevano anche le 3 caratteristiche fondamentali di una stella nana bianca : la piccolezza, la pesantezza e il biancore.
Questa inspiegabile conoscenza dei Dogon è comunque oggetto di accanite dispute nel mondo scientifico internazionale.
I vetri da sole di Murano invece hanno la prova scientifica dei più sofisticati strumenti di misurazione attuali :
proteggono i nostri occhi come soltanto i migliori, occhiali da sole oggi disponibili.
Nessuno lo può contestare e tutti li possiamo ammirare, ancora per pochi giorni soltanto,
nella splendida mostra creata da Roberto Vascellari al Museo Correr di Venezia.