“A occhi chiusi”. Anche i sogni hanno un back-stage ?

In quei mesi sognammo un sogno bellissimo.

Un sogno sognato contemporaneamente da decine di persone, di tutte le età, di tutto il mondo.

Un sogno poetico, iridiscente, magico e fragilissimo, come una bolla di sapone.

POF !

Mauro Andreucci è stato il deus ex machina, il Primo Motore non immobile, ma mobilissimo.

E’ stato lui a far nascere il sogno.

Mauro 1

 

Mauro organizzava il “Festival Mondiale dell’Aquilone” e insieme sognammo di creare un film.
La storia nacque da sola, si scrisse quasi da sola e a noi due sembrò bellissima.
Anche a Tonino Guerra sembrò bellissima.

Tonino Guerra best

Ci aiutò a scriverla, ci spinse a realizzare il film.

 

Tutto funzionava. Tutto sembrava andare a posto da solo.

Dove trovare camere d’albergo ad un prezzo ragionevole per quasi mille ospiti provenienti da tutto il mondo ?
Al Lido di Venezia. Ugo Samueli, allora Presidente dell’Associazione Veneziana Albergatori, ci regalò la sua affettuosa assistenza.

ugo Samueli

Cibo e alloggio ad un prezzo più che amichevole : il dono di un vero complice del nostro sogno.

 

Come filmare la danza di un gabbiano che corteggia in volo un aquilone ?

Nessun aereo, nessun elicottero avrebbe mai potuto nemmeno tentare. Ma noi trovammo un genio, creatore e pilota di un velivolo senza pilota :
quelle macchine da presa volanti che oggi, 17 anni dopo, si chiamano ‘droni’ e ci sembrano così straordinari.
Noi il drone lo avevamo per il nostro film prima ancora che inventassero i droni.
Avrebbe volato in cielo e filmato – senza pilota – il gabbiano e l’aquilone, le loro acrobazie, la loro danza d’amore.

 

Sì, ma chi dice al gabbiano cosa deve fare ? Chi fa il regista dell’attore gabbiano ?

In Romagna Mauro pesca un “addestratore di gabbiani”. Con un ragionevole preavviso –
non i 3 anni e i milioni che ha speso Annaud per addestrare dei lupi a fare praticamente niente –
questo san Francesco dei nostri tempi ci mise a disposizione non uno, ma una decina di gabbiani
in grado di volare a comando e compiere splendide acrobazie aeree.

In quegli anni Romano Battaglia aveva raccolto in “Lettere dal domani”

lettere dal domani

frasi di bambini di tutto il mondo. Un piccolo veneziano di 7 anni aveva scritto questa idea meravigliosa che riporto con le sue precise parole :

 

La mia città va un po giu nellacua perché è tuta bucata soto come una palla di goma.
Tuti la tirano un po su ma lei va giu e la gente piange un po.
Se legasero un filo ale sampine dei colombi dela Piazza San Marco
e tuti i fili li legasero a tuti i pinnacchi dei campanili
i colombi potrebero tenerla a gala. Io lo so come si fa a legare il filo alle sampine dei colombi.

 

Con la poetica idea del bambino veneziano noi creammo con la mano dell’artista Franco Giuliano, un bellissimo logo :
Venezia sollevata in volo sul mare da coloratissimi aquiloni

Aquiloni logo 2

Avevamo tutto :  il logo, la busta con gli aquiloni che diventano francobolli :

aquiloni busta best

la carta da lettere, dove l’intero spazio bianco diventava un cielo in festa :

Carta Intestata Venezia A4

Avevamo ideato anche un francobollo unico al mondo per celebrare l’evento. Il francobollo avrebbe avuto una forma inedita : un rombo.
Quindi non un francobollo che rappresenta un aquilone, ma un vero e proprio mini-aquilone adesivo e con valore postale.

 

Avevamo conquistato come mascotte per il Festival quel personaggio mitico che da sempre si sforza invano di far volare un aquilone.
Non ci riesce mai e il suo aquilone finisce inevitabilmente attorcigliato ai rami di un albero.
Un albero così odioso che per l’imbranatissimo bambino l’albero è diventato un “divoratore di aquiloni” (kite-eater).
Ma lui continua imperterrito a riprovarci. Un vero innamorato, mai corrisposto, degli aquiloni.

Charlie metàCharlie disastroCharlie felice

 

 

 

 

 

 

E’ Charlie Brown che a Venezia sarebbe riuscito per la prima volta nella sua vita a far volare gloriosamente il suo aquilone.
Grazie all’intercessione di Bill Melendez, l’unico al mondo a poter disegnare e realizzare i film dei Peanuts, Charles Schulz ci aveva detto sì.
Charlie Brown sarebbe stato la nostra mascotte. Gratis.

Charlie Brown nostro

 

E Steven Melendez, figlio di Bill e mio carissimo amico, suggerì anche un evento : un grande aquilone con Snoopy protagonista avrebbe duellato nel cielo con l’aquilone del suo irriducibile avversario, l’inafferrabile Barone Rosso. Un vero e proprio duello tra le nuvole.

 

Avevamo tutto :  il nostro sogno si stava realizzando.
Ma non avevamo previsto l’imprevisto.

Poche settimane prima dell’inizio del Festival Mondiale dell’Aquilone a Venezia tra il 5 e il 14 Marzo 1999
arrivò una comunicazione :
l’Aeronautica Militare vieta il sorvolo dell’Aeroporto di san Nicolò al Lido di Venezia.
Quindi vieta non solo le riprese del film, ma il volo stesso degli aquiloni.

Vieta il sorvolo ? Ma perché ?

L’Aeronautica Militare non è tenuta a fornire giustificazioni. Vieta e basta.

Non potendo rischiare una guerra contro l’Aviazione Militare, gli aquiloni rientrarono tristemente nelle loro custodie.
In tutto il mondo si cancellarono prenotazioni e progetti.

Il sogno             POF !              svanì come una bellissima bolla di sapone.

 

Solo qualche mese dopo il divieto si chiarì : qualche mese dopo
da Aviano avrebbero decollato non aquiloni, ma reattori per bombardare la Serbia e il Kosovo.

Allied Force 1999

Loro però già lo sapevano qualche mese prima.
E non si poteva certo permettere a innocui aquiloni di intercettare il volo dei bombardieri della NATO.

Per un attimo pensammo di cambiare i protagonisti del nostro film :
non sarebbe stato più un gabbiano, sarebbe stato un bombardiere ad innamorarsi dell’aquilone.

Ma la storia così sembrava un po’ meno poetica.

 

Fu così che “A occhi chiusi” non diventò un film, ma rimase “Il sogno di un film”.

 

 

 

 

One Response to ““A occhi chiusi”. Anche i sogni hanno un back-stage ?”

  1. Caro Franco, emozionante leggere questa ricostruzione del vostro sogno, tuo e di Mauro. Ti segnalo che un giorno Tonino Guerra mi chiamò e mi regalò una favola (L’aquilone, appunto), scritta insieme a Michelangelo Antonioni, che feci illustrare dal grande illustrare russo trapiantato a Los Angeles Vadim Medzibowski e che pubblicai con l’allora piccola bottega editoriale da me creata dopo il decennio di direzione del mensile Airone. Da qualche parte dovrei ancora avere qualche copia di quel grande libro illustrato…Un abbraccio
    Salvatore Giannella

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