Ho un nuovo amore : questi delfini
Amo i delfini.
Ho sempre amato i delfini per la loro allegria. Per l’eleganza dei movimenti, per l’arco iridescente dei loro salti a prua o a poppa della mia barca.
Per l’affettuosa accoglienza che hanno spesso riservato a noi umani in acqua. Da Dioniso e Taras ad oggi.
Per anni ho anche fatto l’imitazione del delfino battendo rumorosamente le pinne (le mani) e facendo vergognare Giovanna ..
.. nei mari delle Cicladi, di Capri, di Nantucket e persino davanti agli occhi sussiegosi e scandalizzati dei bagnini dell’Excelsior al Lido.
Solo pochi giorni fa però ho scoperto questi stupendi delfini, vivi, agili e giocosi oggi e da 2.500 anni.
Ho scoperto che in una colonia greca sulle rive del Mar Nero (allora Pontus Eusinos, ‘mare ospitale’) nacquero dei minuscoli agilissimi delfini di bronzo o di rame.
La colonia si chiamava “Olbia”, quei Greci erano migranti d’antan, come oggi in cerca di migliori condizioni di vita, però con permesso di soggiorno e progetti di civiltà.
Questi migranti di Mileto portavano con sé nelle nuove terre la loro cultura e i loro culti. Tra questi anche Apollo Delphinios, da Delfi, il tempio e l’oracolo.
I Greci trovarono nelle acque del nuovo mare il simpatico delfino Tursiop truncatus (delfino dal naso a bottiglia), ben noto già in madrepatria e sacro ad Apollo.
Il delfino è protagonista di racconti mitologici in tutte le epoche e in tutto il mondo.
In Grecia una volta un delfino aiutò Poseidone a rintracciare Anfitrite e poi la accompagnò nel favoloso palazzo tutto d’oro sul fondo del mare.
Allora Poseidone riconoscente pose il delfino in cielo tra le stelle : la costellazione del Delfino.
Un’altra volta il poeta e cantore Arione navigava verso la Grecia. I marinai decisero di ucciderlo per rubargli tutto. Però gli offrirono una scelta:
“O ti uccidiamo e noi e poi ti seppelliamo a terra, oppure ti getti da solo in mare”. Arione suonò la sua cetra cantando un inno ad Apollo, poi si tuffò in acqua.
Innamorati della sua musica molti delfini si erano radunati attorno alla nave. Uno di loro prese Arione sul dorso e lo portò in salvo a terra.
Una volta invece furono i pirati ad essere trasformati da Dioniso in delfini
Pur sapendo che non avrebbero più riacquistato la forma umana, i pirati ora e per sempre delfini compresero che Dioniso
aveva voluto concedere loro la possibilità di riscattarsi. Così dedicarono il resto della loro vita a salvare i naufraghi.
Alcuni delfini aiutano persino i pescatori. Basta seguire questi link :
https://www.youtube.com/watch?v=lRwWfYLKFw0
https://www.youtube.com/watch?v=42MpfPqWkhk
.. e si vedono chiaramente i delfini spingere altri pesci verso le reti. Quindi i delfini pescano insieme ai pescatori.
Giovanna da tanti anni porta sempre con sé “Tarzan”, che la protegge e le porta fortuna.
In realtà è Taras, il mitico fondatore di Taranto.
Venne naturale per gli antichi migranti greci di Olbia portare minuscoli delfini di bronzo o di rame ad Apollo Delfico come offerte, ex-voto, ringraziamento per grazie ricevute.
Poi forse venne naturale anche trasformare questi delfini in moneta di scambio, in alternativa alle tradizionali monete rotonde.
A proposito di monete è molto strano che i cittadini di Olbia adottassero il metodo della fusione a cera persa e la forma del delfino
al posto delle tradizionali monete rotonde stampate a conio, come le usavano tutte le popolazioni confinanti e di fatto l’intero mondo greco.
Forse un motivo per avere i delfini sia come offerte votive sia come monete sta nel fatto che gli antichi abitanti di Olbia vedevano ogni giorno
i delfini giocare in mare, spesso i delfini accompagnavano le loro imbarcazioni saltando a prua come ad indicare la rotta da seguire
e la strana forma del loro muso li faceva sembrare sempre sorridenti.
Gli abitanti di Olbia trovarono così amichevoli e simpatici i delfini sacri ad Apollo da decidere di creare la propria moneta a forma di delfino.
La moneta a forma di delfino è unica in tutta la storia delle monete non solo della Grecia, ma dell’intera umanità.
Oggi questi delfini sono oggetti di antiquariato di alta epoca.
Appaiono a volte in cataloghi d’asta internazionali e sui mercati informatici del web.
Esistono anche alcuni testi dedicati proprio a loro, purtroppo quasi tutti scritti in cirillico. Per non appesantire qui, li elenco in un commento qui sotto.
Adesso presento i primi 7 delfini che allevo in Canal Grande.
Di ogni delfino propongo : un nome di fantasia : come si chiama per me.
La lunghezza in millimetri.
Con “K” il riferimento alla tipologia che propone Nieczitajlo (W.W. Nieczitajo)
in “Katalog of Ancient Coins from Olbia” (2000).
Con “AM” il riferimento alla tipologia proposta da Alessandro Masiero
nel suo “I delfini di Olbia Pontica” (2007)
1 “Salto in oro” lunghezza mm 30
AM 1.4 (figura &) K 8 (p.13 n.8 – p.94 n.8)
Questo delfino è il primo che si è tuffato per me in Canal Grande.
Lui è allegro, si vede bene che sta saltando e non si ferma. Una gioia vederlo, inevitabile amarlo.
2 “Ce l’ho la coda !” lunghezza mm 21
AM 1.3 (figura 5) K 14 (p.94 n.7 –p.95 n. 14 – p.96 n.19)
Lui è arrivato per secondo. E’ buffo con quegli occhioni sporgenti e la pinna dorsale così evidente.
Non si vede la coda perché è ancora sott’acqua. Ma ce l’ha.
Lo preciso perché la presenza del ‘naso’ (il muso a forma di naso, da cui “delfino dal naso a bottiglia”), degli occhi, della pinna dorsale,
a volte di una linea che corre lungo tutto il corpo per sottolineare la dinamicità del salto e infine la presenza della coda sono elementi essenziali.
Questi delfini venivano realizzati fila indiana, il muso di quello dietro attaccato alla coda di quello davanti. Un po’ come i piccoli degli elefanti quando camminano in branco.
Quando poi si spezzava la catena dei delfini per ricavare i singoli pezzi, quasi sempre la coda andava persa.
Però ci sono anche delfini, più rari, che si pensa fusi da soli a cera persa in cui la coda è presente.
Se c’è, è importante.
3 “Delfino color del vino” lunghezza mm 35
AM 1.4 K 10-11 (p.94 n.6)
Questo è il delfino più grande, il più elegante e il più completo di tutta la compagnia. Ha tutti gli elementi che connotano la completezza di un delfino di Olbia.
Lui lo sa e non dimentica mai di farlo notare. Il colore evoca l’omerico “mare color del vino” : da qui il suo nome.
4 “Calimero delfino nero” lunghezza mm 21
AM 1.3 K 14 58-60 (p.95 n.14-16)
Questo delfino è il mio preferito. Lo amo perché non è completo, perché è bruttino, perché è simpatico come Calimero.
Lo amo perché mi ricorda sempre uno dei preziosi disegni del Piccolo Principe. E’ il disegno che tutti pensano che rappresenti un cappello
.. e invece è un serpente boa che ha mangiato un elefante tutt’intero.
Lui, il delfino Calimero non ha mangiato elefanti, non ha mangiato balene, balene che pure a volte si vedono in Canal Grande
… ma si diverte ogni giorno a prendermi in giro.
5 “Io può.” lunghezza mm 33
(sta nuotando dal Pacifico al Canal Grande. Appena arriva, lo studio … è arrivato poche ore fa : è intatto e bellissimo)
Come diceva un grande : “C’è chi può e chi non può. Io può”.
Questo delfino è l’aristocratico della compagnia. Ci tiene a fare notare che è uno dei delfini più rari,
quelli che hanno sul dorso una scritta in caratteri greci. Di solito la scritta è APIXO.
Ma lui non ha bisogno di dimostrare la sua nobiltà : due sole lettere bastano e avanzano.
Noblesse oblige.
6 “Eivissa” lunghezza mm 47 peso grammi 8,2
nulla di paragonabile né in “Katalog of Ancient Coins from Olbia” (2000),
né nella tipologia proposta da Alessandro Masiero nel suo “I delfini di Olbia Pontica” (2007)
Lo chiamo “Eivissa” nome catalano di Ibiza, perché mi giunge proprio dalle Baleari, insieme ad un altro delfino dono del pediatra dottor Manuel Alonso Fernandez Revuelta. Tra i delfini che mi fanno compagnia in Canal Grande è il più grande, il più pesante, indiscutibilmente il più bello di tutti. E’ scolpito a tutto tondo. Il muso è lungo e affusolato, il dorso fa una dolce curva che porta alla coda con incrostazioni rossastre.
E’ come se ‘Eivissa’ stesse nuotando nel mare rosso di un tramonto. L’occhio si vede e sul suo fianco destro ci sono due incisioni che si potrebbero leggere “ I C”. ‘Eivissa’ si lascia accarezzare, ma non interrompe la sua danza sinuosa ed elegante.
Parlando di “danza sinuosa ed elegante” del mio delfino “Eivissa”
scopro di avere inconsapevolmente citato “Elena” di Euripide ai versi 1454-5 :
“Armoniosamente danzano i delfini”.
Ignotus ignoro.
delfino 7 “Guarda come salto!” lunghezza mm 27
AM A1.3 (figura 5) K Niecztajlo 8E
Arriva per ultimo e ci tiene a farsi notare. Ha l’aria allegra e intelligente. L’occhio vispo e la pinna eretta.
Fa un bellissimo salto e la linea della spina dorsale che lo accompagna per tutta la lunghezza del corpo ne evidenza il dinamismo.
Se oggi gioco come un bambino con questi delfini, se Giovanna ha scelto il “Delfino color del vino” perché danzi insieme al delfino del suo “Tarzan” (Taras) ..
.. il merito è di due persone che mi hanno regalato preziosi consigli e introvabili informazioni.
Uno è Alessandro Masiero, del Centro Numismatico Valdostano.
Alessandro ha scritto l’unico testo che io conosca in italiano sui delfini di Olbia Pontica
e mi ha spontaneamente donato il frutto di anni di studio e ricerche :
i files di una preziosa bibliografia.
L’altro è Eugenio Telestakov di OpenGateItaly, Kiev in Ucraina.
Eugenio mi ha fatto scoprire cataloghi di Case d’asta e testi altrimenti per me irraggiungibili.
Grazie Alessandro, grazie Eugenio e ……… grazie amici delfini.
Oddio, mi sento in colpa.
Ecco in prima pagina su “la Nuova” di oggi, mercoledì 26 ottobre 2016 :
Non sarà che questo delfino ha letto il titolo qui sopra, ha capito che amo i delfini e ha deciso di venire a trovarmi ?
Ancora due bracciate .. ops : ancora due pinnate e arriva sotto le finestre di casa.
delfini bibliografia sitografia
Questa che segue è solo una provocazione e un invito :
non è una seria bibliografia e non c’è stato il tempo nemmeno di tentare di farla.
Però chiunque legga è affettuosamente invitato a correggere, cancellare
e soprattutto aggiungere testi dedicati ai delfini di Olbia Pontica.
Ogni contributo verrà generosamente retribuito con un giro per ombre e cicheti nei migliori bàcari di Rialto.
libri
Dittrich, K.
Ancient Coins from Olbia and Panticapaeum London 1961
Aleksandra Waşowicz
Olbia pontique et son territoire
Besançon – Paris 1975
Sear R. David
Greek Coins and their Values
vol I Europe n.1684 London1978
Anokhin, V.A.
Coins of Ancient Cities of North-Western Black Sea Area. Kiev 1989
Nieczitajło W.W.
Catalog of Ancient Coins
Sylloge Nummorum Graecorum Vol.IX P.I – The Black Sea 1993
I delfini nuotano forse anche in altre Sylloge : volumi 2 – 7 – 11
Sylloge nummorum Graecorum, Russia, State Pushkin Museum –
Coins of the Black Sea region (Leuven, Belgium,2011)
Nieczitajło W.W. ****
Katalog anticznyych monet. Olwii, Kijew 2000
Katalog of Ancient Coins from Olbia
(solo file)
Catalog Monet Olvii VI sec. a.C. – III sec. d.C. (2000) djvu
Monet_delo-olvii-0.pdf
s.d.
VI-III-1.DJV
(un testo in cirillico, proposto da Alessandro, ma che non so qui trascrivere)
Vladimir F. Stolba
Fish and Money : Numismatic Evidence for Black Sea Fishing
in :
Ancient Fishing and Fishing Processing in the Black Sea
edited by Tonnes Bekker-Nielsen 2005
Frolova, N.A. & Abramzon, M.G.
Coins of Olbia in the Collection of the State Historical Museum Moscow 2005
Masiero Alessandro ***
I delfini di Olbia Pontica
in Monete Antiche .32 – Marzo/Aprile 2007
Alexeev, V.P.; Loboda, P.G.
Unpublished and Rare Coins of Olbia
Stratum Plus Journal 2011, vol. 2011 Issue 6, pp.29-40
Valentina V. Krapivina
Bronze Weights from Olbia
s.d.
The Handbook of Greek Coinage Series
Classical Numismatic Group
links
http://www.wildwinds.com/coins/greece/sarmatia/olbia/t.html
http://www.cnvaldostano.it/i_delfini_di_olbia_pontica.htm
http://www.ancientresource.com/lots/olbian_dolphins.html
http://www.kwinto-coins.com/MyCoins.html
http://www.ancientimports.com/cgi-bin/category.pl?id=79
http://stores.ebay.com/Authentic-Ancient-Greek-Roman-Coins/_i.html?_nkw=dolphin+Olbia&submit=Search&_sid=53346315
e un’asta imperdibile ma anche irraggiungibile :
http://auction.violity.com/auction/93-monety-gorodov-severnogo-prichernomorya
Un po’ di poesia e favola non possono che suscitarle in noi e poi, anch’io ogni tanto ci gioco come un bambino, ma senza farmi vedere dai “grandi” che non mi capirebbero. Un grazie ancora per questo tuo racconto. Alessandro
…. sto facendo il pendolare con spola tra V. e M. e sono sempre di corsa… comunque ho letto il tuo ultimo lavoro,
così come avevo già letto i precedenti, e piacevolmente mi sono trovato distratto dal tuo sito !
Complimenti per la tua capacità e fantasia letteraria nell’attrarre l’attenzione del lettore.
Non posso che elogiare il tuo impegno nel esternare i tuoi piaceri e la tua passione…
addenda a biblio delfini :
Reginald Stuart Pole
A Catalogue of the Greek Coins in the British Museum
pagg.11-13, Bologna 1979
Martinori Edoardo
La Moneta – Vocabolario generale, pag.16 Roma 1915
Come al solito hai fatto una bellissima esposizione di una tua ricerca in un cocktail di poesia e storicità.
Se fosse stata nell’ambito della mia specialità (preistoria) te l’avrei rubata e pubblicata a nome mio.
Se tu fossi rimasto a Milano avremmo potuto fare delle ricerche insieme.
Anche i bronzetti, alcuni nella loro semplicità, sono splendidi, da collezionare; ho una nipotina che va pazza per i delfini ha dei piccoli ciondoli o piccole riproduzioni in vetro.
Complimenti porti sempre un contributo alle conoscenze umane e in questo ti comprendo benissimo.
BRAVO
Il delfino : amico dell’uomo … amante dei bambini … sensibile alla musica …compagno dei marinai …salvatore di naufraghi …complice dei pescatori …per me oggi compagno di studi e passeggiate.
Ave Franco,
We saw your dolphin post and it is excellent!
Best regards,
Kevin
Aggiunte alla bibliografia sui delfini di Olbia Pontica :
testi che sembrano interessanti, per ora non consultati :
Martinelli Carmen
“I delfini di Apollo. Note sulla prima monetazione di alcune colonie milesie del Ponto Eusino fra VI e IV secolo a.C.”
Annali, Istituto Italiano di Numismatica (AIIN) 47, pp. 231-47 (2000)
Nocita, M.
“I delfini di Olbia: considerazioni storiche ed epigrafiche”
Annali, Istituto Italiano di Numismatica (AIIN) 47, pp. 217-30 (2000)
Apolito Pasquale
“I delfini : distribuzione, associazioni, valenza simbolica”
Glasgow (2009) 2011
Un affettuoso ricordo del grande Enzo Maiorca che si è tuffato ieri per l’ultima volta nel mare che ha sempre amato e rispettato.
Alle figlie aveva insegnato : “Per conoscere davvero il mare, bisogna prima conoscere la propria anima e il proprio cuore”.
La figlia Patrizia lo saluta oggi (“Corriere della Sera del 14 Novembre a pagina 25) con questo bellissimo ricordo
che mi sembra giusto sotto questi testi dedicati ai delfini :
“Una volta col babbo salvammo dalle reti di una spadara un delfino. Anzi, una delfina.
Richiamati dalle piroette del suo compagno, scoprimmo la povera bestia prigioniera.
Non appena mio padre tranciò le reti con un coltello, lei libera partorì un delfinotto, che schizzò via,
ma fu subito recuperato dal delfino padre che lo riportò con una spinta verso la madre”.
Uomini di mare e delfini umani.
Franco sei un Grande,
mi sono emozionato e per 10 minuti ho dimenticato il grigiore, sia umano che metereologico, che ci circonda.
Le Tue citazioni sono affascinanti, per certe cose ringrazio l’ affettatrice M.
perché, azzoppandoTi, Ti ha dato molto tempo per scrivere così noi abbiamo avuto la fortuna e la gioia di leggerTi.
Sei l’All Black della fantasia colta!
Ancora complimenti.
Alberto
Grazie, mio pilone/pilastro di fiducia.
27 giorni di arresti domiciliari mi hanno agevolato, è vero.
Ma l’acclarata ipertrofia prosastica mi induce comunque a scrivere troppo.
Prometto che avendo tempo, taglierò il più possibile. Io però, non lei.