Nella zona dove abito, tra Rialto e san Tomà, ci sono 4 edicole, tutte tenute da Bengalesi. Il sempre sorridente Ashem, che io chiamo in bengali “Nana” (nonno) anche se ha sicuro vent’anni meno di me. L’efficientissimo Tazul, che potrebbe con successo fare il manager a Wall Street. A volte Shaykh e altri di cui non so ancora il nome, anche se da anni ormai ho imparato a dire nella loro lingua (e la cosa ogni volta li fa sorridere felici!) “Sciubo sciocal !” (forse, “Buongiorno !”) e prima di andarmene : “Donnauàd !” (forse, “Grazie !”).
I super-poteri delle 12 fatiche di Ercole.
Gli edicolanti bengalesi non hanno vita facile. Non trovano, come nel resto d’Italia, i giornali ancora caldi di stampa, all’alba davanti all’edicola. A Venezia i suoi giornali l’edicolante deve andare a ritirarseli con un carrello al pontile più vicino, pontile che potrebbe anche essere lontano centinaia di metri. Poi deve ‘vestire’ l’edicola, chiusa come un guscio per la notte : recupera da magazzini, anche questi lontani e riporta alla sua edicola, ripiani, mensole, pannelli, fili volanti e decine di cartoni che traboccano di oggetti.
Poi deve ogni mattina sistemare centinaia di oggetti e ogni sera riporli nel magazzino, oltre che naturalmente riportare al pontile le ‘rese’ (i quotidiani del giorno non venduti). Non è certo su un quotidiano che vende a € 1,50 se va bene, e che deve riportare a sue spese fino al pontile se non l’ha venduto: è sulla paccottiglia, tutta rigorosamente “veneziana”, made in China o Korea che sia l’edicola che l’edicolante faticosamente sopravvivono.
Perciò a Venezia un edicolante non vende solo i giornali. Vende anche i giornali, ma soprattutto sopravvive vendendo centinaia di oggetti : i più strani e i più improbabili.
I super-poteri dei magazzini di Babbo Natale.
Di questi oggetti, di queste centinaia di oggetti, l’edicolante deve ricordare tutto : come si chiamano nelle più diverse lingue del mondo, come si dice con aria convincente nelle più varie lingue del mondo : “Ti sta benissimo!” e soprattutto deve ricordare che prezzo deve chiedere in partenza e fino a che prezzo può scendere nella trattativa. Niente di scritto, tutto a memoria. Nessun oggetto ha il cartellino del prezzo : i prezzi l’edicolante deve ricordarseli tutti a memoria, o più probabilmente inventarseli e adattarli di volta in volta : ad personam.
I super-poteri di un super-mega calcolatore elettronico.
L’edicolante poi non ha come le cassiere del super il lettore di codice a barre, non ha un registratore di cassa né scontrini che gli dicono quanto sta incassando e quanto deve dare di resto. E spesso viene pagato nelle più diverse valute del mondo. Non ha i listini di Borsa del cambio valuta : fa tutto a memoria. E soprattutto non è lui il padrone dell’edicola : quindi deve rendere conto di tutto e pagare di tasca sua i suoi eventuali errori.
I super-poteri delle lingue della Torre di Babele.
A volte, soprattutto se arrivato da poco in Italia, l’edicolante bengalese non parla ancora bene l’italiano. Però parla, capisce, contratta e vende in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, russo, arabo, hindi, giapponese e cinese. E nella contrattazione riesce persino a vendere a persuadere i cinesi. Lo sanno tutti : il cinese tratta qualsiasi prezzo. Un cinese tratterebbe il prezzo di una “Ferrari 250 GTO del 1963” (venduta nel 2013 per 52 milioni di dollari). Il cinese tratta persino se per quella Ferrari tu gli chiedi 10 (dieci) €uro. “10 Eulo ? Tloppo calo !” … lui scuote la testa.
Non è che il cinese non ti creda : è che lui non può accettare un prezzo, qualsiasi prezzo, senza tentare di ridurlo. E se tu non scendi da 10 Euro almeno a 7 Euro (per una macchina che vale 52 milioni di dollari) è più forte di lui : ai 10 €uro che tu gli hai chiesto, lui non la compera.
I super-poteri degli squali di Wall Street
Nelle più varie lingue del mondo i prezzi in cifre non sono poi così facili da capire (pensa solo al nostro ’75’ che in francese diventa ‘sessantaquindici’ o a ‘90’ che in francese diventa ‘quattroventidieci’). E poi deve fare somme e sottrazioni, poi deve riconoscere e contare le più diverse banconote e monete del mondo, e poi deve calcolare il resto. E magari riceve dollari e deve dare il resto in Euro. E prima nelle più varie lingue del mondo c’è stata anche una trattativa, da condurre sempre ben attento a non sbagliare una cifra e a non vendere sottocosto un oggetto.
Fare l’edicolante a Venezia non è un lavoro facile e io credo sinceramente che questi lavoratori meriterebbero molto, ma molto di più di quanto ricevono dai proprietari delle edicole, spesso cinesi.
I super-poteri di un sorriso che conquista e rasserena.
Nel mio piccolo cerco ogni giorno di regalargli un sorriso salutandoli nella loro lingua natale e chiacchierando sempre un poco con loro. Soprattutto cerco di arrivare da loro al momento giusto : non troppo presto la mattina perché stanno ancora arredando l’edicola e sistemando centinaia di oggetti; non troppo tardi perché di ogni quotidiano arrivano solo poche copie. Se prima di me sono passati due milanesi, io il ‘Corsera’ non lo trovo più.
Spesso, quasi sempre, il giornale che cerco non è in vista : ma io ‘sento’ e lui ‘sente’ che c’è, e sotto mascherine e infradito e souvenir sempre lo troviamo. Con il suo inserto.
E sempre una soddisfazione vedere il sorriso con cui “Nana” risponde al mio saluto e al mio “Donnauàd !”.
A “Nana” noi habitués dell’Isola dei Meloni (i Veneziani, abilissimi politici, già secoli fa con i nomi di ponti e campielli si sono portati avanti sulle elezioni del 2022) …
… vogliamo tutti bene.
I super-poteri del sempre-sorridente Nana.
Quando per qualche minuto deve assentarsi per esigenze fisiologiche o religiose, noi lo aspettiamo pazienti o affidiamo i soldi a lui dovuti al ‘pope’ Willy, seduto lì di fronte in attesa di passeggeri per il suo sandolo, o alla gentile Daniela con il suo tesoro di bellissime scaramazze.
Grazie, Nana.
Trovi all’inizio del testo un elenco molto parziale degli oggetti che puoi acquistare nell’edicola sotto casa.
Se saluti in bengali avrai in più, garantito, anche un sorriso. E un sorriso non ha prezzo. Anche per i Super Man bengalesi !
Onore ai Bengalesi !
Hanno tutto … a volte persino il giornale.
Ovviamente per la doverosa tutela della privacy,
nomi, luoghi, immagini, persone e fatti del testo qui sopra sono inventati :
nulla corrisponde a realtà.
Troppo bello!
“Nana” lo abbiamo conosciuto al nostro primo incontro!
Grazie per regalarci questi momenti veneziani che ci mancano sempre.
E’ un pezzo molto dolce e pieno di sana umanità.
Perciò gli perdono volentieri la forse eccessiva lunghezza.
Sul resto non ho obiezioni, ma solo apprezzamenti.
Tuo, Maurizio