Il più bello dei miei cavalieri non è mio
(a Gérard)
65 anni fa, proprio oggi, Nazim Hikmet scrive :
Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto.
Ora avviene che il più bello dei miei libri non sia mio. Non avrei mai potuto acquistarlo.
Me lo ha regalato il suo autore, Hugh Moss.
Il più bel gesto che io ricordi non l’ho compiuto io. Non ci sarei mai arrivato.
Lo ha fatto a mia insaputa un geniale musicista, Marco Parmigiani, che per di più
ha sempre negato di averlo compiuto.
Il più bello dei miei anelli da arciere,
il più emozionante dei disegni di Lorenzo Viani (un uomo che cammina nel vento tenendo per mano, sì per mano ! il suo cane),
il più tragico dei disegni di Tancredi (un autoritratto in cui si prefigura mentre annega come poi di fatto avvenne)
sono miei soltanto perché me li ha regalati Giovanna.
Ed ora il più bello dei miei Putchu Guinadji – i cavalieriKotoko che da anni studio e colleziono e sui quali progetto di scrivere un libro –
è mio proprio perché non ho potuto acquistarlo. Eccolo : E’ un capolavoro di eleganza musicale : la linea è purissima melodia. Sta nel palmo di una mano,
ma potrebbe ergersi maestoso e monumentale su di un alto piedistallo al centro di una piazza
e dominare tutto lo spazio attorno a sé.
E’ in assoluto il più bel Kotoko che io abbia mai visto e non avrei mai potuto acquistarlo. Quando lo ha saputo il suo proprietario, una persona che non ho mai incontrato in vita mia e che scava pozzi per l’acqua nelle regioni desertiche dell’Africa, mi ha semplicemente scritto : Celui qui vous intéresse est très classique et c’est pour moi un plaisir de vous l’offrir. Je vais m’occuper de vous l’expédier. J’ai toujours plus de plaisir à faire un cadeau plutôt qu’une vente. En attendant que vous le receviez. Amitiés Gérard Poche ore fa a Parigi l’ho ricevuto. Ora è qui accanto a me.
Ciò che mi deve succedere di più bello non è ancora successo.
Ciò che mi deve succedere di più bello sta succedendo proprio ora.
(a chi volesse accompagnare la lettura di queste righe con una musica adatta, suggerisco questo link : www.youtube.com/watch?v=ZIiE6nNetPE Sonia Mbarek canta appunto di Nazim Hikmet “The most beautiful sea”.)
Non commento il tuo cavaliere, non ne sono in grado ma le prime frasi scritte mi hanno fatto scaturire un pensiero… tutto quello che di più bello c’è è perchè ancora non è perchè ancora possiamo sognarlo e modellarlo secondo i nostri desideri , fantasia e colori… quando diventa reale è bello, diventa nostro ma è come se perdesse un po’ della sua magia e quindi ci proiettiamo alla ricerca di un nuovo sogno.
È giusto, secondo me che sia così perche i sogni sono il nutrimento dell’anima e senza di essi saremmo solo automi che non avrebbero più uno scopo per andare avanti.
Un abbraccio affettuoso e ricorda che anche se non ci sentiamo spesso tu e Giovanna avete un posto nel nostro cuore
Grazie per il tuo commento, Giovanna.
Scrivo queste righe, le pubblico sul sito e mi sveno per farle tradurre in corretto inglese proprio perché spero che da chi meno me lo aspetto giunga un commento, nasca un dialogo. Proprio da chi meno me lo aspettavo ho ricevuto pochi minuti fa un altro dono : dopo un lungo immotivato silenzio oggi si è fatto vivo un vecchio amico e mi ha regalato le bellissime fotografie di 56 (cinquantasei) cavalieri Kotoko – quelli che io amo, studio appassionatamente, cerco di collezionare e su cui sogno di scrivere un giorno un libro.
Adesso ho davanti a me ore e ore di piacevolissimo studio delle fotografie e anche un nuovo sogno da sognare : che anche il vecchio amico, vista la generosità dell’ignoto amico francese, decida di regalarmi il più bello dei suoi cavalieri ?
Caro Franco,
il cavaliere che vedo qui sopra mi sembra bello (ma come ti ho detto il mio è un parere superficiale,
dato che non mi sono mai occupato della vicenda dei Kotoko).
In ogni caso, ancor più bella è la storia che lo accompagna
per cui tienilo stretto come si addice ad un dono inatteso.
Ciao, Gigi
scusa la rottura ma sono troppo assetato di sapere: quale e` il gesto piu` bello che ha fatto Marco Parmigiani?
La classe non è acqua. Persino a Magenta.
Tempo fa mi trovavo in una veramente difficile situazione finanziaria. Ne parlai con un amico musicista, un giovane bravissimo
ma pigro : non fosse pigro, sarebbe oggi una star nel panorama della musica pop internazionale.
Anni prima ero riuscito a far lavorare questo musicista in pubblicità, imponendolo (sembra incredibile, ma c’è stato un momento
in cui persino io sono apparso autorevole e convincente) ai grandi della pubblicità .
I ‘grandi’, timorosi, non osano mai affidare un incarico a un giovane emergente : vogliono sempre e solo pararsi il culo
chiamando John Williams, Ennio Morricone o Vanghelis.
Allora io offri un’occasione a Marco, ma niente di più : era già bravo prima di me, lo fu in quella occasione,
lo sarebbe ancora di più oggi. Passano dieci anni.
Dopo un po’ di giorni dalla confessione a Marco della mia precaria situazione finanziaria, vado al Centro Sperimentale
di Cinematografia dove allora insegnavo. La receptionist mi consegna una busta aperta.
Dentro ci sono 1000 Euro e nessuna scritta.
Dice la receptionist : “E’ passato di qui un ragazzo e ha lasciato questa busta per Lei, prof”.
Non ci ho messo molto a capire chi era stato.
Però Marco ha sempre negato di essere lui il latore del presente. “Mai venuto a Milano, insiste – mai lasciato buste per te”.
Non solo, quando qualche settimana dopo posso rendergli tutto,
ci vuole una lunga estenuante battaglia per convincerlo ad accettare quei soldi.
La sua posizione era : “Io non ti ho mai dato nulla, tu non mi devi nulla”.
Non ricordo adesso come riuscii a fargli accettare i suoi soldi. Forse ero ancora autorevole e convincente.
Ho fatto molti prestiti in vita mia e ne ho anche chiesto alcuni. Ma nessuno (nemmeno io)
si è mai comportato con la classe e l’eleganza di Marco.
Quotidiani e TV ci sommergono sempre di notizie vergognose; credo sia giusto
rendere noti i rari gesti belli e generosi. Riconciliano con la vita. E ne abbiamo tanto bisogno.
65 anni fa, il 24 settembre del 1945,
Nazim Hikmet scrive :
Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli non è ancora nato.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
Ora avviene che il più bello dei miei libri non sia mio. Non avrei mai potuto acquistarlo.
Me lo ha regalato il suo autore, Hugh Moss. Un amico che non ho mai conosciuto.
caro Franco
nessuno mi ha mai detto “Grazie”con parole così poetiche.
No anzi, forse un altro c’è stato : una ragazza.
Però .. avevamo fatto l’amore : può anche darsi che la ragazza mi ringraziasse solo per il fatto che me ne andavo.
Hugh