Capisco che un giocatore che da solo, senza che nessuno lo obblighi, confessa di aver fatto fallo, anche se l’arbitro non se n’era accorto, possa sembrare da ricoverare d’urgenza in TSO. Oggi un giocatore nega appassionatamente di avere massacrato l’avversario, anche se ha le mani ancora sporche di sangue. Anzi si lamenta con l’arbitro perché non sbatte fuori la vittima con il cartellino rosso (sangue) e i tifosi lo stimano proprio per questo suo cinismo. Ma nel mondo della “palla a canestro” (non ancora “pallacanestro” tuttattaccato e non ancora “basket” tu vuò fa’ l’americano), tempi diversi da quelli di oggi sono esistiti. Mi sembra giusto, o quanto meno piacevole (per me), rievocarli. Per leggere il seguito clicca qui sopra »
Il momento più bello della mia vita.
Dovrei dire : quando è nato mio figlio. Ma non ho figli.
Dovrei dire, come suggerisce Woody Allen, quando il medico mi ha detto : “E’ benigno”. Ma non era benigno.
Dovrei dire la prima volta che ho fatto l’amore con Giovanna.
Ma fare l’amore con Giovanna ancora oggi è più bello ogni volta.
Dirò perciò gli ultimi 5 secondi di Terza A contro Terza E.
Era la finale del campionato studentesco del Berchet. 1957.
A fine campionato due squadre a pari punti. Chi vince, vince tutto.
Ultimi secondi : noi, la Terza E siamo sotto di un punto.
E la palla ce l’hanno loro.
Ma la perdono in fallo laterale.
Adesso mancano solo 5 secondi . . . . . Per leggere il seguito clicca qui sopra »
Franco Bellino, una leggenda del basket. Così piccolo e già così grande (modestamente).
Un anno Franco regalò a tutti i compagni di squadra dei pantaloncini da gioco dotati di tasca.
La leggenda non dice se fornì anche fazzolettini di carta.
Però la leggenda dice che la classe non è acqua e non lo è mai stata.