La scena è sicuramente bizzarra.
Un distinto signore gira per la galleria reggendo in mano
un piattino ed una tazzina da caffè. Vuota.
La moglie del distinto signore, seduta, lo segue con lo sguardo.
La proprietaria della piccola raffinatissima galleria anche,
ma il suo sguardo è leggermente apprensivo.
Il signore cammina… ascolta attentamente.. poi dice :
“La voce è bella, ma non straordinaria”.
Prova adesso con un’altra tazzina ed un altro piattino.
Cammina… ascolta molto attentamente.. sorride e tutto soddisfatto commenta :
“ Questa sì : questa canta !”.
La moglie annuisce.
La gallerista continua ad essere perplessa.
Però poi il distinto signore ha un dubbio.
Prova di nuovo a camminare avanti e indietro reggendo
il primo piattino e la prima tazzina.
Prega la moglie di ascoltare attentamente, però senza guardare.
Dopo di che riprova con il secondo piattino e la seconda tazzina.
E di nuovo la moglie deve ascoltare attentamente ad occhi chiusi
e cogliere – se c’è – una differenza nel suono.
C’è, eccome se c’è, la differenza !
Il secondo piattino e la seconda tazzina hanno una splendida voce.
Un suono argentino, cristallino, fresco, intonato. Cantano.
Se pensate che il signore e la signora siano un po’ (non molto, soltanto un po’) folli
non siete molto lontani dal vero. Un po’ folle deve essere anche l’artista che ha creato
la prima tazzina da caffè al mondo che canta.
L’ha creata, l’ha messa in vendita. Ma non si è minimamente preoccupato di far sapere
che lui ha creato la prima tazzina da caffè al mondo che canta. Non lo fa sapere
ai potenziali acquirenti e non lo fa sapere nemmeno alle persone che vendono
le sue uniche meravigliose tazzine cantanti.
Eppure l’idea è straordinaria, romantica.
L’idea è che quando tu alla mattina ti alzi prima e prepari il caffè
e poi lo porti a lei (o lui) che ancora a letto dorme felice –
mentre tu ti avvicini al letto in punta di piedi,
già ti precedono e giungono a chi ancora dorme
sia l’aroma del caffè sia soprattutto il canto della tazzina.
Il risveglio così è dolcissimo : nessuna parola, soltanto un profumo ed una musica.
Come è possibile ?
Semplicissimo.
L’artista ha creato una tazzina con la base leggermente convessa e per completare
l’opera ha creato anche un piattino che evoca la tavolozza di un pittore. Infatti
il piattino ha un foro dove è comodissimo infilare un dito per reggerlo meglio.
Il geniale inventore della prima tazzina da caffè al mondo che canta una cristallina
canzone di “Buongiorno !” si chiama Kazuhiko Tomita.
La gentile signora che offre questa primizia mondiale si chiama
Maria Teresa Laghi ed ha una piccola straordinaria galleria col nome evocativo
di “Sabbie e Nebbie” a Venezia in san Polo 2768 (telefono 041.71.90.73).
I due lirici scopritori della tazzina che canta si chiamano Giovanna e Franco Bellino
Trovo su un vecchio ritaglio di giornale, una stupenda definizione della creatività di Kazuhiko Tomita.
Dice di lui Vico Magistretti : “ La sua caratteristica è il felice risultato di una notevole dose di pazzia e di buon senso”.
Scrivevo qui sopra : Se pensate che il signore e la signora siano un po’ (non molto, soltanto un po’) folli, non siete molto lontani dal vero.
Un po’ folle deve essere anche l’artista che ha creato la prima tazzina da caffè al mondo che canta.
La mia diagnosi è confermata ora da un grande come Vico Magistretti.
In questa ragionevole pazzia Kazuhiko non ci lascia soli.
E nemmeno lo farebbe mai Maria Teresa, ne sono sicuro.
Buongiorno da Gaippone! Caro Franco, grazie 10000 x tuo bellissimo articolo su di tazzina ‘Bomm’ che canta da MariaTeresa!! il nome voglio dire ‘sedele’ rotondo che non sta ferma. muovendo lei canta anche le altre, ascoltatela!
どうもありがとう Grazie Kazuhiko. Mi sono guadagnato da vivere per circa 55 anni creando nomi.
Però ad un nome così bello come “Bomm, sedele rotondo” non ci sarei mai arrivato da solo.
Domo arigatò, carissimo Kazuhiko.
Che meraviglia caro Franco questa delicata tazza che sa molto di belle maniere e gentilezza nipponica!
Peccato non aver visitato questa galleria nella mia escursione alla Biennale di Venezia.
Le tazze che cantano, le cabine armadio che profumano, i pavimenti che si illuminano se li calpesti, le sedie che sono in plastica ma se le tocchi sembrano di velluto. Quando il design coinvolge tutti i sensi, è una festa!
Il pezzo è delizioso in tutti i sensi, ironico, sentimentale, musicale e di design armonioso.
L’idea di presentare la tazzina che canta nel momento della Biennale di Architettura mi sembra così gentile che, vi prego,
dite grazie per me alla signora della Galleria. Evviva. Finalmente un po’ di leggerezza :
basta con pasta e fagioli, voglio solo dei soufflè e questo per me è uno squisito soufflè alla vaniglia.