Tu vali molto più di 2,5 milioni di Euro. E, modestamente, anch’io.

 

 

Per puro caso sfoglio stamattina un vecchio numero de “La Settimana Enigmistica”

(il n.4295 del 17 luglio 2014) che a pagina 19, nella rubrica “Forse non tutti sanno che…”
racconta :

Settimana

“Nel Novembre del 1996, il cosiddetto “Traskilling giallo”, un francobollo

emesso dalle Poste Svedesi nel 1855 di cui è noto un unico esemplare,

fu venduto all’asta per una somma pari a 2,5 milioni di Euro attuali”.

il francobollo

Rifletto : un francobollo è un pezzettino di carta stampata a colori.

Non offre emozioni. Non ha un particolare valore storico, simbolico, emotivo.

Non consente sensazioni. Non appaga gli occhi come un’opera d’arte o una pietra preziosa.
Non lo si tocca, non se ne sente il profumo, non lo si gusta come un cibo o un vino, non si ascolta, non si visita come un’architettura o non lo si vive come un paesaggio.

E’ e rimane un pezzettino di carta stampata.

Francobollo e fan

Il pazzesco valore di questo francobollo deriva dalla sua rarità :

ce n’è soltanto uno al mondo.

E questa unicità qualcuno è disposto a pagarla 2,5 milioni di Euro.

 

Beh, anche di ognuno di noi ce n’è uno solo.

Anche di me ce n’è uno solo. Anche tu che mi leggi sei unica/unico al mondo.

Ognuno di noi vale quindi almeno 2,5 milioni di Euro.

Anzi, ognuno di noi vale infinitamente di più di 2,5 milioni di Euro.

 

Ognuno di noi vale molto di più perché, rispetto ad un pezzettino di carta stampata,

con un essere umano ci parli, lo ascolti, lo guardi, lo accarezzi, ci fai l’amore.

Ricordiamocelo.

 

P.S.

Proprio oggi, 11 agosto 2014, nelle stesse ore in cui scopro la notizia su una vecchia “Settimana Enigmistica”, la Newsletter di ADNKronos propone questa notizia :

ADNkronos

 

Sarà ben strana questa coincidenza, no ?

Forse ci suggerisce qualcosa.

Ma non so che cosa.

 

2 Responses to “Tu vali molto più di 2,5 milioni di Euro. E, modestamente, anch’io.”

  1. Gaspare Battistuzzo says:

    Ciao Franco,
    ho letto il tuo articolo, l’ho trovato molto interessante.
    Mi è piaciuto soprattutto come parti volutamente con un’affermazione scontata (2,5 mln € per un francobollo son troppi)
    ma poi risvegli l’attenzione del lettore con l’originale costruzione logica quasi sillogistica:
    se quello vale tot perché è unico, ognuno di noi è unico per definizione,
    allora abbiamo per certo un prezzo minimo per ogni essere umano. Non ci avevo mai pensato.

    Anche perché, in questo tempo di buonismi erga omnes in cui piangiamo tutti per il ricco e pasciuto Dalai Lama
    ma non ce ne frega niente se l’ ISIS taglia i bambini cristiani a metà,
    circostanziare il perché una tale somma sia “tanto” è forse l’uovo di Colombo, ma di certo molto necessario.

    A presto,
    Gaspare

  2. Franco Bellino says:

    Ti ringrazio, Gaspare, per l’uovo di Colombo.

    L’aneddoto, probabilmente falso, dice che dopo il suo ritorno dall’America nel 1493, Colombo fu invitato a una cena in suo onore dal cardinale Mendoza. Qui alcuni gentiluomini spagnoli cercarono di sminuire la sua impresa dicendo che la scoperta del Nuovo Mondo non sarebbe stata poi così difficile e che chiunque avrebbe potuto riuscirci.
    Udito questo, Colombo sfidò i commensali a un’impresa altrettanto facile: far stare un uovo sodo dritto sul tavolo. Vennero fatti numerosi tentativi, ma nessuno riuscì a realizzare quanto richiesto. Convinti finalmente che si trattasse di un problema insolubile, i presenti pregarono Colombo stesso di cimentarsi nell’impresa. Colombo si limitò a praticare una lieve ammaccatura all’estremità dell’uovo, picchiandolo leggermente contro il tavolo dalla parte più larga, e l’uovo rimase dritto. Quando gli astanti protestarono dicendo che lo stesso avrebbero potuto fare anche loro, Colombo rispose:
    «La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!».

    Sempre parlando di uova, l’incipit di un mio articolo, che si può leggere a questo link
    http://www.francobellino.com/?p=86#more-86
    mi fu censurato quando lo stesso testo venne pubblicato sulla più prestigiosa rivista mondiale dedicata ai netsuke :

    Without pondering on which came first – the chicken or the egg – I’ll talk about the egg.
    The chicken is pompous, pestering, extreme. The egg is modest, immediate and perfect.
    Even though it comes out ass-backward.

    Che, nella parole dell’immenso Buono Munari era poi semplicemente :

    “L’uovo ha una forma perfetta benché sia fatto col culo.”

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