Tradizionalmente gli Hufu rappresentano una tigre (da qui la dizione inglese “Tiger Tally”) e tradizionalmente portano sul dorso dei caratteri, molto spesso antichi. Caratteri antichi, arcaici, perchè il pezzo è antico oppure perché vuole sembrarlo.
I caratteri incisi sul dorso della tigre, la loro calligrafia, le loro dimensioni ed il loro contenuto sono – in aggiunta alla forma di ogni Hufu, alla materia, alla patina creatasi col tempo, alle protuberanze interne che devono incastrarsi in incavi all’interno della corrispondente altra metà o ai fori che devono perfettamente combaciare – i caratteri incisi sul dorso della tigre sono ulteriori elementi capaci di differenziare ogni coppia di due metà da qualsiasi altra coppia di metà, pur identiche nella forma.
In più queste scritte possono contenere messaggi significativi, che confermano a chi possiede una delle due metà dell’Hufu una prerogativa, un’autorità, un rango, un diritto di eseguire, in nome dell’Imperatore, operazioni anche di grande portata sia militare che civile. Le scritte sono di solito inserite a niello in argento oppure oro sul dorso della tigre e su entrambe le metà. Queste scritte sono quindi già previste con gli appositi incavi per la niellatura prima della fusione e non semplicemente sovrapposte sulla scultura già fusa.
Le scritte possono essere ripetute uguali su ciascuna delle due metà, oppure possono essere divise in modo che soltanto ricongiungendo le due metà dell’Hufu la scritta sia leggibile ed acquisti un senso compiuto.
Secondo il sito >chinahistoryforum.com< per gli Hufu della dinastia Qin, le iscrizioni erano su entrambi i lati della tigre e si ripetevano uguali. Perciò anche una sola metà dello Hufu è sufficiente per leggere l’intero messaggio.
Negli Hufu della dinastia Han invece i caratteri erano scritti su tutto il dorso della tigre e soltanto avvicinando le due metà si poteva leggere per intero il messaggio.
Queste scritte possono essere molto brevi, anche di un solo carattere,oppure prevedere anche 20 e più caratteri
Traduzioni
Ad oggi ho una ipotetica e non verificata traduzione soltanto di pochi Hufu :
Sono 10 caratteri, cinque su ciascuna delle due metà, e potrebbero leggersi :
“Jian Prefetto raccomanda/conferisce hufu numero 6 destra”
“Imperatore conferisce a protettore Militare LiShi hufu di bronzo numero 4”
All’interno ci sono poi due scritte a specchio :
hufu bronzo sinistra >< hufu bronzo destra
Sul petto della tigre, in entrambe le due metà c’ è scritto : Li Shi protettore militare
Ci sono altri pezzi notevoli, dei quali riporto tel quel, senza possibilità di verificarle,
le notizie trovate in Rete :
was unearthed in Yixian, Shandong, now in the collection of the Museum of the Chinese History, Beijing. The piece dates after Qin unification, after 221 BCE, and measures 8.8 centimeters in length, and is illustrated in Eastern Zhou and Qin Civilizations, figure 103, page 237 and Wenwu 1973, 12, pages 59-61 and Qin jinwenlu no. 82. References to where it was found are stated in Jinwen fenyu bian.
Qin Dynasty, circa late 3rd century BCE
Length: 3 inches (7.62 cm) Height: 1 1/8 inches (4.6 cm)
The piece is cast in bronze and the inscription that runs along the feline’s back is composed of two lines of gold inlaid characters. The inscription reads: “Ju si rong (Name) taishou (Prefect) Jian (offer/recommend) hufu (tiger tally) xing” — translatable : to Ju Si Rong Prefect In Recommending the tiger tally. Ju Si Rong Prefect appears to be the receiver of this royal Qin tally. It is in the Chen Collection, Paris, dates between subjugation of Han by Qin and Qin unification, between 230 – 221 BCE, published in Gugong Jikan, Volume 10: 1 and Qin jinwenlu no. 83.
Scavato a Beichencun, Xian, Shaanxi province, pubblicato in Wenwu 1979: 9, pages 93 – 94, testo di Hei Guang.
Trovato nella tomba del re di Nanyue e databile verso il 111 a.C. A small gold and silver inlaid bronze tally in the shape of a tiger comes from the tomb of the King of Nanyue and can be dated to ca. 111 BCE when the King lost his power to the stronger Han emperor from Xian (ancient Changan) (Treasures of the 300 Best Excavated Antiques from China, 1992, no.202, p.215). The tiger-shaped tally from the Nanyue royal tomb is inscribed ‘carriage pass by royal decree.’
Trucchi e ..
Anche il mio Hufu ha sul dorso una scritta di assai difficile interpretazione.
Ho chiesto a molti amici nel mondo una possibile traduzione del carattere inciso nelle due metà della tigre.
Tutti dicono di non riuscire ad interpretarlo, di non conoscere né di trovare nei testi nulla di simile.
Poiché nessuno ha trovato una possibile traduzione, proprio questo fallimento per me potrebbe essere una possibile soluzione.
Ecco il trucco : invece che incidere due caratteri noti, chi ha creato questo Hufu ha scelto una strada nuova :
ha deciso di inventare due segni, due segni inesistenti, due tra i miliardi di segni possibili.
In questo modo l’astuto inventore era ancora più sicuro che nessuno avrebbe mai potuto immaginare un segno identico e quindi falsificare una delle due metà di questa “tigre di identità”.
Con questo trucco di inventare ed incidere un segno inesistente credevo di avere brillantemente risolto l’enigma del carattere indecifrable sul mio Hufu.
Ecco però che un grande esperto inglese trova invece una possibile interpretazione che traduce quel simbolo e quindi vanifica la mia precedente ipotesi.
Scrive il “Maestro dell’Eremo delle Acque, del Pino e delle Rocce” :
Dear Franco
I think it is an old version of the character
歲 sui written 㞸 It means “year”
as in ‘I am ten sui (I am ten years old)’ but can also mean year as in ‘year after year, etc.‘
Below is just decoration, repeated rings, standard.
The characters are on either side, mirroring each other
unless I have it completely wrong – always a possibility I find, just as the wife!
H
Sul mio Hufu ci sarebbe scritto dunque soltanto :
Questa scritta, davvero criptica, sembrerebbe non avere molto senso.
Però …
Però se il carattere significa “Anno” e poi sull’ Hufu non c’è scritto niente altro,
allora ipotizzo io la storia potrebbe essere questa.
Donatario e destinatario (non scrivo “Imperatore” e “Generale” perché la fattura di questo Hufu
è troppo semplice e rozza perché possa provenire dalla raffinatissima corte imperiale) decidono insieme
di riferirsi ad un anno, un particolare anno. Ma non scrivono sull’Hufu questo anno, questa data.
E’ un numero che sanno e sapranno soltanto loro due.
Un anno che per loro due significa qualcosa, ma che per ogni altra persona potrebbe essere qualsiasi anno e quindi nessuno.
.. e tradimenti.
Il messaggio è quindi ora ancora più top secret. Infatti ammesso pure che una delle due metà cada in mano
di un estraneo e che questo estraneo riesca a raggiungere il possessore dell’altra metà dell’Hufu, l’arbitrario possessore potrà sì dimostrare di avere la metà mancante, ma dovrà pronunciare anche il numero di quell’anno particolare. Numero non scritto sull’ Hufu, numero che solo due persone al mondo conoscono e che nessuno può ragionevolmente indovinare.
L’incauto portatore della metà rubata dimostrerà di non conoscere quale anno i due originali proprietari avessero concordato. Quindi si dichiarerà non soltanto inaffidabile messaggero, ma peggio : confesserà di essere l’abusivo possessore di un Hufu rubato.
Questa dell’anno concordato ma non scritto è soltanto un’ipotesi certo, ma mi piace sapere che – anche se nessuno potrà mai confermarmela – nessuno potrà mai nemmeno radicalmente confutarmela.
Il saggio “Maestro dell’Eremo, delle Acque, del Pino e delle Rocce” legge questa mia ipotesi :
Could my tiger tally work so, with only one word (“year”) written and only one number memorized ?
Franco
… e poi mi risponde con un sorriso che immagino pieno di sorridente e benevole ironia :
No idea, but I love the guesswork involved.
H
Mi piace concludere questa perigliosa arrampicata sugli specchi con le affettuose parole di un grande scienziato, che non si occupa di storia ed arte cinese, ma anzi di invecchiamento nelle malattie cardio-vascolari eppure trova il tempo di leggere le mie farneticazioni sugli Hufu cinesi e così mi scrive :
E’ curioso e bizzarro come il tempo si dilati nelle due dimensioni, passato e futuro, avendo il presente come momento di valutazione e di giudizio.
Da ricercatore, cerco nella novità, nell’innovazione il momento al presente per l’unicità della scoperta destinata al futuro, alla fine la mia gratificazione per la scelta scientifica fatta.
Da esperto d’arte, tu cerchi nel passato l’intuizione del presente che ti permetta di cogliere l’unicità della scoperta, non colta da altri, la tua propria gratificazione per l’intuito e la conoscenza del passato.
Per entrambi il valore pecuniario della “scoperta” è marginale e estraneo alle motivazioni che hanno acceso l’interesse per futuro e passato, rispettivamente. Conta la conferma della previsione, quella tigre divisa a metà era lo strumento che autentificava una missiva, una password che certificava la veridicità dell’informazione.
Hai dato contenuto storico e valore ad un oggetto negletto da tanti altri esperti e collezionisti al momento dell’asta. Come la pietra d’angolo scartata dagli architetti. Questa è la vera scoperta, il contenuto dell’oggetto, come tu hai scritto.
Facendo questo hai inconsciamente dilatato il tempo, ponendo un oggetto del passato all’interesse del presente e alle tue aspettative per il futuro. Questa dilatazione del tempo, come ti ho già detto, è viatico ad un invecchiamento sano e attivo, quindi un investimento sicuro per il tuo futuro. Tradotto con le parole di Solone: «E invecchio, sempre molte cose imparando».
Ma anche, con sana filosofia conquistata con l’invecchiamento: Finché c’è passione c’è vita….
Verissimo : finché c’è passione c’è vita.
E forse, mi piacerebbe crederlo, c’è passione anche dopo la vita.
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