Il testo sulla Signora cinese
sensualmente adagiata, sapientemente atteggiata, elegantemente acconciata, completamente nuda, eccetto per delle scarpine che le martirizzano i piedini ha suscitato un vivace dibattito.Uno dei commenti – pubblicato il 18 Febbraio 2015 alle 10,06 am (è il 28° in ordine di apparizione in appendice al testo) -
ha poi evidenziato un particolare della scultura che non era stato sottolineato nella prima versione del testo.
Si sarebbe dovuto aggiungere a quel commento una foto che mostrasse il dettaglio che chi scrive quel commento trova così entusiasmante.
Purtroppo però io non ho ancora scoperto come si fa ad allegare fotografie ai commenti.
E’ inevitabile perciò riportare qui quel commento accompagnato da fotografie che ne giustifichino il senso.
… Ma ecco la sorpresa : in un’opera di Luigi Gerli per Sgarbi (e in questa “Donna sdraiata” per me)
il virtuosismo si trasforma in viva verità dell’esistenza.
Scrive Sgarbi :
“Assai raramente mi è accaduto di vedere una cosa simile : un superamento del virtuosismo,
non per rapidità esecutiva, ma per eccesso di minuzia di perfezione”.
Questo virtuosismo che si trasforma in viva verità dell’esistenza
è verità che tocco con i miei occhi, che assaporo con le mie dita,
se solo accarezzo l’elegante e sensuale Signora cinese d’avorio.
E’ un dettaglio, minimo e irrilevante, ma rivelatore.
La mano destra della donna è appoggiata sui capelli. Capelli bellissimi, morbidi,
elegantemente trattenuti in uno chignon da un fermacapelli
che chiede solo di essere sfilato per liberare i capelli sulle spalle nude..
( .. e i capelli sciolti le facevano ombra sul collo e le spalle.. Archiloco frammento 31)
Però le dita della mano appoggiata sui capelli non sono banalmente distese, una accanto all’altra.
No : il dito indice lievemente si sovrappone al dito medio.
Sarebbe stato semplicissimo, naturale, inevitabile rappresentare la mano esattamente come la mano sinistra :
con le dita distese. E invece no :
persino in questo dettaglio, nella mano morbidamente appoggiata sui capelli,
lo scultore di questa “Donna sdraiata” vuole mettere un fremito di vita, un brivido, un’emozione.
Vuole e trova e ci dona verità.
Forse dovrò aumentare il prezzo di questa scultura se mai trovassi un compratore più astuto
di quello descritto nel dialogo qui sopra, ma soprattutto più innamorato di me.
A thing of beauty is a joy forever.
John Keats
Più sopra parlo di un particolare nella piccola scultura d’avorio che rappresenta una donna nuda distesa.
E’ un dettaglio, minimo e irrilevante, ma rivelatore.
La mano destra della donna è appoggiata sui capelli.
Capelli bellissimi, morbidi, elegantemente trattenuti in uno chignon da un fermacapelli
che chiede solo di essere sfilato per liberare i capelli sulle spalle nude..
( .. e i capelli sciolti le facevano ombra sul collo e le spalle.. Archiloco frammento 31)
Però le dita della mano appoggiata sui capelli non sono banalmente distese, una accanto all’altra.
No: il dito indice lievemente si sovrappone al dito medio.
Sarebbe stato semplicissimo, naturale, inevitabile rappresentare la mano destra esattamente come la mano sinistra: con le dita distese.
E invece no: persino in questo dettaglio, nella mano morbidamente appoggiata sui capelli,
lo scultore di questa “Donna sdraiata” vuole mettere un fremito di vita, un brivido, un’emozione.
Vuole e trova e ci dona verità.
Il dettaglio, così intimo e sensuale, della mano con le dita sovrapposte, mi è tornato in mente ieri pomeriggio in un’elegante boutique.
Chicca, la più affascinante fanciulla di Venezia mi regala una chicca.
Ha studiato per anni i gioielli indiani ed ha viaggiato per mesi in tutta l’India.
Sa tutto e anche qualcosa di più. Questo dettaglio, per esempio, così intimo e sensuale.
Un vero gentleman – dice Chicca – non confesserebbe mai di aver avuto rapporti con una signora.
Come diceva l’Avvocato Agnelli: “un gentiluomo parla con le donne, non parla di donne”.
Come disse una irritata gentildonna inglese negando di aver mai conosciuto il non-gentiluomo
che si vantava pubblicamente di averla posseduta,
facendogli notare la lieve ma sostanziale differenza tra penetrazione e presentazione :
“In my milieu penetration doesn’t mean introduction”.
Come mi dice Chicca, in India un gentiluomo si limita a dire di una signora: “Ho visto i suoi smalti.”
Perché ? perché spesso in un prezioso gioiello indiano non rimane senza decorazioni
nemmeno il rovescio, l’interno, la parte assolutamente invisibile.
L’artista o l’artigiano orafo indiano spesso decorano con smalti preziosi persino la parte invisibile di un gioiello.
“Aver visto i suoi smalti” implica pertanto che il gentiluomo non si è limitato ad ammirare i gioielli indossati dalla dama :
l’ha aiutata a toglierseli. O anche delicatamente e sensualmente glieli ha ad uno ad uno tolti lui.
Caro Franco,
grazie del consiglio e di questa nuova e a me sconosciuta informazione…
L’espressione ..’vedere gli smalti’ …
aggiungerei, ‘l’osservarli uno a uno’,
è davvero una delicata carezza d’amore.
Una colta e raffinata celebrazione alla sensualità femminile più intima …
Chapeau!!
A presto,
Andrea