In una notte di Luna piena misteriosamente nella laguna calmissima si innalza una gigantesca onda.
E’ un’onda maestosa, come le onde lunghe del Pacifico.. come le onde gigantesche degli antichi miti
e delle leggende dei marinai.
In una notte di Luna piena la Grande Onda avanza e si frange proprio davanti a San Marco.
L’enorme massa d’acqua iridescente precipita in silenzio con un movimento inarrestabile eppure immobile.
La Luna fa surf sulla Grande Onda a Venezia.
Eppure la Grande Onda non è nata come Grande Onda.
E’ nata come “Forma n. 8” prima nel pensiero di una sensibile artista, poi tra le fiamme di una fornace.
Noi la scopriamo la notte di un 7 maggio di tanti anni fa in campo Santa Maria del Giglio. La galleria d’arte è chiusa,
le luci sono spente. Eppure persino nella penombra colpisce l’idea geniale di questa scultura di vetro :
non usa nessun colore per ottenere, attraverso l’iridescenza, l’emozione di tutti i colori.
La forma è vibrante, viva, elegante e ci comunica una sensazione positiva.
Gioia. Inspiegabile, ma palpabile.
Torniamo il giorno dopo. Il gallerista pare colpito dalla nostra scelta. Ne sembra quasi felice.
Toglie la scultura dalla vetrina e me la porge.
In quel momento, esattamente in quel preciso momento, non prima, nasce la Grande Onda. Perché ?
Perché quello che avevamo ammirato in vetrina la sera prima era il fronte della scultura. Ma soltanto ora scopro nel retro, ruotando la scultura, una nuova diversa immagine a me particolarmente cara :
.. è una delle grandi onde dell’oceano proprio nell’istante in cui
la curva diventa insostenibile e l’orlo sta per rompersi frangendosi in spuma :
Ed ecco per incanto ho tra le mie mani la “Grande Onda” del genio
che si firmava ‘Gakyorojin’ : Hokusai, il vecchio pazzo per la pittura :
Non la più famosa Grande Onda a colori delle “36 vedute” : ma invece proprio
la infinitamente più emozionante e travolgente Grande Onda in bianco-e-nero delle “100 vedute del Fuji”
Molto più emozionante e coinvolgente questa Grande Onda monocroma che non quella a colori
perché qui, e soltanto qui, la spuma dell’onda si trasforma in uccelli marini a volo sul pelo dell’acqua.
Ancora una volta ecco la infinita ricchezza di colori
che solo l’assenza di colori – il bianco o il nero assoluto ci regalano.
Ancora una volta la conferma che ogni scultura va accarezzata, esplorata con curiosità
e sensibilità ed emozione proprio come fa, deve fare, un non vedente.
Questa Grande Onda ne evoca immediatamente altre, altrettanto mitiche.
Le onde epiche di John Milius in “Big Wednesday” (1978)
Le Grandi Onde in “Point Break” di Kathryn Bigelow (1991) :
Una dopo l’altra, come le onde del mare, è un susseguirsi di sensazioni ed emozioni
che la piccola delicatissima forma madreperlacea evoca e fa vivere.
Poi scopriremo che la Grande Onda è opera di Margherita Serra.
Che è stata creata a Murano dal Maestro Oscar Zanetti nella sua fornace.
Che è un prototipo con lavorazione a massello di cristallo iridescente.
Che è numerato e firmato a mano 1/30, ma in realtà è un pezzo unico
perché a tutt’oggi ne è stato realizzato un solo esemplare.
Che è davvero una Grande Onda nonostante sia piccola cm 26 x 12 x 15.
Micro-monumentalità.
Una scultura capace nelle sue ridotte dimensioni di conquistarsi un grande spazio tutt’attorno
e di fare vibrare, immobile, l’aria e il cuore.
Scopriremo e torneremo a sperimentare per più di vent’anni che ogni giorno,
ogni ora, ad ogni impercettibile mutamento di luce, la Grande Onda regala
un ben percettibile ed inesauribile flusso di sempre nuove emozioni.
Come un arcobaleno, capace sempre di rasserenarti dopo gli inevitabili temporali della vita.
Negli anni la Grande Onda ci ha accompagnato a scoprire e ad amare altre onde :
ad ammirarne la forma, ad ascoltarne la musica e persino a riconoscerne il profumo.
L’immagine di un grandissimo artista, per me prima ancora che scrittore, emozionante pittore
di indimenticabili acquarelli e gouaches. Scrive “Ma Destinée” Victor Hugo
e sintetizza nella sua Grande Onda il proprio destino.
La Grande Onda di legno massiccio di un gigantesco gancio da focolare giapponese :
un ‘Jizai-gake’ che ancora porta nell’incavo le cicatrici profonde scavate per secoli dallo scorrere di una pesante catena di ferro
Le onde, le infinite sempre verissime Grandi Onde di Courbet :
L’onda, l’elegante ricciolo di legno scolpito, che decorava la prua di una imbarcazione nel Sud dell’India
e solcava le acque della laguna, così simile a quelle di Venezia, nel Kerala :
E ancora altre Grandi Onde, non rappresentate ma visibilissime nelle pagine di Melville e Conrad e Baudelaire.
Onde percepibili senza nemmeno vederle, anche soltanto nel profumo che sale su fino al ‘nostro tavolo’
alla trattoria “Le Grottelle” proprio sopra l’Arco Naturale a Capri.
O la musica delle onde leggere nell’atollo di Tetiaroa, quando Marlon Brando ci ospitò
solo perché gli serviva il nostro aereo da turismo per andare, lui miliardario gratis, a Tahiti.
O l’emozione indescrivibile del nuotare sott’acqua (abusivamente) nella Grotta Azzurra,
mentre il barcaiolo con il remo provoca in superficie esplosioni di iridescenza.
Scopriremo soprattutto che la Grande Onda ha viaggiato con noi tra Venezia e Siena e Milano e ancora Siena, ma poi è tornata qui, a Venezia per frangersi iridescente e maestosa ogni giorno. Per ancora molti giorni, si spera.
Quasi tutte le foto di questo articolo sono stata scattate con un semplicissimo cellulare dalla signora Aurelia Ulinici.
Aurelia non avrebbe voluto essere pubblicamente citata e ringraziata, ma io sono felice di farlo
soprattutto perché Sabrina e Damian siano giustamente orgogliosi della loro dolcissima mamma.
caro Franco, sono stata sorpresa …. (dopo qualche minuto) ….
Il mio computer ha fatto partire l’inizio del mio messaggio, veloce anch’esso come un’onda.
Mi ha sorpreso non poco il bellissimo pezzo scritto e i vari riferimenti
a meravigliose immagini che richiamano per movimento e luce il mio lavoro.
Un’incandescenza così non è facile ottenere.
La tua “Grande Onda” è comunque la prima e unica.
Terrò come importante documento il tuo scritto da inserire in un catalogo, sempre se me lo permetterai.
Augurandomi di avere l’occasione di rivederti in quel di Venezia, un “Grazie” e un affettuoso saluto.
Ti auguro tutto di bene con la piccola meravigliosa onda !
Margherita Serra
“onda” viene da un termine(antico indiano) udnah.Che è faticoso come un’apnea e poi per miracoli glottologici s’addolcisce.Come
la tua sempre meravigliante prosa,caro franchinobellino,che sembra un Debussy. O NDA – ON DA – OND A AAAAAAA aaa aaaaaa aa a a a a
Piccola dichiarazione d’amore, un po’ copiata :
Raccontare Giovanna a chi non la conosce? … Si può spiegare il mare a chi non l’abbia mai visto?
Il mare notturno, il mare di primavera, il mare in burrasca, il mare dell’alba?
I suoni del mare, la luce del mare al tramonto ? Il profumo del mare quando ancora non lo vedi ?”.
(Dario Bellezza e FB)