Un giorno, circa 44 anni fa giorno più giorno meno, in una botteguccia di cose vecchie
poco lontano da Jemaâ El Fna a Marrakech, in una stradina stretta stretta che sembra una calle di Venezia,
mi appare un oggetto magico.
E’ così magico che lo acquisto senza nemmeno discutere il prezzo, opzione da quelle parti insensata
e persino velatamente disprezzata. Lo acquisto di slancio non perché sappia che cosa è o quanto vale,
ma semplicemente perché ho capito che questo è proprio ciò che vuole lui. Lui, l’oggetto, non il venditore.
Mi conquista subito la vivacità di questa lucertola che sembra guizzare velocissima
sulla superficie d’argento.
Un altro giorno, circa 44 anni dopo cioè ieri, scopro che la lucertola non è una lucertola.
E scopro soprattutto che quella lucertola che non è una lucertola è intelligentissima :
ne sa molto più di me e me lo dimostra.
Che cosa è questo oggetto ?
E’ un amuleto in argento povero o in una lega argentea.
Largo 8,5 centimetri e alto 13.
Il fondo rappresenta la nicchia stilizzata del mihrāb con una decorazione ad arabesco, molto semplice e poco raffinata.
Appoggiata sul mihrāb c’è una salamandra, rappresentata con grande realismo e vivacità. La salamandra è applicata sulla superficie con due chiodi ribattuti sul verso. Questo animale è spesso presente con valore di protezione tra le tribù berbere del Sud del Marocco, da Marrakech agli spazi infiniti del Sahara e alle cime bianche di neve dell’Alto Atlante.
Perché c’è il “mihrāb” ?
Il Miḥrab (in arabo: محرابIl miḥrāb è una sorta di abside, meglio di nicchia che, in una moschea o dovunque si voglia pregare, indica la qibla, cioè l’esatta direzione della Mecca, la città dove si trova la Pietra Nera della Ka’ba.
Infatti è proprio verso la Ka’ba (in arabo كعبة, al-Ka’ba che significa “il dado”) che deve essere orientato il viso
di chi prega nel corso della preghiera islamica canonica e di ogni altra preghiera volontaria.
Se in una moschea il mihrāb è una nicchia, decorata con maggiore o minore sfarzo, in una stanza d’albergo il mihrāb potrà essere una semplice scritta su una parete che aiuti chi non sa determinare il giusto orientamento e sia sprovvisto di bussola. Nella cabina di un aereo in volo la direzione potrà essere invece indicata dalla scritta di un proiettore in grado di mutare direzione a seconda dei vari cambiamenti di rotta dell’aereo.
In realtà non è poi così indispensabile che chi vuole pregare sappia individuare le coordinate geografiche del luogo
in cui si trova e di conseguenza la precisa direzione verso cui rivolgersi.
E’ documentato che i fedeli sbagliano spesso, ma la loro preghiera vale ugualmente perché la direzione importante
non è quella reale, ma quella che la comunità dei fedeli ritiene essere giusta.
Non è poi sempre vero che gli arabi conoscano geografia e stelle. Racconta un viaggiatore : una volta
nel Sahara algerino chiesi a un beduino come faceva a orientarsi di notte con le stelle. Mi rispose :
Io le stelle non le conosco e di notte non vado più in giro perché mi perdevo regolarmente.
Comunque in una casa, un ciondolo o un amuleto che rappresenta, come nel mio caso, il mihrāb
andrebbe appeso ad una parete esattamente nella direzione della Mecca.
Per l’Italia in generale e per Venezia in particolare verso Sud-Est.
Perché c’è la salamandra ?
Copio-incollo da Wiki : Salamandra è un genere di anfibi urodeli della famiglia Salamandridae.
Le specie del genere Salamandra sono distribuite in Europa, Nord Africa e Asia occidentale.
Vivono in zone umide e con un clima fresco tutto l’anno, in collina e montagna, dove frequentano il sottobosco.
Alla salamandra furono attribuite nell’antichità, ed in particolare nel medioevo, proprietà e relativi simboli.
Secondo un’antica leggenda le salamandre erano capaci di attraversare le fiamme rimanendo illese.
Tale caratteristica (presunta) ne fece quindi un animale con un’alta carica simbolica. La salamandra viene spesso rappresentata in mezzo alle fiamme. Essa fu scelta come simbolo araldico anche da Francesco I, re di Francia,
associata al motto in latino Nutrisco et extinguo
La capacità della salamandra di resistere al fuoco portò a identificare l’animale con le virtù che consentono alla persona giusta di passare indenne attraverso le tribolazioni e le tentazioni della vita. Così la salamandra diventa emblema della Verginità e della Castità, virtù che consentono agli esseri umani di attraversare un mondo di tentazioni senza cadere nel peccato. In più la sua capacità di distinguere il fuoco buono, quello che dà calore e vita, dal fuoco cattivo, che tutto distrugge, alimentando il primo e spegnendo il secondo, ne ha fatto anche il simbolo della Giustizia distributiva di Cristo.
Infine l’affermazione di Cristo: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso !»
e la sua “discesa agli inferi” cioè nel fuoco eterno, uscendone vittorioso, hanno fatto della salamandra
un simbolo di Cristo che risorge.
In araldica la salamandra simboleggia la costanza, la resistenza al male e ai nemici, il valore militare,
il successo in battaglia. Più spesso ancora che non sopra un mihrāb in Medio Oriente
la salamandra è rappresentata sulla “Mano di Dio” o “Khamsa”
Perché questo oggetto è magico ?
Intanto perché questa salamandra è stata capace di attraversare i pericoli di 7 traslochi, 15 rischiosi viaggi
tra Marrakech e Milano e Venezia e Siena e ancora Milano e infine (per ora) Venezia
tra cartoni fatti e disfatti più e più volte, uscendone sempre meravigliosamente illesa, lucida,
vivacissima e guizzante come se tutte queste traversie per lei non fossero mai esistite.
Poi perché quando dopo 44 anni che vivevamo insieme ho scoperto che non era una lucertola, ma una salamandra,
lei ha dimostrato la sua felicità. E solo in quel momento io ho scoperto che la lucertola, in realtà salamandra,
sapeva esattamente quale era il suo posto in casa mia. E se l’era già preso da sola !
Infatti il mihrāb su cui si arrampica la mia salamandra dovrebbe essere posto in direzione della Ka’ba.
Ebbene in questi ultimi anni la salamandra è stata precariamente sistemata in casa
esattamente nella direzione della Mecca. Non per una mia scelta consapevole : io non sapevo dove metterla.
Un giorno l’ho appoggiata su una mensola in bagno e lì è rimasta.
Beh, quel posto è l’unico posto ‘giusto’ di tutta la casa.
Solo oggi, grazie al GPS di una carissima amica, ho potuto verificare che sì : il luogo dove la salamandra si è sistemata
è esattamente il luogo dove avrebbe dovuto essere sistemata. Lei lo sapeva, io no.
Per me questo suo sopravvivere a viaggi e traslochi e questo suo scegliersi tra i mille posti disponibili in casa
solo quello e proprio quello dove lei (non io) sa di dover stare sono la prova indiscutibile
che questa lucertola che non è una lucertola è intelligentissima : ne sa molto più di me e me lo dimostra.
Per altri motivi, che preferisco qui tralasciare, da quando la mia salamandra si sente capita e riconosciuta
sembra anche decisa a portarci fortuna. Molta fortuna : molta più di quanta meritiamo.
Di ciò le siamo profondamente e affettuosamente grati. Anzi, per invogliarla a continuare,
vado subito ad accarezzarla.
Questo commento non è proprio un commento : sono tutte le parti che ho via via amputato dal testo qui sopra
nel patetico tentativo di renderlo il più breve possibile. Sperando che qualcuno un giorno, forse, magari lo legga.
Tentativo patetico perché oggi ormai qualsiasi testo che superi i 140 caratteri (in pratica una ventina di parole)
appare così esageratamente lungo dal dissuadere immediatamente dalla lettura.
D’altra parte continuo a illudermi che ogni tanto si possa ancora trovare qualcuno
dotato di un virtù che una volta si considerava persino un difetto : la curiosità.
Difetto la curiosità ? ! ?
Io farei un monumento alla curiosità. “E invecchio sempre nuove cose imparando” come dice Solone
e come ogni giorno fa il grande Valentino che osserva e impara e se necessario persino copia,
lui 9 volte Campione del mondo, i suoi giovani allievi.
Ecco allora vari stralci di notizie che ripesco dal cestino e propongo in ordine sparso :
Salamandra, accenni di bibliografia :
* Canestrini Duccio “La salamandra” Rizzoli 1985
* Rabaté, Goldenberg, Thau “Bijoux du Maroc du Haut Atlas à la Mediterranée depuis le temps des Juifs” 1999. La splendida foto in bianco e nero qui sopra della donna che ha al collo un ciondolo a forma di mano, khamsa, su cui appare la salamandra viene da pagina 175 di questo volume : è un’antica cartolina postale del 1914 nella collezione di Gérard Lévy, Paris.
* Nesi A. “Salamandra tra realtà e mito” QS20 1999
* Kahn Axel, Papillon Fabrice “Le secret de la Salamandre.La médecine en quête d’immortalité” 2005
In natura, la salamandra è un anfibio con un corpo sottile, una lunga coda e quattro zampe della stessa lunghezza.
Alcune specie trascorrono tutta la vita in acqua, altre sono unicamente terrestri. Su questo anfibio, evitato da diverse specie di animali ma innocuo per l’uomo, sono sorte numerose dicerie popolari. Notissima è la credenza secondo cui la salamandra gialla e nera sarebbe in grado di attraversare il fuoco senza subire alcun danno: è un essere misterioso capace di vivere, morire e rigenerarsi nel fuoco.
A questo misterioso animale è legata una tradizione di simboli e significati che ha radici molto lontane. Se ne parla già nell’antica Grecia e si trovano riferimenti anche nei miti pagani, nelle religioni cristiana ed ebraica, nella cultura arabo-persiana, perfino nel culto esoterico. Nel periodo romano gli venivano attribuiti poteri speciali come quello di spegnere gli incendi, tanto che esemplari disseccati venivano venduti nei mercati per allontanare il pericolo di incendi domestici.
Plinio il Vecchio, nel suo Historia Naturalis, racconta che la valorosa salamandra sarebbe tanto affascinata alla vista del fuoco da lanciarsi nelle fiamme come per sbaragliare un nemico. Simili ipotesi, peraltro, erano già state formulate da Aristotele nel IV secolo a.C.
La leggenda legata a questo piccolo animale, si deve probabilmente, al suo naturale comportamento: le salamandre trascorrono il letargo invernale
in vecchi tronchi. Quando capitava che nel caminetto finisse un pezzo di legno contenente una salamandra,
era possibile vederla scappare di corsa dalle braci dopo il brusco risveglio, spesso incolume grazie alle secrezioni naturali della sua pelle.
In alchimia è il simbolo della pietra incandescente o zolfo filosofale. Nell’iconografia cristiana del medioevo, l’animale rappresentava
il “giusto che non perde mai la pace dell’anima e la fiducia in Dio, pur nel mezzo della tribolazione”. La salamandra è il simbolo del mistero.
Fu considerato emblema di Giustizia: essa tratteneva i fuochi buoni e spegneva quelli cattivi al suo passaggio.
La salamandra è un simbolo di coraggio e resistenza, può riprendersi da ferite gravi o anche amputazioni.
Ma simbolizza anche la fragilità, trattandosi di un animale piccolo. La salamandra simbolizza il binomio freddo/razionalità, in contrasto con il fuoco/estremismo.
È simbolo della fede costante, trionfatrice sul fuoco delle passioni sino a spegnerle; la resistenza al fuoco equivale alla vittoria sul male.
a cura di: Danilo Tregnago
Symbolic Salamander Meanings
Perhaps the most profound symbolic meanings of the salamander are evident when we observe it in nature. To illustrate, the symbolism of water deals with transformation, intuition and motion. Therefore, water dwelling creatures such as the salamander hold symbolism of psyche, spirituality, emotion, and ease of motion. These attributes are intensified by the salamander’s nocturnal nature because night time is symbolic of shadows, secrets, dreams, intuition and psychic abilities too.
Summary of Symbolic Salamander Meanings
• Vision
• Energy
• Secrets
• Growth
• Balance
• Emotion
• Renewal
• Transition
• Awareness
• Spirituality
• Adaptability
• Opportunistic
• Enlightenment
• Resourcefulness
Quite a diverse list of attributes, isn’t it? That’s because the salamander itself is a diverse creature.
In fact, its symbolic meanings are a bit slippery (pardon the pun) because the salamander is an unorthodox creature with a many outstanding qualities.
One such duality is that it is considered a solar power animal, yet it is primarily nocturnal, preferring to hunt for food in the evening hours.
This is a lesson for us to demonstrate balance in our lives. In this case, the salamander also asks us
to make the best use of our time (both day and night) and wisely balance the opportunities we have at our fingertips.
Salamanders regrow their tail and limbs if lost in near-missed bites from their predators or other calamities.
This is symbolic of renewal, regeneration, rebirth and growth. Here the salamander beckons us to call upon our deepest internal resources
to produce the development we require in our lives. It is also a message that there is never loss, and to seek out renewal whenever possible.
Animal symbolism of the salamander continues when we learn it is cold blooded. This is analogous of adaptability and adjusting to our environment.
The salamander asks us to perceive the changes going on around us and adapt to our best ability rather than fight against the changes.
The salamander comes to those who are in need of change in their lives.
The salamander evolutionary feat to observe, and as such, it asks us to evolve in our own lives.
As you can see, the symbolism of the salamander is far-reaching and practically inexhaustible.
I would encourage you to invest the time with this fascinating creature.
Get to know the salamander, sincerely ask for the wisdom it has to offer.
In time this noble creature may even allow you to adopt it as an animal totem.
Either way the knowledge of the salamander is to be honored like a fiery gem glistening within your psyche.
I hope you have enjoyed this page on symbolic salamander meanings.
Leggo da qualche parte questa ipotesi – per ora molto vaga e che andrebbe approfondita –
di una lontana origine ebraica per il motivo simbolico della salamandra :
… La rappresentazione di animali su un certo numero di queste “Mani” (Khamsa”) non ha una chiara interpretazione.
Se si tratta di un’aquila, di un rapace, di un uccello è probabile che l’animale abbia una valenza benefica,
anche se spesso è difficile identificare di che volatile si tratti.
I piccoli animali dal corpo sottile, con quattro zampe e una lunga coda, che si attorcigliano su questi pendenti in forma di mano
hanno originato un dibattito.
C’è chi ci vede delle salamandre, batraci con una forte valenza simbolica che prende origine da un’antica tradizione ebrea
e che avrebbero conservato la loro funzione mitica anche tra popolazioni che non avevano probabilmente mai visto delle salamandre in realtà.
E’ inevitabile però ammettere che le protuberanze e la ‘quadrettatura’ che ornano il dorso e i fianchi di questi piccoli e vivacissimi animali
evocano piuttosto le scaglie di un rettile, quindi di una lucertola locale, assai più familiare in quei luoghi.
Un personale ricordo a proposito di lucertole.
Anni fa abitavo in un antico palazzo sul Canal Grande. Già il nome era uno spettacolo : Palazzo Contarini dagli Scrigni – Corfù.
L’appartamento al sesto piano (con ascensore !) aveva uno stupendo terrazzo,
aperto sia sul Canal Grande che sul confluire del Rio di san Trovaso con il Rio de la Toletta.
Il terrazzo aveva grandi vasi di fiori, un albero di pesco, rose rampicanti e piantine di zafferano.
I tetti tutt’intorno, dominati da una misteriosa specola e da un camino di disegno khmer,
erano visitati solo da fieri e poco inclini a confidenze gabbiani e da vispe lucertoline.
Decisi di accogliere le lucertoline con briciole dei biscotti del Nono Colussi,
il più geniale pasticciere di Dorsoduro e, per noi, di tutta Venezia.
Mi inventai un fischio per richiamare le lucertole. Tempo una decina di giorni le lucertole avevano imparato :
io uscivo in terrazzo … fischiavo … ed eccole apparire tra le tegole e da lì tutte intorno a me in attesa.
Per un attimo immobili e con la testolina rivolta in su. Mi sentivo un po’ Francesco che predica agli uccelli.
Il rito dell’appello col fischio e del pic-nic delle lucertoline era molto divertente per me ed evidentemente molto piacevole per loro.
Senonché giorno dopo giorno le lucertoline presero sempre più confidenza.
La simpatia tra loro e me e forse la loro riconoscenza per la bontà di quelle briciole divenne tale
che al mio fischio le lucertoline non solo arrivavano, ma mi si avvicinavano sempre più.
Sarebbero anche salite sui miei piedi guizzando rapidissime se un brivido forte e improvviso lungo tutta la spina dorsale
non mi avesse fatto saltare via e correre a rifugiarmi in casa. Abbandonando vergognosamente briciole e troppo amichevoli lucertoline.
Da quel giorno il rito continuò molto divertente per chi mi osservava, spesso senza assolutamente credere al racconto della mia grande amicizia :
era vero, io le chiamavo, le lucertoline apparendo dal nulla si precipitavano, ma io ingloriosamente scappavo. Un animale di 80 chili messo in fuga col pelo ritto da alcune fragilissime lucertoline !
Questa dell’ammaestratore di lucertole mi mancava.
Franco di Sales ))
Avresti potuto creare un numero al circo.
(Comunque i gabbiani sono molto più aggressivi delle lucertole.)
Beh, l’altro Francesco parlava agli uccelli e ammansiva il lupo a Gubbio.
Poi c’è un Francesco adesso che tuona contro i pedofili e i politici corrotti.
Si faceva quel che si poteva…….