Due poeti, lontani tra loro circa 800 anni di tempo e 8000 chilometri di distanza.
Uno descrive l’uomo come una marionetta di legno che per un po’ danza e poi si ferma. La vita è un sogno : non significa nulla.
L’altro descrive l’uomo come un povero attore che per un po’ danza e poi si ferma. La vita è un racconto : non significa nulla.
Ma allora l’Imperatore cinese si è reincarnato a Stratford-upon-Avon ?
Scrivendo sugli antichi servizi da tavola per i grilli,
a pagina 189 del mitico Bertuccioli “La letteratura cinese” (Sansoni-Accademia 1968) trovo questi versi di Hsüan-tsung (685-762)
raffinato poeta e a tempo perso distratto Imperatore :
Una figura di vecchio,
scolpita nel legno e mossa con dei fili,
con la pelle rugosa ed i capelli bianchi,
simile ad una persona viva,
danza per un poco :
quindi si ferma.
E questa è la vita dell’uomo :
come un sogno.
Hsüan-tsung, K’uei-lei yin, Canto delle marionette *traduzione di P. Demièville “Anthologie de la poèsie chinoise classique” Paris 1962 a p.924
Ma ? …. ma questo è Shakespeare :
La vita è solo un’ombra che cammina;
un povero attore, che si agita e che si pavoneggia sul palcoscenico
per il tempo assegnato alla sua parte
e del quale poi non si udrà più nulla.
E’ un racconto narrato da un idiota,
pieno di strepito e di furore,
che non significa nulla.
Macbeth, atto 5, scena 5, 19-28
Non ho tempo adesso per andare a recuperare il testo cinese, la validità della traduzione di Demièville dal cinese e quella di Petruccioli dal francese.
La scoperta di questa incredibile affinità elettiva tra due poeti a 8 secoli di distanza mi sembra così emozionante che non vedo l’ora di pubblicarla.
Sono rassegnato a ricevere, già le sento, le sprezzanti critiche di esperti e accademici, sinologi e anglisti. Ma chi se … ?
Oggi, per adesso, godo.
E oggi, 16 novembre 2016, ancora più godo dell’emozionante scoperta di misteriose affinità
a 800 anni di distanza l’una dall’altra e in terre lontane migliaia e migliaia di chilometri.
Ancora più godo perché è entrato in scena pochi minuti fa un nuovo protagonista.
Entra da una imprevedibile fonte : il Forum di chi legge ed ama e commenta le storie di Tex Willer
(ebbene sì, lo confesso, Tex i suoi pards sono una mia giovanile, oggi senile, passione).
Il nickname di uno di questi appassionati partecipanti al Forum è “Crowfoot” (Piede di corvo).
Il suo motto è la bellissima frase pronunciata circa 150 anni fa da questo capo indiano :
Che cosa è la vita?
Lo sfavillare di una lucciola nella notte.
Il respiro sbuffante di un bisonte nell’inverno.
La breve ombra che scorre sopra l’erba
e si perde nel sole al tramonto.
Il capo indiano Crowfoot (1830-1890) non può aver letto né il poeta cinese né il drammaturgo elisabettiano.
Però il capo indiano sa e sente e, con parole sue e con immagini
che né il cinese né l’inglese hanno mai né visto né sognato, ci dice esattamente la stessa cosa.
Siamo nella prateria. I bivacchi notturni consentono di ammirare lo sfavillio di una lucciola.
Non tante lucciole, una sola. Poi un bisonte, non un branco, uno soltanto, respira nell’aria gelida
dell’inverno e il suo respiro ha la potenza dello sbuffo di una locomotiva
che troppo presto giungerà a distruggere quell’incanto.
Infine l’ombra degli indimenticabili nuvoloni dello Utah
(ove il tempo mio primo e di me si spendea la miglior parte), scorre sopra l’erba,
la accarezza come una mano sui capelli di una fanciulla,
come la mano che per 27 indimenticabili secondi accarezza le spighe di grano nella sequenza iniziale de “Il Gladiatore” –
e si perde infine nel sole che tramonta.
Il cinese descrive l’uomo come una marionetta di legno che per un po’ danza e poi si ferma.
La vita è un sogno : non significa nulla.
L’inglese descrive l’uomo come un povero attore che per un po’ danza e poi si ferma.
La vita è un racconto : non significa nulla.
Il capo indiano descrive l’uomo come una lucciola nella notte, un bisonte nel gelo invernale,
un’ombra che corre sull’erba e si perde nel sole. La vita è una breve, brevissima apparizione :
non significa nulla.
La vita forse non significa nulla però ha uno stupendo finale.
Ci spero.
Sei il solito, ti voglio molto bene perché rischi! Vanna
Grazie, Vanna. Come diceva il saggio :
“Se rischi, puoi toppare. Se non rischi, toppi garantito.”
Ciao Franco.
Se la vita in sè non significa nulla, il significato possiamo darglielo noi.
Che ne dici?
Un caro saluto
Marilia
Grazie, Marilia. Hai assolutamente ragione.
Come dice un carissimo amico :
“Il destino dà le carte. Ma la partita la giochiamo noi”.
Franco: 6 troppo avanti !!!!
Un abbraccione
m
Carissimo Mario, sull’essere troppo avanti, indimenticabile l’ammonimento di Stanislaw J. Lec
a pagina 22 di uno dei libri più divertenti mai letti e riletti “Pensieri spettinati” (Bompiani 1965) :
Molti che avevano preceduto il proprio tempo,
hanno poi dovuto aspettarlo in locali piuttosto scomodi.”
Lo sforzo disperato che compie l’uomo
nel tentativo di dare alla vita
un qualsiasi significato è teatro.
Eduardo
Intrigante questa identità di pensiero in secoli diversi ed in paesi con sensibilità così diverse.
B.