Sullo schermo completamente bianco, appare bianco su bianco,
il titolo che subito scompare :
Schermo bianco.
Rimane bianco per alcuni secondi. Silenzio.
Molto lentamente scopriamo che il bianco è in realtà
una nebbia fittissima che piano piano si dirada.
Attraverso la nebbia appare la facciata candida di un palazzo sul Canal Grande.
Gli occhi sgranati di un bambino ci guardano.
La facciata del palazzo lentamente dissolve
in un dipinto di Tancredi a pieno schermo (catalogo p. 187).
Un bimbo di colore, di 4-5 anni, sul pavimento di una sala della Guggenheim.
Fuori campo o sfocate si intravvedono persone con grembiuli blu.
Sono donne delle pulizie : parlano tra loro .. si sentono brani di conversazione :
- … come mai hai portato anche lui ?
- .. è così buono : lo metti alla finestra e ci sta per ore.. tranquillo, incantato…
- .. ma qui non ci sono finestre …
- … per lui i quadri sono finestre …
-
La mdp però segue il bambino che, traballando sulle gambette malferme, si allontana per esplorare il mondo …
La sequenza che segue è dedicata a due azioni :
un’azione è il bambino che assolutamente solo nelle sale deserte della mostra
scopre alcuni dipinti di Tancredi : alcuni non lo interessano, altri non gli piacciono, davanti ad alcuni però si ferma e li guarda molto interessato;
l’altra azione è la mdp che, in soggettiva del bambino, esplora alcuni dipinti di Tancredi. Lo sguardo si muove verso il dipinto, si muove all’interno del dipinto esattamente come il bambino si muove all’interno della sala,
in certi casi il bambino sembra guardare attraverso il dipinto come se fosse una finestra aperta e vedere l’esterno.
L’effetto di montaggio renderà proprio l’impressione del bambino che vede ‘quel’ dipinto come se fosse una finestra aperta su Venezia. Attraverso quella finestra il bambino vede proprio l’immagine che ‘quel’ dipinto gli evoca : i riflessi dell’acqua di un canale, l’apparizione di un palazzo attraverso la nebbia, il bagliore di vetri che nascono dalla canna di un maestro vetraio.
Ogni dipinto avrà una sua lettura : da lontano a vicino e ancora lontano (carrello o zoom) … da sfocato a fuoco … da un dettaglio al totale o viceversa (zoom out e zoom in) … scoprendo ogni volta il dipinto con diversi percorsi di lettura.
Quando il bambino in soggettiva ha messo a fuoco l’immagine, oppure ha trovato quello che per lui è il giusto punto di vista di un dipinto di Tancredi – dipinto che è sempre astratto e non realistico – la voce del bambino dice/pensa :
Venezia …
In ogni dipinto di Tancredi il bambino vede Venezia : una Venezia che lui conosce, riconosce ed ama.
Su gli occhi sgranati del bambino dissolvenza ad un’altra immagine degli occhi sgranati del bambino. Che ora però non è più nelle sale della mostra alla Guggenheim, ma in diversi luoghi di Venezia.
Il bambino può essere dietro una finestra .. per le calli… su un ponte … in un campo … in vaporetto .. in una vetreria .. sul pavimento di San Marco o sul pavimento di casa sua ….
Il bambino vede dei mosaici e dice :
Tancredi …
.. vede un maestro vetraio con la sua canna … un imbianchino che tinteggia col rullo una parete … i fuochi del Redentore … dei tessuti di Fortuny … un tramonto infuocato sulla Giudecca … il riflesso di un palazzo nella notte sulle acque nere del Canal Grande …
.. ogni volta che il bambino vede un’immagine di Venezia, lui scopre (e noi scopriamo) che quell’immagine reale è proprio identica ad un dipinto di Tancredi.
E infatti ogni volta il bambino pensa/dice :
Tancredi …
Per spiegare l’effetto della seconda parte del film, da quando il bambino
non è più all’interno della mostra ma è in giro per Venezia,
la situazione più semplice e comprensibile potrebbe essere questa :
il bambino è con la mamma nel negozio di anziano simpatico corniciaio.
Il corniciaio, per distrarre il piccolino, gli dà una semplicissima
vecchia cornice con cui giocare.
Il bambino appoggia sul pavimento la cornice vuota .. la guarda attento,
quasi sorpreso e poi dice : “Tancredi!”.
Mamma e corniciaio stupiti osservano…. è vero ! Effettivamente una cornice appoggiata su un pavimento di terrazzo alla veneziana ‘crea’ esattamente
l’effetto di un quadro di Tancredi.
Il bambino gioca con la cornice in diverse location di Venezia : ogni volta
il gioco della cornice rivela una sorprendente vicinanza tra il paesaggio
di Venezia e l’arte di Tancredi.
Non sono sicuro che questo “gioco della cornice vuota” sia la soluzione giusta,
ma è un tentativo di superare il dubbio che si capisca davvero quello che voglio raccontare.
La stessa immagine iniziale del bianco palazzo sul Canal Grande :
ora lentamente il palazzo scompare immerso nella nebbia porta allo schermo completamente bianco.
Lentamente assolve a centro schermo una scritta :
è il titolo di testa
Questa volta, sottolineato da un tocco di vibrafono, si forma sulla lettera “e”
un piccolo accento rosso a forma di cuore. La scritta diventa :
Note di produzione e regia.
Ogni giorno vediamo in TV bambini di tutto il mondo
che a 4-5 anni di età
hanno già visto tutti gli orrori della guerra e della vita.
Ho pensato che il nostro film dovrebbe essere dedicato anche a loro.
O forse dedicato proprio a loro.
Dedicato a tutti i bambini che in tutto il mondo sono privati della bellezza.
Il film dovrebbe parlare, se mai avranno occasione di vederlo,
a bambini che non sanno leggere,
che non sanno cosa sia la bellezza, che purtroppo sanno cosa può essere la vita.
A loro il nostro film deve dire quanto la bellezza è presente,
quanto la bellezza va cercata nella vita di ciascuno di noi, ogni giorno.
E deve dirlo senza parole. Deve scoprirlo e farglielo scoprire.
Il film deve essere internazionale.
Ciò che nel testo sul web ho scritto in un linguaggio verbale infantile,
il film deve tradurlo in un linguaggio visivo infantile.
Ogni bambino, di qualsiasi etnia e lingua deve poterlo seguire e capire e amare.
Per questo la colonna-parlato deve essere ridotta al minimo.
Tutto quello che noi ci diciamo con parole
dovrà nel film essere espresso senza parole :
soltanto con immagini e attraverso azioni.
Il vedere viene prima delle parole.
Il bambino guarda e riconosce
prima di essere in grado di parlare.
John Berger
Il bambino protagonista che scopre Tancredi e Venezia e la bellezza
può anche non essere italiano. Anzi, forse deve non essere italiano.
Un bimbo di colore ? Un orfano giunto da solo in Italia ?
E come mai si trova nelle sale della Guggenheim ? Pensiamoci.
*
L’intenzione è di creare un film che sia assolutamente comprensibile
a qualsiasi livello di età e di cultura. Un film assolutamente universale.
Per questo motivo la colonna sonora “voci” prevede soltanto due parole :
“Venezia” e “Tancredi”.
Poi c’è la colonna sonora “effetti” (che comprende anche i brani
di conversazione che si sentono nella prima sequenza all’interno della mostra)
e la colonna sonora “musica” che ha invece una importanza fondamentale,
perché
insieme alle immagini, la musica è il vero linguaggio di questo film.
Sulla scelta della musica mi aspetto un approfondito dialogo con la regia
e un adeguato budget per l’acquisto dei diritti.
Se possibile, vorrei incontrare al più presto il responsabile delle musiche,
che a mio avviso potrebbero essere di repertorio, (in proposito ho idee),
ma non escludo possano anche essere musiche originali (Puccio Migliaccio?).
*
Ogni dipinto di Tancredi prevede una vera e propria regia.
Ogni dipinto va letto e ripreso in funzione della transizione
(in dissolvenza, ma anche a volèe o stacco netto)
dal dipinto all’immagine reale di Venezia che quel dipinto evoca al bambino.
*
Ogni ripresa di Venezia (filmati o fotografie, effettuati da noi o materiale di repertorio) prevede una vera e propria regia.
Ogni situazione veneziana va letta e ripresa in funzione della transizione
(in dissolvenza, ma anche a volèe o stacco netto)
dall’immagine reale di Venezia al dipinto di Tancredi che quella immagine evoca.
*
E’ indispensabile ottenere il permesso di girare all’interno della mostra al più presto perché la mostra “Tancredi” è aperta solo fino al 13 Marzo.
Penso che una intera notte/o giorno di chiusura (il Martedì) con bambino e comparse sia sufficiente. Per le riprese con il bambino
sicuramente meglio il giorno di chiusura che non la notte.
Per le riprese dei dipinti – riprese che non sono una banale riproduzione del dipinto, ma una vera e propria lettura critica funzionale alla scoperta che il dipinto astratto è/potrebbe essere visto anche come una “veduta” di Venezia – potrà servire un’altra notte/giorno di chiusura, senza bambino e comparse.
!!!
Se fosse impossibile girare all’interno della mostra, prima di rinunciare
al progetto, esploreremo la possibilità di lavorare su fotografie dei dipinti. Rimarrebbe il problema di creare una ‘storia’ che giustifichi il rapporto
tra il bambino e i dipinti di Tancredi.
Potremmo esplorare questa strada : il bambino fa la sua meravigliosa scoperta che “Tancredi è Venezia e Venezia è Tancredi” anziché aggirandosi per le sale della mostra, sfogliando le pagine del catalogo, capitato non si sa come tra le sue mani.
La mamma potrebbe aver portato il bambino con sé mentre il mattino presto prima dell’apertura o nel giorno di chiusura fa le pulizie in una grande libreria di Venezia.
*
Per le riprese con il bambino, ricordiamoci che un bambino di quell’età può ‘lavorare’ per due ore al massimo e nemmeno continuative.
Bisognerà organizzarsi perché possa riposare sul set (nel suo lettino, per esempio, con i suoi oggetti della notte).
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Forse non sarebbe nemmeno sbagliato scegliere nel cast 2 bambini protagonisti
ed averli entrambi sul set perché per un bambino di quell’età il comportamento
sul set è imprevedibile : potremmo scoprire sul set che il bambino scelto
non si può assolutamente girare e dovremmo quindi poter procedere immediatamente ad una sostituzione senza rinvii.
Data la semplicità delle riprese destinate al bambino (non ha battute da dire,
non ha azioni particolari da compiere se non camminare e guardare con più o meno simpatia i quadri alle pareti) forse è più economico sia avere due protagonisti,
sia anche girare dentro la mostra con entrambi i bambini, piuttosto che far dipendere tutto l’esito di un giorno di shooting dall’imprevedibile comportamento
di un bimbo così piccolo.
*
Per le riprese in esterni ed interni di Venezia bisognerà usare il più possibile materiale (filmati e foto) di repertorio ed avere il DOP disponibile ad attivarsi
per “rubare” situazioni meteo non programmabili (albe, tramonti, neve, pioggia, nebbia).
In questi casi i controcampo del bambino che vede questi eventi
potrebbero essere poi compattati e programmati in un unico ulteriore
giorno di riprese, proprio e solo nelle location di cui abbiamo già il girato.
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La Casa di produzione si farà carico di tutte le fasi operative di pre-produzione, produzione ed edit del progetto.
Il lavoro con il montatore è per me di assoluta importanza :
come per il DOP dovremo trovare il miglior professionista disponibile
e coinvolgerlo nel progetto solo se dimostrerà un sincero entusiasmo
e grande disponibilità per un lavoro in cui l’edit è importante quanto la regia.
Sulla base di queste considerazioni sarebbe bello formare al più presto
una mini-unit in continuo contatto.
Regista, DOP, ma anche montatore e responsabile musiche,
più il producer incaricato della CdP dovrebbero sentirsi/incontrarsi
anche indipendentemente dalla data canonica del PPM.
In questo modo sarebbero fin dall’inizio creativamente coinvolti anche professionisti il cui lavoro (musiche, montaggio) viene di solito attivato
solo alla fine delle riprese, mentre il loro contributo creativo
è per me prezioso già in fasi molte precedenti, persino
al momento della definizione dello shooting-board.
Lo stesso per quanto riguarda presenza di montatore e musicista
anche almeno durante alcune fasi dello shooting.
*
Ci saranno da risolvere, formazione di mini-troupe, materiale tecnico,
permessi per le riprese, contratti e liberatorie per attori
e proprietari dei dipinti, ecc. ecc.
Però c’è una fase preliminare che da sola può costituire uno stop totale al progetto : è la ricerca del protagonista.
In mancanza di un bambino che non soltanto “vada bene”, ma che renda
entusiasta il regista incaricato, il direttore della fotografia e me –
è meglio rinunciare al progetto.
Su questi punti : il cast del protagonista, la scelta della colonna-musica
e sull’editing finale richiedo l’ultima parola.
Su tutto il resto invece sono disposto, anzi non vedo l’ora di collaborare
fin da domani con regista e dop. Penso che soltanto se avremo rigorosamente affrontato insieme tutte le fasi di pre-produzione e se saremo giunti
a premesse che non solo “vanno abbastanza bene” ma letteralmente
ci entusiasmano, solo allora potremo poi serenamente affidarci
durante shooting ed editing alle meraviglie irrinunciabili e preziose
della improvvisazione.
*
Prioritario è però oggi ottenere dalla Guggenheim l’adesione al progetto,
il permesso per le riprese all’interno delle sale della mostra
ed una sua eventuale sponsorizzazione.
Il film promuove la mostra, promuove Tancredi, promuove il catalogo Marsilio
e promuove la Guggenheim.
Peggy Guggenheim fece molto per far conoscere e far amare Tancredi nel mondo.
Oggi questo film in proiezioni cinema e tv e sul web e come dvd disponibile
nei bookshop di tutto il mondo potrebbe dare nuova vita a questa meritoria
opera di Peggy.
A Peggy questo film piacerebbe, ne sono certo.
Venezia 9/1/2017
Allà tàuta daimosì kou fìlon èn oùto genèszai.
Che sarebbe una citazione di Erodoto.
Che vorrebbe dire:
Ma forse stava a cuore agli Dei che queste cose andassero in questo modo.