Tra migliaia di oggetti, uno soltanto conquista la mia attenzione. Questo :
Non è particolarmente bello. Non è antico. Non è nemmeno raro.
Però parla. Dice cose interessanti, mi regala consigli preziosi. E mi assomiglia.
Sabato 12 settembre 2020. Siamo in campo san Maurizio per parlare con AA.
Ma lui non c’è, così diamo un’occhiata al mercatino. Con meno espositori e bancarelle distanziate, improvvisamente il mercatino ha assunto un’aria più accogliente. Persino gli oggetti sembrano più dignitosi e meno cianfrusaglia. Da mesi non frequentavamo più il mercatino, le ultima volte lo avevamo “visto” con un giro di 4 minuti senza nemmeno una sosta. Oggi è invece elegante e invitante.
Alla fine del giro vedo un Leone di san Marco :
E un minuscolo bronzetto, comunissimo da queste parti. Un piccolo Leone di san Marco che però ha un’insolita raffigurazione :
ha sia il libro aperto, sia la spada sguainata.
Probabilmente non è altro che un souvenir turistico, di ottone, anche se chiamarlo ‘bronzetto’ fa più ‘chic e alta epoca’.
Mi incuriosisce perché il Leone di san Marco a figura intera ha due raffigurazioni canoniche :
con una zampa appoggiata su un libro aperto (no, non è il Vangelo) oppure con il libro chiuso e la spada sguainata.
Dico alla gentile signora che propone l’oggetto : “Strano ! Di solito il Leone di san Marco o ha il libro aperto o ha la spada sguainata.
Ma questo ha sia la spada sguainata sia il libro aperto.”
“E’ vero, dice lei. Non me n’ero mai accorta”.
Dico : Chissà cosa vorrà dire ?
E lei : Forse il Leone sta dicendo : “Guardate che io sono pronto a combattere (la spada sguainata),
però se volete, possiamo ancora trattare (il libro ancora aperto)”.
Suona credibile : Venezia fa una dichiarazione di ultimatum che lascia però ancora aperta una possibilità di trattativa.
Sono affascinato : vera o inventata, plausibile o inattendibile che sia, la sua è una risposta geniale.
Una risposta arrivata fulminea, senza nessun tempo di riflessione perché è stata lei stessa sorpresa dalla mia scoperta.
Ed è anche una dimostrazione di umorismo e di auto-ironia. Come dire :
OK, siamo qui per vendere, ma si può sempre anche scherzare.
Una risposta che merita un premio. E così, anche se assolutamente non dovremmo spendere,
acquistiamo il piccolo Leone diplomatico e disponibile al dialogo.
Nei giorni successivi scoprirò che questa iconografia non è affatto insolita : è meno
frequente delle due canoniche, ma non inedita.
Secondo gli studiosi l’interpretazione di ‘Leone pacifico’, perché ha il libro aperto di contro a ‘Leone bellicoso’, perché ha la spada sguainata,
non ha fondamenti storici e documentali.
Dice un Esperto : “Quasi tutto quello che si racconta sul Leone di san Marco e relativi vessilli è solo una simpatica leggenda e nulla più.
Dimenticatevi leoni di guerra, leoni di pace; coda alta, coda bassa; libro aperto, libro chiuso; lingua fuori (per le città che si sono date
e quindi la fiera mostrerebbe l’attitudine di un amichevole cagnolino) e dentatura digrignata (come monito, invece, per le città conquistate).
L’unica codificazione reale era quella che il Leone teneva le zampe posteriori nell’acqua e quelle anteriori sulla terra
per simboleggiare il doppio dominio di Venezia sulla terraferma (Stato de Tera) e sul mare (Stato de Mar)”.
Scopro oggi una diversa interessante interpretazione dell’immagine del Leone di san Marco.
E’ un testo, in inglese del 2014, di Saša Iskrič Smrekar dal titolo
“A proposito di leoni e libri (e spade). Cosa ci dicono i temibili compagni di san Marco su Venezia, la pace e la guerra” .
Secondo Saša ”la spada del Leone di san Marco non è un’arma di guerra, ma un simbolo di autorità.
L’autorità di vita e di morte, affidata alla Serenissima Repubblica di Venezia dal popolo di Venezia.
Quindi il Leone con il libro aperto e la spada rappresenta, secondo Saša, la Giustizia della Repubblica di Venezia”.
E’ un’ipotesi bizzarra, proposta con uno stile irriverente e davvero molto divertente :
è raro incontrare uno studioso che si diverte ad esporre la sua tesi con ironia e, rarissima, persino autoironia.
Ipotesi peraltro che si fonda sulla rassicurante considerazione che la Serenissima non ha mai codificato significato e funzione dei suoi simboli.
Saggiamente, aggiungo, la Serenissima sì è sempre astenuta dal codificare l’uso dei suoi simboli, visto il livello delle diverse interpretazioni,
le mie per prime : vedi la coda del Leone come evocazione del tracciato a “S” del Canal Grande,
“canalasso” che suggerisco a sua volta come ispirazione dei biscottini a “S” dell’amata pasticceria Rizzardini,
in http://www.francobellino.com/?p=3624
Gli Esperti, studiosi di Storia Veneziana e Iconografia del Leone di san Marco, avranno sicuramente ragione.
Però secondo me un artigiano mentre lo modella, o un popolano quando lo guarda, “vede” e ‘legge’ e ‘ascolta’
nel Leone di San Marco un linguaggio chiarissimo.
L’artigiano sa e il popolano capisce che nemmeno per scherzo si sfodera la spada
se non si vuole comunicare che si è pronti a combattere.
L’artigiano sa e il popolano capisce che non si rinchiude un libro sacro
se non si vuole comunicare la rottura di un dialogo.
E viceversa se il fiero Leone posa la sua zampa su un libro spalancato, dove è scritta a chiare lettere la parola “PAX”, pace a te,
quel Leone, dai tratti quasi umani e persino sorridenti, sta chiaramente comunicando
la sua intenzione di convivenza serena e pacifica.
Questo “Leone diplomatico”…
… il Leone pronto a combattere ma ancora disposto a dialogare,
il Leone che non si fa intimidire ma nemmeno trasportare dall’ira,
il Leone che mi sento io o che vorrei essere io,
ha trovato il suo posto in casa nostra ed ha persino un amico :
un altro Leone che come lui brandisce la spada, ma posa l’altra zampa su un libro ormai chiuso :
Il leone più piccolo si dice pronto a combattere; l’altro, più grande e più saggio gli dice :
“Calma ! Possiamo ancora dialogare”. Consiglio da ascoltare, sempre.
Questi due piccoli grandi Leoni stanno bene insieme e fanno stare bene anche noi due.
Vecchi leoni spelacchiati (io), ma sempre bellissimi (lei), innamorati di Venezia
e pronti ad ascoltare la voce dei suoi Leoni.
scheda tecnica del ‘Leone incazzato’ “Basta libro, zampa alla spada !”
Leone di san Marco andante verso sinistra (Ovest, terraferma)
Ha le ali spalancate, con la zampa destra impugna saldamente la spada sguainata e appoggia
la zampa sinistra sul libro chiuso. La coda è sollevata, lunga come tutto il corpo e alta come le ali.
Il corpo è solido possente e muscoloso. La testa fiera è incorniciata da una folta criniera che
sul retro arriva fino all’attaccatura della zampa che regge la spada.
Largo mm 60 – alto mm 35 – profondo mm 27 peso gr. …
Probabilmente ottone, con difetti di fusione, in particolare sulla parte destra del muso
e sul sommo della testa.
Datazione 2016 o prima.
Provenienza : acquistato 8 agosto 2016 da”Antichità al Ghetto”, Cannaregio 1133 :
una simpatica coppia con negozio vecchio stile.
scheda tecnica del ‘Leone diplomatico’ “Calma ! Possiamo ancora dialogare”.
Leone di san Marco andante verso destra (verso Est, l’Adriatico e l’Oriente)
Ha le ali spalancate, con la zampa sinistra impugna saldamente la spada sguainata e si appoggia
sul libro aperto. La coda è sollevata, il corpo è magro e muscoloso. La testa fiera è incorniciata
da una folta criniera che sul retro copre interamente la testa e davanti scende sul collo e sul petto.
Largo mm 83 – alto mm 60 – profondo mm 35 peso gr. …
Probabilmente ottone, con difetti di fusione, in particolare sulle due zampe posteriori.
Datazione : 2020 o prima.
Provenienza : “Art Studio” di Paolo Dogà e Tatiana Carapostol.
Che il Canal Grande sia la coda del leone non mi meraviglia affatto. I felini, si sa, hanno dimestichezza con l’acqua. Io ho fatto una scoperta sull’origine di Sirmione:
Per indolenza o distrazione, un gatto
dimenticò la coda lungo il lago.
La coda si gonfiò come se un mago
l’avesse accarezzata di soppiatto.
E qui sorse una rocca, lì un anfratto
all’ombra degli ulivi. Poi con l’ago
e i fili d’erba un dio cucì per svago
giardini cari all’occhio ed all’olfatto.
Così nacque Sirmione: paradiso
del cigno, dello svasso, del gabbiano,
di chi nasce poeta o lo diventa.
Persino l’acqua mostra ch’è contenta:
come solleticata da una mano
invisibile, freme dal gran riso.
libro aperto e spada sguainata: “Ocio, ciò!”
Dice Saverio : “Libro aperto e spada sguainata : “Ocio, ciò !”.
Dico a Saverio . “Altro che remèr : dovevi fare il copywriter, Saverio.
Sei più bravo di uno che da 63 anni cerca di scrivere bene
e non è ancora arrivato ai tuoi livelli”.
Chiunque vanti titoli sulle foto di questo articolo mi contatti subito per la loro immediata rimozione.
[...] Qui uno straordinario approfondimento sul leone e i suoi simboli anche con il riferimento allo scrittore Saša Iskrič Smrekar: http://www.francobellino.com/?p=3811 [...]