Chiedo scusa : per ragioni indipendenti dalla mia volontà, il Mac ha deciso di esibirsi
in una folle alternanza di font/caratteri e corpi/grandezza dei caratteri. Non mi consente peraltro la minima correzione.
Se qualcuno nel mondo dell’informatica sa come aiutarmi, gli sarò grato per 77 generazioni.
Tempo di lettura : 13 minuti e 39 secondi. Facciamo 15 minuti.
Strumento di lettura : PC desktop o laptop. Astenersi cellulari.
Notizie interessanti : 14
Notizie sorprendenti : 6
Idee folli o geniali : 3
Giudizio Globale : astenersi dalla lettura se pressati da sonno arretrato, urgenze di carattere fisico, erotico o culturale.
Il referto completo della “Peer Review” è pubblicato qui sotto alla fine del testo tra i ‘Commenti’.
Una rondine non fa primavera,
ma molte rondini fanno un Pollock.
Cominciò tutto, come ci insegna lo scrittore americano Snoopy,
in una notte buia e tempestosa.
Io ero un lavoratore della notte, tecnicamente “moonlighter”.
La notte era buia, non mi pare fosse tempestosa e dovevo ideare dei film per un preservativo.
Nel mio lavoro, ideare pubblicità, ci sono vari tipi di professionisti.
I “copywriter” e “art director”, i cosiddetti “Creativi”, lavorano come titolari o collaboratori in
un’Agenzia pubblicitaria. Poi ci sono i Creativi “freelance”, sempre “copy” e “art” però liberi
professionisti, indipendenti da una Agenzia e quindi disponibili sul mercato.
Poi c’erano i “moonlighter”, (chi lavora al chiar di luna, molto romantico e a volte remunerativo)
professionisti assunti da un’Agenzia e quindi sotto contratto, però disponibili,
più o meno ufficialmente e a certe rigorose condizioni, a lavorare anche fuori orario di lavoro, come mercenari.
In quella notte ero un “moonlighter” e nel mio caso non era reato
perché avevo il tacito assenso della mia Agenzia; e se anche fosse stato reato, è ormai in prescrizione.
La notte era buia, non mi pare fosse tempestosa
e dovevo ideare degli spot per i preservativi Akuel.
Nacque questa idea : nel film non succede niente.
Nessuna ambientazione, nessuna azione, nessuna colonna sonora, né parlato né musica : silenzio.
Solo il viso di una donna che guarda intensamente la macchina da presa.
Quindi solo il viso di una donna che guarda intensamente ogni telespettatore.
La donna non parla, non sorride, non fa assolutamente nulla : ti guarda soltanto.
Dopo circa 25 secondi di viso immobile e assoluto silenzio –
e, credimi, 25 secondi in uno spot sono un’eternità -
dopo 25 secondi di questo sguardo intenso e provocante, una voce dice:
“Quando una donna ti guarda così, il suo amore merita il meglio : Akuel”.
Ci voleva un grande regista, capace di dirigere un film dove non succede niente :
nessuna azione e nessun dialogo : solo uno sguardo.
Per un regista girare “Titanic” o “Star Wars” è uno scherzo
al confronto di un film fatto di niente che deve dire tutto.
E per il cast ci sarebbero volute donne concentrato di femminilità e sex-appeal,
però non modelle troppo belle e nemmeno attrici famose troppo riconoscibili.
La protagonista doveva essere per ogni maschio davanti alla TV la ‘sua’ donna :
una donna che avrebbe potuto essere la sua donna.
Una donna vera, credibile, seducente e provocante, capace di esprimere tutto senza dire niente :
soltanto con uno sguardo.
Se ami il Cinema pensa a De Niro che guarda in macchina
negli ultimi secondi di “C’era una volta in America”.
Pensa a Meryl Streep quando deve decidere
chi salvare tra i suoi figli in “La scelta di Sophie”.
Proposi un grande regista e i miei film li girò Giuliano Montaldo.
Gli spot non furono straordinari, ma la campagna ebbe grande successo di vendite.
Con Montaldo diventammo amici. “Amici” si fa per dire :
lui un vero grande Maestro, non solo di Cinema : di vita.
Io in ammirazione sconfinata e totale devozione.
Giuliano però questa abissale differenza tra noi due non solo non l’ha mai fatta notare :
ha sempre dato l’impressione che questo abisso nemmeno esistesse.
Mesi dopo Giuliano mi telefona : “Franco, c’è Marco Ferreri
che vorrebbe parlare con Gavino Sanna”. Ferreri stava progettando “La casa del sorriso”,
storia dell’amore appassionato tra due ospiti di una Casa di riposo :
“La casa del sorriso”, appunto.
Sorriso problematico però perché qualcuno rubava sadicamente l’indispensabile dentiera
alla dolcissima protagonista del film, nella vita Ingrid Thulin, musa di Ingmar Bergman.
Il misterioso ladro (o ladra ?) era geloso delle attenzioni che la stagionata fidanzatina
riservava al suo appassionato corteggiatore, nella vita don Alessandro Maria Galeazzo Ruspoli,
detto ‘Dado’, principe di Cerveteri, marchese di Riano, sedicesimo conte di Vignanello.
Ferreri voleva che Gavino avesse carta bianca per promuovere il suo film e ci ospitò a lungo
durante le riprese a “Le Navi”, colonia elioterapica di epoca littoria a Cattolica sull’Adriatico.
Prima delle riprese però Gavino ed io si andò a Roma ad incontrarlo.
Ferreri era in una casa con un grande giardino. Lo troviamo spaparanzato su una sdraio
sotto un muro al sole. Ci vede, si alza, ci viene incontro, prende Gavino sottobraccio e ci porta via,
bofonchiando scocciato : “Andiamo via di qui, dai ! Quelle stronze ..
(e indica delle rondini che volano preoccupate pochi metri sopra la sua testa
perché ci sono i loro nidi sotto la grondaia, poco sopra la sdraio di Marco)
.. se rimango qui quelle stronze credono che io voglia farle del male !”.
Ferreri, chi l’ha conosciuto lo sa, si mascherava da burbero cinico e crudelissimo;
era invece una pasta d’uomo, tenero e affettuoso. Buono come il pane,
dolce e candito come il panettone. Però le rondini non avevano torto a preoccuparsi :
forse avevano visto i suoi film.
Dalle rondini di Ferreri alle rondini di Silvana.
Stamattina dopo 30 anni di assoluta dimenticanza mi appaiono nitidissimi questi ricordi
perché leggo su Facebook Silvana Biasutti che vive a Montalcino e scrive :
” … alla vigilia di una Pasqua del secolo scorso sono entrata in un podere
e ho fotografato la donna che vi abitava. Stava tirando la sfoglia per i tortelli
ed era in cucina in mezzo a un turbinio di rondini
che entravano dall’uscio e uscivano da una finestra”.
Le ho scritto : Meraviglia le rondini che entrano dall’uscio ed escono dalla finestra !
Nemmeno Spielberg avrebbe saputo inventarle e tu, Silvanina, le hai viste !
Risponde Silvana : Ogni anno, quando le rondini ritornano “a casa” -
di solito tra il 18 e il 20 marzo – vogliono subito controllare lo stato dei loro nidi.
Però ogni anno ce n’è una – una nuova venuta – che il nido non ce l’ha ancora.
Allora appena trova aperta la finestra della stanza che dà verso ovest,
entra in casa, si sceglie il posto giusto e vorrebbe iniziare a costruire il suo nido.
Bisogna subito gentilmente dissuaderla perché le rondini cacano mostruosamente.
E poi non posso tenere aperta una finestra per sei mesi..
Fuori casa, sotto ogni nido ho sistemato una scossalina. Così in terra, nei vani aperti dove si sono accasate da decenni, le rondini non sporcano troppo.
Le ‘mie’ rondini ci conoscono e non hanno paura di noi.
Spesso d’estate, al tramonto, se noi chiacchieriamo seduti sui gradini di casa,
due o tre rondini si accomodano su un filo basso che arriva fin sopra l’uscio :
ascoltano, osservano, ammiccano, probabilmente a modo loro partecipano alla conversazione.
E in quella situazione non cacano. Mai successo !”.
Dalle rondini di Silvana alle rondini di Vittorio. E a Pollock.
Ho un amico,Vittorio, grande studioso e collezionista di arte africana.
Anche lui vive in campagna, vicino Bergamo.
Da lui non il suolo, ma i muri della sua villa raccolgono la creatività delle rondini.
Ogni anno, ad ogni loro ritorno, subito le rondini si preoccupano di restaurare e ricreare
sulle pareti della casa e all’interno del portico giganteschi capolavori di action painting alla Pollock.
Per dare un’idea mescolo qui maliziosamente alcuni capolavori di Pollock
con altri casuali capolavori delle pittrici volanti e lascio al divertimento di chi mi sta leggendo
individuare CHI ha fatto COSA
(dove per “cosa” si prega intendere “opera d’arte” e non altro).
Il binomio Pollock/rondini è irriverente e per molti blasfemo. E’ blasfemo anche per me.
Non sono così cieco e ignorante da non vedere e non capire l’abissale differenza
fra il risultato di un ‘dripping’ di Pollock e il ‘dripping’ delle rondini in volo.
Però non sono nemmeno così politically e artistically correct
da non trovare sorprendente questa osservazione.
L’accostamento Pollock/rondini, a pensarci bene, non è poi così campato in aria,
perchè nasce proprio in aria :
in cima a una scala Pollock, volando in aria le rondini.
Dall’Action Painting allo Swallow painting ?
Prima di scomunicarmi e indirizzarmi al rogo più vicino,
ti invito a confrontare queste due definizioni :
la prima dice che cosa è l’Action Painting,
a cui sono dedicati centinaia volumi e mostre prestigiose in tutto il mondo.
La seconda dice che cos’è lo Swallow Painting (la tecnica di pittura delle rondini),
corrente artistica per ora ignota, che qui modestamente propongo
all’attenzione degli studiosi di tutto il mondo.
Non mi allargo fino a proporne anche delle Mostre
per quelle che si rivelerebbero subito insormontabili difficoltà operative
sia di spostamento delle opere, sia di gestione dei migranti artisti.
Prima definizione :
l’Action painting consiste nel creare l’opera d’arte lasciando cadere la pittura sulla tela,
o lanciandovi contro i colori in maniera apparentemente casuale.
L’atto fisico di creazione dell’artista diventa parte integrante dell’opera”.
Seconda definizione :
lo Swallow Painting consiste nel creare l’opera d’arte lasciando cadere la -@–@ sul muro,
o lanciandovi contro gli schizzi in maniera apparentemente casuale.
L’atto fisico di evacuazione della rondine diventa parte integrante dell’opera”.
Rileggi con calma le due definizioni, una dopo l’altra
e dovrai ammettere che sul piano teorico è impressionate la somiglianza
tra queste due definizioni, concetto per concetto, parola per parola.
Pollock ? Più probabile Turcato.
Interviene però Vittorio, padrone di casa della villa con le pareti impreziosite dallo
“Swallow Painting” :
“Caro Franco, è giusto il tuo riferimento a Jackson Pollock.
Però anni e anni di studio approfondito sia della materia pittorica,
sia della tecnica esecutiva, (tecnica che ho potuto a più riprese e in più anni,
osservare e studiare in diretta, a mio rischio e pericolo)
mi portano a considerare il dripping delle rondini di casa mia
ispirato piuttosto all’opera dell’artista italiano Giulio Turcato.
Peraltro è anche ragionevole pensare per le mie rondini a una fonte di ispirazione
spazialmente meno lontana e più nostrana.
Come potrai notare le opere delle rondini di casa mia sono molto,
ma molto più simili alle opera informali di Giulio Turcato,
che non a quelle dell’artista statunitense”.
La fondatezza di questa incontestabile precisazione attributiva, – Pollock o Turcato ? questo è il problema -
mi induce a ritirarmi in buon ordine. Per approfondire ed eventualmente risolvere questa divergenza di attribuzioni
mi affiderò ad una giovanissima studiosa, figlia di un carissimo amico, cultrice del Kitsch in ogni sua forma
e spero quindi anche in questa sua imprevista ‘schizzata’ declinazione.
Dalle rondini di Pollock/Turcato alle rondini di Piazza del Campo.
A Siena le rondini volano per ore in un girotondo velocissimo non sopra,
ma all’interno di Piazza del Campo, a pochi centimetri dal mio naso
che stavo per ore ad ammirarle. Volano velocissime, gridano cantano
e sfiorano pericolosamente le facciate dei palazzi che compongono la magica
conchiglia, la più grande e la più bella conchiglia del mondo.
E’ dimostrato e confermato negli anni : le rondini volano sempre rigorosamente in senso orario,
il senso in cui girano in Piazza i cavalli per il Palio. Per chi mi legge e conosce e ama come me ‘Piazza’
(a Siena e a Venezia si va in ‘Piazza’ : non ci sono altre piazze e se ci sono hanno bisogno di avere accanto un altro nome a specificare.
Le altre piazze non sono “Piazza” e basta) è più chiaro detto così :
le rondini girano in Piazza sempre rigorosamente in questa successione :
Palazzo – Casato – mossa – Fonte – san Martino – Cappella – Palazzo
e mai, assolutamente mai nella direzione opposta.
Mai Palazzo – Cappella – san Martino – Fonte – mossa – Casato – Palazzo.
Perchè ? Io non lo so. Qualcuno lo sa ?
Però quelle rondini, anche se ora non abito più li, mi avvisano :
“Guarda Franco che rischi grosso !”.
Vergogna. Vergogna e alla gogna !!!
Mettere sullo stesso piano “deiezioni” e “creazioni”
mi espone alla gogna mediatica dei benpensanti.
Peggio ancora mi espone alla fatwa dei pasdaran e dei talebani,
presenti tra coloro che scrivono articoli e libri e discettano in TV di Arte.
Potrei tentare di difendermi, ricordando che molto prima di me e molto meglio di me
hanno già messo sullo stesso piano “deiezioni” e “creazioni”
sia prima Duchamp, sia più recentemente Cattelan :
L’ha fatto soprattutto e in modo più geniale e creativo
l’irriverentissimo Manzoni : non l’Alessandro Manzoni
che i milanesi chiamavano affettuosamente “Don Lisander”,
ma Piero Manzoni, il terribile “Pierino” dell’arte mondiale.
La -@–, inscatolata, numerata e firmata da Piero Manzoni è oggi universalmente
apprezzata. Non si sa nemmeno se la scatoletta davvero contiene la sua -@–@
perché nessuno che la possiede si azzarda usare l’apriscatole,
svalorizzando così il proprio investimento.
Però una di queste preziose scatolette – per la storia la numero ”69” su 100 -
è stata acquistata a Milano il 7 Dicembre 2016 per 275.000 €uro.
Due-cen-to-set-tan-ta-cin-que-mi-la Eu-ro !!!
Se consideri che solo nel 2003, ai tempi della mia campagna “Falla !”
per la Prevenzione dei tumori del colon-retto,
la massima valutazione raggiunta dalla preziosa scatoletta era stata di 25.476 Euro,
puoi valutare la vertiginosa impennata di valore compiuta in solo 13 anni
dalla ‘deiezione’ di Manzoni (sempre Piero, non confondiamo).
Sempre da Vittorio, appassionato collezionista e autore di preziosi volumi sull’arte africana, mi giunge
una sorprendente immagine che – a scelta del Lettore – presenta una o due o tre opere d’arte :
A te che stai leggendo decidere se è Arte la scultura esotica, se è Arte la scatoletta milanese o se è Arte
l’idea ironica e demistificante dell’anonimo fotografo che ha creato l’accostamento di scultura e scatoletta.
Ecco qui una deviazione della lettura perché questo testo sembra non voler finire mai.
Come non finisce mai in certe sgradevoli situazioni, soprattutto se tu viaggi in Paesi esotici,
la vera protagonista di questo racconto.
Mi arriva pochi minuti fa una mail con una foto e una poesia :
Ciao Franco,
Ti aggiungo questa immagine di 5 rondini appollaiate
sulla maschera che sovrasta l’entrata della mia Wunderkammer.
A questo proposito ti traduco un limerick
che inizia così: “Five little Swallows…”
e, in italiano :
“Cinque rondinelle,
qui a Capriate,
cagavano a palate,
le allegre cinque rondinelle di Capriate.”
Un caro saluto,
Vitt
P.S. Letta anche l’ultima parte del tuo scritto … fantastica !
La foto è il ritratto di 5 viaggiatrici che studiano le arti primitive (come ‘primitive’ sono peraltro loro stesse), conoscono Duchamp e Cattelan,
ma anche le opere di altri artisti, ‘fecitori’ di opere d’arte come Terence Koh, Chris Ofili che lavora con la collaborazione degli elefanti,
Andy Warhol e Serrano (con la pipì però), la gigantesca cagata di Paul McCarthy (‘Complex Pile’, alta circa 15 metri e larga più di 30).
Le rondini di Capriate sanno anche, cosa che nessuno sa, che Pablo Picasso usò quella della figlia Maya di 3 anni
per dipingere nel 1938 una ‘Natura morta’, innegabilmente se non di forma, di materia pittorica straordinaria.
Le rondini di Capriate sono co-proprietarie di una preziosa scatoletta di Manzoni (Piero, ovviamente),
ma anziché dedicarsi alla manzoniana scatoletta preferiscono studiare e impreziosire come possono una gigantesca maschera ‘Nafana’ della Costa d’Avorio.
La fotografia e la poesia sono però anche il ritratto di una persona – “Vitt” – dotata di grande amore per la vita, per ogni forma di vita;
di profonda connoisseurship sia delle arti primitive che dell’arte contemporanea
e soprattutto di una rarissima e impagabile auto-ironia.
Pubblicare la sua mail è una tentazione a cui non provo nemmeno a resistere
perché - come ci suggerisce Oscar Wilde- “l’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi”.
Attenzione. Rallentare la lettura :
Qui la lettura prima continuava diritta, senza deviazioni.
Però sono nate altre idee e apparse altre immagini.
Ops ! L’argomento che sto trattando
si presta ad una lettura non troppo elegante
per la materia che il lavoratore sta spalando,
meglio quest’altro cartello :
La divagazione che segue è una deviazione, spero interessante e divertente,
che però allunga un testo già troppo lungo per le attuali soglie di sopportazione di lettura.
Decidi tu, amico Lettore : se preferisci non perdere altro tempo,
salta tutto il testo che trovi fino a quando non vedi questo cartello
Lì puoi riprendere a leggere.
Se invece ti incuriosisce la deviazione che parte da san Basilio Magno, attraversa Gorny Kramer e i Pink Floyd, passa per l’Inferno e arriva a Paperon de’ Paperoni, allora continua a leggere qui di seguito.
Dal profondo Sud di Bernalda, città che ha dato i natali non solo al Grillo bianco-nero, ma anche al nonno paterno del padre del Padrino, Francis Ford Coppola, interviene un Grillo Parlante.
Il Grillo Parlante mi fa notare che l’accostamento “merda=denaro”, così fruttuoso per i primi collezionisti delle scatolette di “Merda d’artista”, è peraltro oggetto di due opposte scuole di pensiero.
Pecunia est stercus diaboli.
E’ san Basilio Magno, Padre della Chiesa, vescovo e teologo, che nel 4° secolo dopo Cristo
pronuncia il fatico detto :
“Il denaro è lo sterco del diavolo”
Lo ripete spesso anche Papa Francesco : “Il denaro è lo sterco del diavolo”.
Lo dice il 20 settembre 2013, lo ripete il 28 Febbraio 2015 e ancora il 22 settembre 2019.
E’ più elegante ‘sterco’ o ‘merda’ ?
Molti preferiscono “ Il denaro è lo sterco del diavolo”,
ma dovendo scegliere tra “merda” e ”sterco”, trovo molto più efficace “merda”.
“Merda” siamo proprio noi, con rispetto parlando, esclusi i presenti.
“Sterco” invece fa più pensare a una stalla, a degli animali, e soprattutto al concime,
che in fondo è cosa buona e molto utile anche se non profumata.
In certi Paesi con lo sterco di vacca ci costruiscono addirittura le case
e lo usano come combustibile per cucinare e per rituali religiosi.
Non prodotto da una vacca, ma da uno zibetto per altri è il caffè più saporito
e più pregiato del mondo, o perlomeno il più costoso.
Si chiama ‘Kopi Luwak’ :
Mi astengo dal descrivere di cosa è fatto e come si ottiene e mi limito a riportarne
il costo sul web : 449 dollari al chilo, più o meno 40 Euro a tazzina.
La spedizione però è gratis e il TSO (ricovero immediato in Psichiatria) è garantito.
Pecunia olet. E ci fa parecchio male !
La corrente di san Basilio Magno schiera in campo Dante, Lutero, Jacques Le Goff e Papa Francesco. L’associazione del denaro con le deiezioni viene da lontano, ma è ben viva ancora oggi. Ci sono modi di dire che confermano questa lettura negativa dei soldi : denaro sporco, fondi neri, lurido taccagno….
Scrive Widman (2009) : “Oggi il denaro costituisce uno degli ultimi e più resistenti baluardi del pudore : è imperdonabile dimenticare il cartellino del prezzo su un regalo; non è educato chiedere quanto si è pagato un oggetto; meno che mai chiedere quanto uno guadagna; non è elegante consegnare del denaro direttamente in mano, meglio metterlo in busta o almeno appoggiarlo sul tavolo”.
Ma a quella prima corrente di pensiero che maledice il denaro, si contrappone un’altra corrente di pensiero che fa della merda una materia creativa, spunto per oggetti utili, indimenticabili motivi musicali e storie di contagiosa allegria.
Pecunia non olet. Non puzza : anzi, profuma e ci fa cantare e ballare !
Maestro di questa scuola di pensiero meno escatologica (cioè, merdosa)
e più appassionata e coinvolgente è Gianantonio Locatelli.
Insieme ad architetti e artisti Locatelli ha creato nel 2015 a Castelbosco (Piacenza)
il “Museo della merda”
(http://www.museodellamerda.org/the-museum/).
Artisti e sociologi, architetti e designer la studiano, la espongono e dalla merda ricavano energia elettrica per illuminazione e riscaldamento. Creano non solo concimi, piastrelle, vasi, porta-oggetti, ma addirittura servizi da tavola così pratici ed eleganti che hanno vinto il Primo Premio del ‘Milano Design Award’ :
Anni prima Garinei Giovanni e Gorny Kramer crearono “Soldi, soldi, soldi.” (1960).
Anni dopo, forse ispirandosi proprio ai tre italiani, il Grande Roger Waters e i suoi ‘Pink Floyd’ portarono a casa, anzi in ca$$a un succe$$o mondiale con “Money” (1973)
E poco tempo fa con “Soldi” Mahmoud …
… vince il Festival di Sanremo 2019 e fa secondo all’Eurovision Song Contest in Israele.
Non solo “canta”, ma “fa” $oldi !
Il contrasto tra queste due opposte scuole di pensiero si sintetizza
nel contrasto tra queste immagini :
sintesi fulminea di secoli di dibattito.
In alto “La punizione degli avari” : un demonio caca direttamente nella bocca di un dannato.
E’ Taddeo di Bartolo…
… che nel 1393 dipinge il “Giudizio Universale” nella Collegiata di San Gimignano.
In basso Paperon de’ Paperoni si tuffa allegramente nella sua piscina piena di dobloni d’oro.
E’ Carl Barks…
… che partorisce il 15 Dicembre del 1974 (ma il neonato ha già 80 anni !)
“Uncle Scrooge McDuck”. Per noi “Paperon de’ Paperoni”.
Zio Paperone è un personaggio così adorabile e divertente
che voglio dedicargli un affettuoso ritratto in uno dei ‘Commenti’ qui sotto,
alla fine di questo testo.
E gli dedico anche una scoperta di pochi minuti fa : Paperon de’ Paperoni era già famoso in Italia quasi 1000 anni fa !
A Foligno e poi a Spoleto Paperon de’ Paperoni era famoso, non era affatto nè miliardaio né avaro. Era un sant’uomo, amato e riverito e rispettato. E ancora oggi c’è un ritratto di Paperon de’ Paperoni nel Palazzo Arcivescovile di Spoleto. Eccolo :
Manzoni CHI ?
E qui nasce una domanda : e se oggi apparisse un’analoga scatoletta
con la deiezione dell’altro Manzoni, Alessandro, quello dei “Promessi sposi”,
questa scatoletta più antica e stagionata varrebbe molto di più
dell’analoga scatoletta del Manzoni Piero ? O uguale ? O niente ?
Il contenuto della scatoletta esiste sulla Terra da milioni di anni.
Quindi non è il contenuto che vale, e non è nemmeno la scatoletta :
è l’idea che vale.
La -@–@ è la stessa di sempre, ma è stato solo Manzoni, avendo l’idea,
‘facendola’, inscatolandola, siglando con numero e firma ogni opera
a darle dignità d’arte e di conseguenza valore commerciale.
Così sì que vales, direbbero in TV.
Caro terribile ‘Pierino’ : la tua sì que vales, non la mia purtroppo !
Su queste domande sia il sottoscritto sia chi mi legge dovremo meditare.
Dovremo farlo però con prudenza e in carbonaro silenzio perché sarà molto pericoloso.
Lettore avvisato è mezzo salvato.
I pasdaran e i talebani del politically & artistically correct -
fanatici e aggressivi tutori di un pensiero estetico allineato
e di un linguaggio collaudato e immodificabile nei secoli -
non ci perdoneranno.
Abbiamo una fortuna però e possiamo serenamente accettare questa loro fatwa;
è storia accertata e documentata che il bonario Tomàs de Torquemada
e il suo “Consejo de la General y Suprema Inquisiciòn”
sono definitivamente caduti in prescrizione
e non c’è Dpcm televisivo che possa farli resuscitare.
Caro Amico Lettore non ti preoccupare :
abbiamo da qualche parte dei Numi tutelari.
Sono carissimi amici e venerati Maestri (e chi sa chi sono, lo sa) :
Loro sicuramente ci proteggeranno perché con tutta l’anima condividono questa nostra,
come si dice in gergo, “mission” e questo mio appello :
Mi chiedo nel frattempo : chissà se il già citato famoso intellettuale americano,
Snoopy, ha mai scritto qualche saggio di estetica sullo ‘Swallow Painting’,
o più in generale sulla ‘Bird Art’.
Sulla sua villetta monofamiliare non ci sono nidi di rondini
e Snoopy comunque non frequenta rondini, però è grande amico
del loquace Woodstock …..
La protagonista del mio film per il preservativo non parla
e si limita ad esprimersi con uno sguardo;
Woodstock non parla e si limita ad esprimersi con delle linee verticali:
Però Snoopy afferra sempre al volo (sic !) ciò che il suo amico volante
vuole comunicargli. E anche tutti noi lo capiamo sempre benissimo.
Prima di calare il sipario, un coup de théâtre.
Da secoli a teatro si augura ai teatranti :
Merda !
Tanta merda davanti al teatro significava che c’erano tante carrozze in attesa dell’uscita degli spettatori,
quindi tanto incasso al botteghino, quinti tanto denaro per ognuno degli attori.
Mi auguro tanta merda con questo scritto, sia pure sotto forma di commenti, stroncature, beffe e sberleffi.
Per me è importante scrivere per scoprire quello che penso.
Ed è importante che altri leggano quello che scrivo e lo commentino.
Solo attraverso questo dialogo io posso non solo capire quello che penso,
ma anche scoprire chi sono. E magari un poco migliorarmi.
Se possibile.
Ho più sopra pubblicato i ritratti di alcuni dei Numi Tutelari
che spesso consulto prima di azzardarmi a pubblicare le mie ‘divagazioni’.
Forse non li hai riconosciuti tutti.
Sono, in ordine di apparizione, dall’alto al basso e da sinistra a destra :
Voltaire, Diderot, Sterne, Hokusai, Zavattini, l’attuale Dalai Lama, Cioran, Altan,
Marchesi, Lec, Longanesi, Flaiano, Qohelet (l’Ecclesiaste), Beckett, Monicelli.
Per ognuno di noi ci sono molti diversi Numi Tutelari,
ma il loro messaggio in fondo è quasi sempre lo stesso :
“Sii te stesso.”
Mi scrive Vittorio Carini :
Ciao Franco,
Grazie di avermi regalato venti minuti di grande divertimento.
Ti invierò, per sdebitarmi, l’immagine della mia scatolina manzoniana
unita a una statuetta Tsogho (Gabon) in una sospetta posizione scatologica…
Un abbraccio,
Vittorio
Non riesco a credere ai miei occhi.
So bene che il mio testo è molto, troppo lungo, e mi stupisce che una persona così colta e impegnata
abbia trovato il tempo di leggermi.
Perciò gli chiedo :
Ma davvero hai letto tutto l’articolo ?
Fulminea la risposta di Vittorio :
Certo che ho letto tutto, ed è stato un excursus culturale di grande divertimento. BRAVISSIMO !
Un caro saluto,
Vittorio
Uno dei più grandi studiosi e collezionisti europei di Arte Africana
mi ringrazia “per avergli regalato venti minuti di grande divertimento”.
Non potevo aspettarmi una risposta più preziosa e più bella ad una ‘farneticazione’
a cui ho dedicato settimane di appassionata e piacevolissima fatica
proprio per ottenere questo risultato: parlare d’arte in modo originale anche se irriverente,
dialogare piacevolmente con tutti e, se possibile,
far nascere in questi giorni che ne offrono davvero pochissime occasioni, un sorriso.
Noto con piacere che stai andando alla deriva, Maestro.
Movimento (che ha dell’artistico) al quale attribuisco grande valore e merito.
Laddove, con gli anni, gli umani diventano in prevalenza bacchettoni,
tu prendi tangenziali che ogni trentenne dovrebbe invidiarti.
“Andare alla deriva”: credo che potresti approfondire e ragalarci qualche altra ventina ci minuti da divergimento (con la “g”)…
https://en.m.wikipedia.org/wiki/D%C3%A9rive
La “g” era d’ordinanza, la “c” invece no: …e ragalarci qualche altra ventina DI minuti da divergimento.
Derive da tastiera.
Franco caro, avventurarsi in uno di questi straordinari pezzi del tuo blog equivale a tanti giri su una sorta di ottovolante: sali, decolli, precipiti, riprendi quota, acceleri, ti lanci con il paracadute. I Manzoni, le rondini, i Numi, i Peanuts, piazza del Campo, le dentiere, gli sguardi ammiccanti di fanciulle innamorate. Solo tu riesci a tenere tutto insieme (e sotto controllo) regalando al lettore istanti di pura ilarità. Una giostra senza fine, un gioco per grandi, a cavallo delle parole: mangiafuoco e saltimbanco, trapezista o domatore di leone, trampoliere o giocoliere, cantastorie o funambolo: sei tu sotto (s)mentite spoglie: venghino signori venghino, è arrivato il circo. Per molti ma non per tutti, noblesse oblige.
E’ raro, davvero molto raro sentirsi non soltanto profondamente capiti –
nelle intenzioni ancor più che nei risultati, che spesso non sono all’altezza delle intenzioni-
e anzi addirittura capiti molto meglio e molto più a fondo di quanto tu stesso pensi di conoscerti e capirti.
Tu, Sara, mi dai questa sensazione e, credimi, è una sensazione davvero molto molto piacevole.
Grazie !
F
Devo a Riccardo Lestini una diversa ipotesi sul perché a teatro si augura “Merda, merda, merda !”.
Per l’origine di questo rito scaramantico esistono due versioni.
La prima vuole che la singolare maniera di augurarsi la buona riuscita dello spettacolo nasca
quando il Teatro smise di essere un passatempo popolare per rivolgersi a un pubblico di nobili e ricchi borghesi.
Questi “signori” non andavano certo a piedi a teatro : ci andavano in carrozza.
Se quindi davanti al teatro si accumulavano montagne di merda, significava che c’erano tanti cavalli di tante carrozze.
E quindi tanto pubblico, tanto successo e tanti soldi per gli attori.
La seconda versione, più stravagante però più divertente, vede protagonista l’attore e acrobata mantovano Tristano Martinelli (1557-1630).
Martinelli fu tra i primi “divi e mattatori” della storia dello spettacolo. Fu anche tra i pochissimi attori ad accumulare un ingente patrimonio.
In più Martinelli si esibiva spesso “in solitario”. Era autore e regista e protagonista di uno “One man show”
che andava in scena per un ristretto pubblico di cortigiani e regnanti che pagavano queste sue esibizioni a peso d’oro.
Un giorno Martinelli si esibì per il re di Francia Enrico IV di Borbone, fresco sposo della ricchissima fiorentina Maria de’ Medici.
Martinelli entra in scena ce ha in mano un vaso da notte. Come preso da un’irresistibile bisogno, si volta spalle, cala i pantaloni,
si siede sul vaso e ….. va di corpo.
Re, Regina e l’intera corte si chiedono : “Ma sta davvero facendo i suoi bisogni ?
Vabbè che è un grande attore, forse non si sente bene, ma guardalo ! La sta facendo veramente !”.
Silenzio, preoccupato e allibito silenzio.
Passano alcuni minuti …. Martinelli si rialza e ancora con le braghe calate
si volta verso il pubblico e gli rovescia addosso il contenuto del vaso.
Schifatissime le dame di corte fuggono via strillando come oche impazzite.
Il Re e la Regina, più dignitosi delle oche impazzite, ricevono addosso i proiettili fumanti e scoprono …………
che è castagnaccio !!!!
Prima di entrare in scena Martinelli aveva riempito il suo vaso da notte con pezzi di castagnaccio fumante,
che a prima vista sembravano proprio cacca.
Erano tempi quelli nei quali per uno scherzo del genere un guitto rischiava di finire impalato o squartato vivo.
Però il Re Enrico IV era uomo di spirito : appena si accorse che si trattava di castagnaccio, rise fino alle lacrime.
E se ride il Re, ovviamente ridono tutti.
Il Re non solo non punì Martinelli, ma per il meraviglioso coup de théâtre lo ricoprì d’oro.
Siccome mentre tirava il castagnaccio Martinelli gridava “Merda, merda per tutti !! Prendete !!! Porta fortuna !!!”
da allora dire “Merda !” a un attore è il più grande augurio – di successo e di incasso – che gli si possa fare.
Chiunque vanti titoli sulle foto di questo articolo mi contatti subito per la loro immediata rimozione.
Un giorno Pascal scrisse : “ Mi scuso per questa lettera troppo lunga. Purtroppo non ho avuto il tempo per farla più corta.”
E Carlo Fruttero mi suggerisce : “Quando hai dei dubbi, non aggiungere : taglia !”.
Per questo testo invece io ho avuto sin troppo tempo per aggiungere parentesi, divagazioni e nuove immagini e non ho mai avuto dubbi.
Caro Lettore, amico mio : mi scuso per questo testo troppo lungo e ti confesso che mi sono davvero molto divertito. Fin troppo !
Caro Franco,
ho letto con grande attenzione il tuo luuuuuuuuuuuungoooooooooooooooo scritto.
Non fai che confermarmi la tua grande abilità, l’inventiva che ti contraddistingue.
La tua scrittura è scorrevole e piacevolissima come sempre.
Veniamo ora alla tua ultima opera.
Divertente e interessante la scoperta di un genio come Pollock che trae ispirazione dalle cagate (si può dire ?) delle rondini.
Sarebbe interessante vedere altre opere che traggono ispirazione dalle cagate dei tucani, o piuttosto dei facoceri …. diamo tempo al tempo.
Geniale l’idea del Manzoni che riesce a vendere le sue deiezioni in scatola. Vorrei tanto conoscere chi le ha comprate.
Ho pensato di mettermi in affari vendendo le boasce delle mucche in scatoloni.
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.”
Fabrizio De Andrè, “Via del campo”
“Io sono il cielo, il cielo che nevica azzurro. Si apre genialmente giocosamente
con il precipitare a terra delle boasce delle mucche che diventano
un inno alla Natura, agli animali. a un ordine delle cose”.
Giusi Quarenghi
Insomma la merda è tutto oro che cola e per questo la gente che non vive in campagna se ne porta un po’ a casa, magari in una bella scatoletta.
Caro Franco,
mi è piaciuta molto la parte che hai dedicato alle rondini. Ti dò un notizia :
se vuoi vedere nidi di rondini con dentro piccoli rondinini col beccuccio aperto in attesa della mamma,
in alcuni palazzi ai bordi del Naviglio Grande li puoi vedere, se ti interessa ti ci porto.
Un abbraccio
Dede
“Boasce – in italiano boasse o bovazze o bovasse – sono quelle grandi torte marroni
che le mucche lasciano cadere a terra in una lunga sequenza intermittente,
tenendo alta la coda e guardando il mondo dritto negli occhi, con calma sovrana.
Si presentano molli ma anche secche, fresche ma anche stagionate;
disperse nei prati ma anche ammucchiate fuori dalle stalle in montagnole
ora fumanti di letame nuovo, ora deposito di prezioso humus
e concime per zucche e zucchine che le decorano di arabeschi verdi a fiori gialli.
Raccolte in unica massa, ma anche disseminate via via in file regolari
sui tragitti degli spostamenti della mandria dalla stalla all’abbeveraggio, da prato a prato a stalla,
le boasce facevano stabilmente parte del mio paesaggio quotidiano,
ranne che sulla strada principale, l’unica che attraversava il paese dalle prime case alle ultime.”
Giusi Quarenghi “Io sono il cielo che nevica azzurro” Topipittori
Scrive Dede …
Franco non posso che ringraziarti per l’arricchimento al mio scritto e ti sono grato anche per averlo pubblicato.
Un bel gesto disinteressato da amico.
Io non ho aggiunto altre info perché ho sempre paura di essere prolisso.
… e rispondo a Dede :
Secondo me, Dede, non dovresti “avere paura di essere prolisso”.
Sia tu che io abbiamo lavorato una vita misurando io le parole e i secondi,
e tu i secondi e i fotogrammi.
Se una parola o una inquadratura sono indispensabili,
quella parola e quella inquadratura non sono mai “prolisse”,
nemmeno se il testo è lungo 1000 pagine
e il film dura 9 ore.
Se invece una parola o una inquadratura
si possono togliere
senza togliere significato o ritmo
allora sì, se non le togli, quel testo o quel film sono prolissi,
anche se il testo è di poche righe e il film dura pochi secondi.
L’unico che può giudicare sei tu.
Poi, lo so anch’io, oggi molti vedono un testo di più di 15 righe e si spaventano : “Oddio è lungo !”.
Ho visto con i miei occhi una fanciulla universitaria che di fronte a un bellissimo spot di 90 secondi,
allo scadere dei primi 60 secondi ha rinunciato, dicendo : “E’ troppo lungo !”
Eppure quel film raccontava una storia, forte e coinvolgente. Però all’universitaria non importava sapere come andava a finire quella storia,
che anche per lei era forte e coinvolgente, perché per lei quel film era troppo lungo.
Su ‘Repubblica’ di qualche giorno fa : “L’avvento di Internet e la quantità praticamente infinita di nuove notizie
ha ridotto la capacità di attenzione. L’ultima rilevazione della comune capacità di attenzione la fissava a 9 secondi”.
9 (nove) secondi !
Poi chi ti ascolta, ti legge o guarda il tuo film, si distrae, pensa ad altro : ti trova prolisso.
Ma non sei tu che sei prolisso, sono loro che sono pirla.
E sono loro che non sanno godere un testo o un film o una musica o un panorama o un’opera d’arte.
Il problema è loro, non tuo.
Oggi noi scriviamo per noi e montiamo per noi :
del giudizio degli altri possiamo, e perciò dobbiamo fregarcene.
Tanto nessun altro sarà mai così esigente su un mio scritto
o su un tuo montaggio quanto siamo già prima esigenti tu ed io.
F
.. e comunque sempre
meglio ’prolisso’ che ‘prolasso’.
Soprattutto dei cabasisi.
Lo sapevi ? Lo Zio Paperone nasce poverissimo, si guadagna da vivere come lustrascarpe e lo imbrogliano.
Ma lui ce la mette tutta, impara a tuffarsi e a nuotare nell’oro e non è per niente avaro.
Paperon de’ Paperoni, per tutti noi “lo Zio Paperone”, in America “Scrooge McDuck”, nasce il 15 Dicembre del 1947.
In pratica è più giovane di me e oggi avrebbe solo 73 anni. Però lui nasce già vecchio : un neonato che ha già 80 anni.
La sua vera nascita è infatti molti anni prima della sua apparizione nei fumetti :
risale al 1867 a Glasgow, in Scozia. Oggi ha quindi la bellezza di 154 anni e li porta alla grandissima.
Io spero di arrivare alla sua età, se non proprio ricchi$$$imi$$$imi$$$$imo come lui,
almeno sereno e innamorato e amato.
Lo Zio Paperone è molto, molto ricco. Per Carnevale lui non lancia coriandoli e stelle filanti :
lui lancia banconote da un milione di dollari e monete d’oro.
Però quest’anno il Carnevale non c’è stato e lui è quindi ancora più ricco.
Il suo motto è : “Mi piace tuffarmi nel denaro come un pesce-baleno.
E scavarci delle gallerie come una talpa.
E lasciarmi ricadere i dobloni sulla testa come una doccia”
(Vacation Parade, 1951).
C’è una rivista di Economia, famosa nel mondo – ‘Forbes’ –che ogni anno fa la classifica
delle donne e degli uomini più ricchi del mondo. Fa anche classifiche per categorie :
i più ricchi tra i politici, gli attori, i cantanti, i campioni dello sport.
Ha fatto anche la classifica dei più ricchi tra i personaggi della fantasia :
sono in gara i protagonisti delle favole, dei miti, dei romanzi, dei film e dei fumetti.
Si chiama : “The Forbes Fictional Fifteen” (I 15 personaggi di fantasia più ricchi di sempre).
Chi è il più ricco di tutti ?
Zio Paperone è il più ricco di tutti. Ha un patrimonio di 45 miliardi di dollari.
Questo calcolo Forbes lo ha fatto nel 2007, ma io ci aggiungo anche gli interessi (‘tasso di crescita annuo’) maturati da allora.
Però ‘Zio Paperone’ è stato per un attimo superato in questa classifica da ‘Babbo Natale’.
E’ durato pochissimo però perché immediatamente sono arrivate a ‘Forbes’ migliaia di lettere di protesta da tutto il mondo.
Tutti protestavano che che Babbo Natale non è un personaggio di fantasia :
Babbo Natale esiste per davvero, quindi è fuori concorso in questa classifica. Vada semmai a gareggiare con Jeff Bezos e Bill Gates.
Nessuno sa quanto è davvero profonda la piscina piena di dollari d’oro dentro cui lui si tuffa e nuota allegramente.
E poi il capitale di Zio Paperone non si misura in miseri miliardi : i suoi sono “Fantastiliardi” ! (nota 1)
Zio Paperone non è nato ricco : lui ha provato la fame, la povertà, ma non si è mai arreso.
Da bambino lo hanno sfruttato e lo hanno imbrogliato. Faceva il lustrascarpe,
ha lavorato per più di mezz’ora su un paio di scarpe e alla fine – povero piccolino – era così stanco che è svenuto.
Quando si è ripreso il cliente è sparito e gli ha lasciato come paga 10 centesimi. Ma non 10 centesimi scozzesi :
10 centesimi americani, che in Scozia non valgono niente.
E allora decide che lui sarà “il più duro dei duri e il più furbo dei furbi”.
Paperone sa che il suo successo lo deve soltanto a se stesso : nessuno gli ha mai regalato nulla.
Proprio per questo detesta i fannulloni (il nipote Paperino, tanto per non fare nomi) che non sanno guadagnarsi da vivere.
E poi, e questo nessuno lo sa e lui non lo dice a nessuno, Zio Paperone è generoso e ha un cuore d’oro.
Regala delle intere fortune, ma lo fa sempre di nascosto.
E c’è chi ha il coraggio di dire che è avaro !
nota 1
Sono state fatte delle stime della ricchezza accumulata da Paperone. Alcuni autori usano unità di misura da loro inventate :
Carl Barks la stima in «1 multiplujilione, 9 obsquatumatilioni, 623 dollari e 62 centesimi».
Don Rosa la quantifica in «5 multiplusilioni, 9 impossibilioni, 7 fantasticatrilioni di dollari e 16 centesimi».
Nella storia a fumetti “Zio Paperone e il dollaro pesante” di Giorgio Pezzin
il capitale ammonta a “1200 fusomilioni” (il ‘fusomilione’ è definito come una cifra talmente alta da fondere un calcolatore.
Lo Zio Paperone dice sempre che lui è molto più di un miliardario : lui è un fantastiliardario.
nota 2
Troppo divertente Alessandro Baricco qui :https://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/paperone/paperone/paperone.html
Referto completo della ‘Peer Review’.
Questo testo, come nella tradizione delle più prestigiose riviste internazionali,
è stato verificato con standard rigorosi di valutazione critica della sua rilevanza scientifica.
In gergo : “Peer Review”.
Un selezionatissimo “Comitato Scientifico di Esperti”, in gergo “Referees”, (in realtà uno solo e nemmeno ‘Esperto’, ma questo resti tra di noi)
ha analizzato, vivisezionato, praticamente fatto l‘autopsia in corpore vili’ di ogni riga e di ogni singola parola.
Ecco la “Peer Review” dell’International Referees’s Committee e del loro “Doppio, anzi Triplo Cieco” (in gergo ‘Triple Blind Study”) :
un esame così severo che più severo ci sarebbe solo l’esecuzione capitale immediata dell’Autore, per ora evitata.
Tempo di lettura : 13 minuti e 39 secondi. Facciamo 15 minuti.
Si consiglia una lettura serena, rilassata, amichevole, disposta al sorriso o quantomeno ad una santa sopportazione.
Optional musica di sottofondo; graditi gli ukulele hawaiani, ma anche brani mozartiani di glass armonica, glockenspiel, celesta
o il casalingo carillon con la ballerina che rotea sulle punte. Bene anche e più attuale il Modern Jazz Quartet.
Strumento di lettura : PC desktop o laptop. Astenersi cellulari, per il rischio di letali effetti collaterali immediati e incurabili.
Notizie interessanti : 14 Queste :
1 In Pubblicità i “Creativi” possono essere fissi, liberi o nottambuli.
2 Esiste uno spot fatto di una sola inquadratura dove non succede niente.
3 Il regista Giuliano Montaldo ha girato spot per un preservativo.
4 Il regista Marco Ferreri amava le rondini. Però si incazzava con loro.
5 Il caustico e burbero Marco Ferreri era una pasta d’uomo, tenero e affettuoso.
6 A Montalcino le rondini girano per casa : entrano dalla porta ed escono dalla finestra.
7 Investire nella “Merda d’artista” è stato un affare colossale.
8 Sul rapporto merda=denaro ci sono da secoli due opposte scuole di pensiero.
9 Puoi comprare in Rete un caffè che costa 40 Euro a tazzina.
10 Vicino a Piacenza puoi visitare il “Museo della Merda”.
11 Zio Paperone è nato nel 1947. Però quando è nato aveva già 80 anni.
12 Woodstock non dice mai una parola, però comunica perfettamente con Snoopy.
13 Come puoi capire se tu sei ‘prolisso’. (11° commento, in fondo)
14 Zio Paperone stravince; Babbo Natale è squalificato (12° commento)
Notizie sorprendenti : 6
Queste :
1 In casa di Silvana le rondino “cacano mostruosamente” (parole sue),
però non interrompono mai una conversazione
2 In Piazza del Campo a Siena le rondini girano rigorosamente in senso orario.
3 In una villa in Lombardia le rondini “dipingono” le pareti.
4 Picasso ha usato per dipingere la popò di sua figlia Maya
5 Ci sono servizi da tavola fatti di cacca. Premiati.
6 Tutti sanno perché a Teatro si augura “Merda !” Pochi sanno che Martinelli l’ha fatta davanti al re di Francia (7° commento)
Idee folli o geniali : 3
1
Quiz : riesci a distinguere Pollock dalle rondini ? E Turcato dalle rondini ?
2
Quiz : vale di più una scatoletta di quella di Piero o di quella di Alessandro, sempre Manzoni ?
3
Proposta di una nuova categoria artistica : somiglianze e differenze tra Action Painting e Swallow Painting.
Giudizio Globale : Chi riuscisse a completare non solo la lettura del testo, ma anche dei ‘Commenti’ dei Lettori,
ha vinto un giro di ombre e cicheti offerti nei più malfamati bàcari di Rialto quando lo si potrà fare e gustare smascherati.
Pezzo lungo ma GENIALE.
Nessuno infatti prima di te aveva mai fatto un accostamento
così stringente, o impellente, tra l’Action Painting e lo Swallow Painting.
E che dire del tuoi “fecitori” di opere d’arte.
Forse sei il primo nella storia ad averlo detto. Chapeau!
Maurizio
Appena mi sono svegliato dal letargo pomeridiano ti ho letto in un fiato.
E non mi sono mai divertito tanto.
La tua intelligenza e la tua ironia sono degne di un Flaiano.
Che spesso faceva il bischero ma era solo un genio.
Continua così che sei sulla buona strada (ma attento dove metti i piedi!).
Maurizio.
Nel bellissimo volume “The Madman’s Library : The Greatest Curiosities of Literature” di Edward Brooke-Hitching,
una rassegna dei libri più bizzarri e incredibili mai pensati e pubblicati.
In totale affinità elettiva con il mio testo qui sopra è il volume “Histoire des Pays-Bas”, pubblicato nel 1750.
Questa “Storia dei Paesi Bassi” in realtà non è un libro : è una toilette portatile in legno.
In caso di chiamata urgente il finto libro si apre e diventa una comoda (sic!) toilette portatile
che accoglie comodamente (ancora !) le terga (i “Paesi Bassi”) del previdente Lettore.
Franco ne sai una più del diavolo !
Prima di leggerti non sapevo di comprimere i “Paesi Bassi” contro l’asse del water.
Che siano diventati Bassi proprio per quello?
Maurizio
Bene, caro Franco, se volevi dimostrare di essere una rondine ci sei riuscito. Un bel volo, ovviamente in senso orario non foss’altro perché in quel senso va la nostra scrittura, che ha come arrivo il punto di partenza, anche con le creative evoluzioni del caso. L’abilità delle rondine, e per traslato la tua, consiste nel mantenere la rotta anche quando questa sembra persa perché l’invenzione di una nuova figura, di un nuovo pensiero, che va oltre le subordinate, sembra portare altrove e dunque a persdere la rotta. Un plastico esempio pratico che conferma quanto sia vero il detto che “tutto si tiene”. Volendo.
Grazie, Giorgio.
Bellissimo e arguto commento,
anche se alla mia età uno rischia per davvero -
pur tentando di arrivarci in volo -
di diventare suo malgrado un involontario fecitore di opere d’arte.
Però, sediovuole, come concludi tu : “tutto si tiene”.
Volendo.
F
Franco Bellino
San Polo 1426, 30125 Venezia
(((questo non è ancora il commento di Vito Taverna, ma è così bello che non posso trattenermi dal pubblicarlo)))
Caro Franco,
mi sono letto il tuo bellissimo testo due volte interamente … sono andato anche sulle deviazioni e mi riprometto, dopo aver dato da mangiare ai gatti che mi aspettano, di stamparlo per averlo sottomano.
Se mi finirà il toner te lo metterò in conto. Mi riservo anche di scriverti un lungo commento sulle rondini.
Ho dedicato un convegno di ‘Poesie nel Cassetto’ a Rondine, cittadella della pace.
E sono un esperto del volo radente delle rondini
anche sulle strade asfaltate che scambiano per fiumi e nelle piazze dei paesi (vedi Pascoli e Luzi).
Quando ero piccolo davanti alla finestra della mia camera si appollaiava
un infinito stormo di rondini in attesa di partire per i Paesi caldi.
Lo ricordo ancora come uno spettacolo che non c’è più cosi stupefacente (vedi Pasolini).
………………………………………………
A presto perché i gatti protestano battendo i vetri della finestra.
Salutami Giovanna, un grande abbraccio.
Vito
Paperon de’ Paperoni era già famoso in Italia quasi 1000 anni fa !
Scopro solo oggi questo articolo di Giovanni Gagliardi su ‘Repubblica’ :
https://www.repubblica.it/cronaca/2018/08/06/news/paperon_de_paperoni_e_il_suo_antenato_vissuto_nel_medioevo-203547102/
Che nesso c’è fra Paperon de’ Paperoni, il noto personaggio Disney, e quel meno famoso (almeno ai più)
Paparone de Paperonibus nobile ecclesiastico del Duecento durante i pontificati di Papa Clemente IV e Papa Onorio IV,
nominato prima vescovo di Foligno e poi eletto vescovo di Spoleto ?
Il quotidiano della Santa Sede, L’Osservatore Romano, ‘gioca’ con i nomi e sottolinea le somiglianze ‘anagrafiche’ (e non solo)
tra il fanta-miliardario ideato dal fumettista americano Carl Barks nel 1947
e l’uomo di Chiesa vissuto nel Medioevo, con due interventi dell’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca e dello scrittore Dario Fertilio.
La genealogia tratta non dal celebre fumetto “Storia e gloria della dinastia dei Paperi”,
ma dal ben più autorevole ‘Hierarchia Catholica’ (1913) di Konrad Eubel,
riporta di un vescovo Paparone nella diocesi umbra, appartenente alla ricca famiglia romana dei Papareschi
vissuta nel rione di Trastevere a partire dalla prima metà del XII secolo e ancora presente negli stradari capitolini.
Il religioso venne iscritto poi nell’ordine dei domenicani come proveniente dalla famiglia de Paparonibus o de Paperonibus
e successivamente indicato nel palazzo arcivescovile di Spoleto con il nome di Paparonus de Paparonis.
“Lo si ritrova effigiato nei ritratti settecenteschi dei vescovi cittadini nel palazzo arcivescovile di Spoleto –
spiega monsignor Accrocca – dov’è indicato con il nome di Paparone de Paparoni e lo si dice traslato, nel 1285,
da Onorio IV, da Foligno a Spoleto, e poi morto nel 1290:
F. Paparonus de Paparonis Romanus, Ordinis Praedicatorum,
anno MCCLXXXV ab Honorio IV e Fulginatensi ad hanc translatus, obyt a. MCCXC”.
Al nome del vescovo, si ipotizza, potrebbe essersi ispirato nel 1952 Guido Martina,
traduttore per la Mondadori delle storie dei personaggi Disney i cui nomi americani venivano poi ‘reinventati’ in italiano.
Così come ‘Mickey Mouse’ divenne ‘Topolino’ e ‘Donald Duck’ fu ‘Paperino’,
così il cittadino più influente di Paperopoli ‘Uncle Scrooge’, a sua volta ispirato all’avaro del ‘Canto di Natale’ di Charles Dickens,
sarebbe diventato, grazie all’erudizione medievale del suo traduttore italiano, ‘Zio Paperone’ ovvero ‘Paperon de’ Paperoni’.
“Chi l’avrebbe mai detto – conclude l’arcivescovo di Benevento – a un frate e vescovo del XIII secolo,
che il suo nome potrebbe essere servito un giorno a risolvere ben altri problemi
rispetto a quelli ai quali era aduso e che il suo ricordo sarebbe stato alimentato dai fumetti della Disney ?”.
A questo link l’articolo di don Felice Accrocca, Arcivescovo metropolita di Benevento,
pubblicato su ‘L’Osservatore Romano’ il 6 Agosto 2018 :
https://www.ottopagine.it/bn/attualita/163728/l-arcivescovo-accrocca-e-il-segreto-di-paperon-de-paperoni.shtml
Più che un commento, è di poche ore fa questo divertente ping-pog di mail tra Silvana Biasutti e me :
Silvana :
Eh, la volta scorsa non avevo letto tutto.
Ora ho letto e posso dire che le cinque rondini fotografate sono invece dei balestrucci.
S.
Franco :
Ah, beh se non sono rondini e sono invece dei balestrucci gli è tutto da riscrivere !
E io che pensavo di aver scritto di pubblicità .. di registi famosi …
di arte contemporanea e arte africana .. di action painting e swallow painting …
di fecitori d’arte e dei due Manzoni … di san Basilio magno e di Paperon de’ Paperoni, vescovo di Foligno e poi di Spoleto …
Franco
Silvana :
Ma il post l’avevo in gran parte letto precedentemente.
E se non commento è un mio limite. Mi sono anche divertita,
e tra l’altro Jackson Pollock mi piace da sempre – già da quando andavo a Brera.
Ma che quelli sono balestrucci l’ho imparato dal falegname del paese
in cui abitavo in Toscana e mi sembrava utile dirtelo. Non mi viene mai da commentare,
se non per dare qualche notizia che può essere utile.
Scusa.
Franco :
Silvanina, non devi scusarti.
Fai benissimo ad essere come sei. E’ solo che avendo parlato di te,
ero curioso di sapere cosa ne pensavi.
E siccome il tuo commento, così com’è mi piace
perché è un tuo ritratto migliore forse della foto che ho trovato,
se tu sei d’accordo, lo pubblicherei insieme agli altri.
Quasi sempre i commenti ai miei testi
sono più interessanti e divertenti dei testi che li hanno stimolati.
Salutami la “sventata” che abita dalle tue parti.
Silvana :
Certo che lo puoi pubblicare. Ti aggiungo che abitando a lungo in Toscana, ho imparato
che i rondoni sono enormi, bruttarelli, caconi straordinari e partono a luglio.
I balestrucci stanno in paese ed emigrano a settembre (in occasione del compleanno di mio figlio):
credo siano anch’essi cacatori indifesi, vista la solerzia con cui gli autoctoni ne distruggono i nidi
(non sapendo che, oltre a essere incivile e anti-ecologico, porta pure una sfiga maledetta).
Le rondini classiche (salvo varianti) sono rosa di petto e le ho viste organizzarsi in squadriglie
che volano radenti e velocissime sulla testa dei gatti di Fonterenza.
La prima ad arrivare, giunge di sera, stanchissima, il 17 o 18 marzo, sotto il tetto della “parata” di Fonterenza.
Ora sai qualcosa di più (sulle rondini).
Ancora Silvana, di rincorsa :
Ho un correttore monstre: i balestrucci sono cacatori indefessi, mica indifesi …