Scuola. Lezione o interrogazione in DAD.
Tu alzi la mano o il Prof ti interroga.
Lavoro : meeting in Smart.
Il Grande Capo o il Cliente ti fa una domanda.
Vita : su ZOOM per la prima volta le/gli appari tu.
Tu chi sei ?
Chi vuoi essere ?
Tu sei l’immagine che appare sul cellulare o sul monitor.
Sei la faccia, i capelli, il vestito che qualcun altro vede.
E che giudica.
Sei lo sfondo e l’ambiente in cui ti trovi. Che qualcun altro vede e che giudica.
Sei la luce e le ombre in cui gli altri ti vedono. E giudicano.
Sei l’immagine che hai scelto di essere : solo il volto (PP), solo gli occhi (PPP), mezzo busto (PA).
Sei vicino o lontano dalla webcam. Stai piuttosto lontano per non fare il ‘faccione’.
Stai proprio di fronte o un po’di ¾ come la Gruber. Di ¾ sei più sexy.
Ti inquadri un po’ dal basso così sembri più alto o più autorevole.
Guarda gli altri in TV.
Hanno tutti sempre alle spalle una libreria. Meglio se fa angolo così i libri sembrano di più.
Molti mettono apposta qualche libro fuori posto così la biblioteca fa più “vissuto”.
Guai se appare una sfilza di volumi rilegati tutti uguali :
fa tanto Enciclopedia acquistata porta-a-porta sul pianerottolo.
Peggio ancora, peggio di Fantozzi, quelle file di libri,
di cui si vede solo il dorso ma dentro sono vuote :
sono i finti libri si usano sul set per non appesantire i finti mobili.
L’immagine di te che appare nelle lezioni in DAD,
nelle riunioni di lavoro ‘smart’, nei dialoghi con il tuo amore lontano, parlano di te.
Per il Prof o per il Cliente o per il futuro Datore di lavoro quello che tu dici
dipende sì da quanto è giusto e da come lo dici,
ma dipende anche da quello che lui vede mentre tu lo dici.
Tu sei CHI appari.
Cerca di essere sempre il TU migliore.
Non una volta tanto : ogni volta.