Anche nel più elementare corso di fotografia io sarei un allievo irrecuperabile
perché ho 83 anni, per quasi 70 anni ho girato il mondo
e non ho mai portato con me una macchina fotografica. Non volevo distrarmi : volevo concentrarmi a guardare, vedere, capire,
emozionarmi, assaporare ogni istante e immagazzinare ricordi.
Il fatto di non avere una macchina fotografica ha prodotto un bizzarro risultato :
in tutti i Paesi del mondo, persino i più improbabili ed esotici
(Yemen, Cappadocia, Bali, Perù, Egitto, Sri Lanka, Cambogia),
è capitato che qualcuno mi chiedesse informazioni stradali :
non avevo la macchina fotografica quindi dovevo essere del posto.
Una volta però anch’io ho avuto una macchina fotografica :
ero molto a Nord di Celebes/Sulawesi in territori quasi mai toccati prima di me da turisti.
Portai con me una Polaroid : ogni scatto che facevo, la macchina dopo pochissimi secondi
sputava fuori la fotografia già stampata e io la regalavo alla persona ritratta.
Per loro era una magia : erano stupefatti ed entusiasti.
Mi avrebbero ospitato in casa loro per mesi. Peccato che nella stessa casa
tenessero per mesi il cadavere di un parente caro
in attesa di potersi permettere un maestoso e costosissimo funerale.
A me non è rimasta nemmeno una foto !
Purtroppo vedo ogni giorno a Venezia migliaia di persone
che non guardano la città che pure sono venuti a vedere, che pagano per scoprire.
Tu gli indichi una meraviglia e loro cosa fanno ?
Voltano le spalle – VOLTANO LE SPALLE ALLA MERAVIGLIA ! – per farsi un selfie.
Non guardano Venezia : si guardano nel selfie, condividono e passano oltre.
Tornati a casa spunteranno Venezia dall’elenco dei posti da vedere e passeranno oltre nella lista.
Sharm el-Sheikh (non Egitto) ? Fatto.
Phuket (non Thailandia) ? Fatto.
Bali ? Fatto.
Gran Canyon, fatto. Anche Disneyland.
Yemen, da fare. Adesso però meglio di no.
(cfr. Consiglio 843 di ‘crear$i’)
Dis-innamorati in gondola.
Sotto le finestre di casa vedo passare ogni giorno decine di gondole.
Un giorno di Settembre del 22 non ne potevo più e ho pubblicato su Facebook questo sfogo.
Una volta in gondola le coppie di innamorati stavano seduti vicini, abbracciati e magari si baciavano.
Oggi no : oggi stanno seduti lontani.
Uno sta da solo a prora, per fotografare l’altro con il gondoliere sullo sfondo;
l’altro sta a poppa per fotografare il primo con il panorama sullo sfondo.
Stare vicini-vicini, godere abbracciati la magia di Venezia e la poesia della gondola,
la musica del remo che accarezza l’acqua del Canal Grande ….
in una parola, amare e amarsi è optional.
Comunque ci si può sempre, semmai, fare un selfie :
uno dei due con il braccio steso più lontano che può, l’altro che magari fa “V” con le dita.
Il post su Facebook ha fatto sensazione.
Cristiana lo commenta subito : “Dovrebbero vietare l’uso del cellulare in gondola”.
“Non sia mai !” urlerebbero in coro tutti i “Pope” di Venezia.
Senza cellulare non solo non salirebbero mai in gondola :
senza cellulare non verrebbero nemmeno a Venezia !
Quando ho scritto questi pensieri ero sicuro di quello che scrivevo.
Poi però mi è venuto il dubbio di avere esagerato.
Davvero questi ragazzi e questi turisti non verrebbero a Venezia
se non potessero fotografare tutto e fotografarsi dappertutto?
Forse la situazione non è poi così disperata.
Allora ho fatto un esperimento : ho chiesto a parenti e amici
di fare ai propri figli – tutti adolescenti – questa proposta :
“Ti regalo un week-end a Venezia. Tutto pagato. A una condizione però :
sia tu, sia la persona che viene con te, non farete nemmeno una fotografia né un selfie.
Ci stai ?
Ci vai gratis a Venezia senza poter fare nemmeno una foto ?”.
Hanno risposto in 13 : Eleonora, Emma, Francesca, Gaia, Ginevra, Giulia,
Luna, Maria, Perla e due Sofia, più Alessandro e Pietro.
9 hanno detto : “No, se non posso fare nemmeno una foto, a Venezia non ci vado.”
2 però – meraviglia !!! – due hanno detto “Sì !”.
Non tutto è perduto.
La situazione è tragica, ma non è disperata.