E’ vivo il tuo presepio ? (versione completa)

Il tuo presepio vuole vivere e non parlo dei presepi con figure che si muovono in modo meccanico nello spazio : mai piaciuti.
Parlo del passaggio del tempo che comporta dei cambiamenti nel tuo presepio : dal giorno in cui tu lo progetti
fino al giorno in cui lo disfi il tuo presepio è vivo. Vive col passare del tempo perché tu lo fai vivere.

Ci sono personaggi che prima non c’erano e poi appaiono. Ci sono personaggi che prima sono in un modo e poi diventano diversi.
Ci sono personaggi prima lontani e poi vicini; altri che prima dormono e poi si svegliano.
I tuoi bambini possono veder vivere il tuo presepio proprio come un film !

Amico Lettore,

questo testo è la seconda versione di uno scritto che molti hanno già letto e qui sotto commentato.
Proprio per merito di questi generosi commenti sono nate nuove idee, apparse nuove immagini.
Per evitare a chi mi ha già letto di rileggermi evidenzio in blu i brani che sono nuovi :da-mailcosì tu puoi immediatamente riconoscerli ed elegantemente saltare tutti quelli che hai già letto.

1

Gesù Bambino  è vivo : nasce !

Questo lo sanno tutti. I primi giorni nel tuo presepio il Bambino non c’è : la mangiatoia è vuota :

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A mezzanotte del 24 Dicembre, proprio quando suonano le campane, il Bambino appare nella mangiatoia :

 

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2

Maria Vergine è viva e dà la vita a Gesù.

I primi giorni nel tuo presepio Maria è ancora incinta, con il pancione e faticosamente viaggia insieme a Giuseppe verso Betlemme. La vedi appollaiata sulla groppa di un asinello …

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.. poi la vedi mentre cerca disperatamente una camera dove dormire ..

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.. infine è nella capanna-stalla che Giuseppe ha trovato per loro. Adesso Maria è scesa dall’asinello, è sempre con il pancione, ma è in piedi accanto alla mangiatoia vuota : …

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Finalmente arriva la mezzanotte del 24 Dicembre e ……… miracolo ! Il pancione di Maria non c’è più e c’è invece biondo e bellissimo il Bambino nella sua culla, in realtà un’umile mangiatoia. Maria adesso è inginocchiata accanto al suo piccolo …

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… e un asino e un bue riscaldano il neonato con il loro fiato. Sono due animali,
ma hanno già capito cosa bisogna fare e con Chi hanno a che fare.

 

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Nella stalla c’è un presepio, ma non ci sono Maria e Giuseppe.

 

Forse questa mia idea, che l’asino e il bue abbiano capito tutto
prima di pastori, Angeli in volo e Re Magi in viaggio,
è la stessa idea dello scultore che ha creato questa “Natività” :

 

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Lo scultore ha messo Gesù Bambino e poi soltanto l’asino e il bue. Più un Angelo
che non sa bene cosa fare perché non trova il posto dove atterrare e perciò “fa l’elicottero” rimanendo sospeso in volo.

Non ha rappresentato nemmeno i genitori del neonato, Maria e Giuseppe.
Non è che non li ha messi perché non c’era spazio : non li ha messi proprio perché non voleva metterli.

Non è stato il primo : anche Wiligelmo nel Duomo di Piacenza aveva avuto la stessa idea :

 

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… però Wiligelmo era uno dei più grandi scultori della storia dell’umanità,
mentre lui era soltanto un umile scalpellino che lavorava la pietra per guadagnarsi da vivere.

Questo ingenuo presepio di pietra probabilmente è rimasto per secoli incastrato dentro il muro di una povera stalla.
Una di quelle stalle dove tutti gli uomini della cascina si radunavano nelle sere d’inverno per trovare un po’ di caldo.

Proprio nella stalla, erano per la prima volta tutti insieme dopo una giornata di lavoro.
Non c‘era un gran profumo, ma c’era calore : animale e umano.

C’era una vita di società che noi oggi ci sogniamo perché purtroppo
la Televisione ci ha ipnotizzato immobili davanti a un elettrodomestico.

E’ bellissima la stalla che racconta Olmi nel suo “L’albero degli zoccoli” :

https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=youtube+albero+degli+zoccoli+stalla#fpstate=ive&vld=cid:e1e48f8f,vid:6psrUYsW-9o

Le donne cuciono, lavorano a maglia, ma soprattutto parlano e si scambiano confidenze.
I bambini giocano, gli uomini discutono, i vecchi raccontano il passato : leggende, fiabe, storie vere e storie inventate.
I giovani cercano di scoprirsi innamorati, ma non sanno cosa dire e come fare.

 

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Chi ha scolpito questa pietra ha intuito l’intuito dell’asino e del bue
che riscaldano con il loro tiepido fiato l’infreddolito neonato.
Chi ha scolpito questa pietra era forse un artigiano, uno scalpellino, scultore improvvisato per sé e non per committenti.

Un dilettante a cui nessuno chiedeva di modellare santi per la chiesa o per la devozione casalinga.
Uno che faticosamente sbozza e scolpisce pietre che trova sul greto del fiume
e lo fa da “ignorante” (nel senso buono con cui dicono “ignorante” i campioni della Moto GP o come lo direbbe Vasco Rossi).
Lui non conosce i moduli canonici, non sa nemmeno cosa sia il Concilio di Trento :
lui lavora guidato soltanto da quello che gli suggerisce la pietra e da una profonda ingenua fede.

Così decide di capovolgere le gerarchie – non rischia la scomunica perché il Parroco,
che certo non frequenta la stalla, non se ne sarebbe mai accorto -
e promuove l’asino e il bue a grandi protagonisti insieme a Gesù Bambino
del suo ingenuo emozionante presepio.

Mi piace pensare che questo presepio sia rimasto per secoli in una stalla.
Era lì innanzitutto per invocare dall’alto la protezione da ogni malattia per tutti gli animali :
per chi non aveva niente gli animali erano il bene più prezioso
e la loro salute era la salute e la serenità di tutta la famiglia.
Però forse questo presepio era messo nella stalla anche per ricordare a noi uomini
che piante e animali e forse anche minerali sono organismi viventi :
preziosi per la vita del nostro pianeta e di ognuno di noi.

 

4

La Stella è viva e si muove nel cielo del tuo presepio

La Stella non è sopra la capanna fin dal primo giorno. Anzi, è lontanissima, alta nel cielo, quasi fuori dalla carta blu-notte che tu hai messo per rappresentare il cielo stellato. Ma la Stella del presepio non è una stella fissa : è la Stella Cometa e anche lei si muove nel cielo verso il Bambino che nascerà. Perciò giorno per giorno si avvicina …

 

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… e anche lei, la Stella, trova il suo giusto posto solo alla mezzanotte del 24 Dicembre. Dove ? Proprio sopra la capanna a proteggere e illuminare Gesù Bambino :
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Intanto però la Stella per mesi e mesi ha guidato fino a Betlemme da terre lontanissime i Re Magi e i loro sfarzosi cortei :

 

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5

Il pastore Benino:  dormiva, sognava e ora si meraviglia !

I primi giorni nel tuo presepio Benino è un normale pastore con le sue pecore che pascolano lontano dalla capanna. Poi però qualche giorno prima del 24 Dicembre il pastore Benino si addormenta in una grotta. Dorme e ha un sogno, anzi una vera e propria visione :

 

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Che cosa vede Benino ? Vede il presepio che in realtà non è ancora nato, il presepio che tu non hai ancora finito lui già adesso lo vede in sogno proprio come diventerà.

Ed ecco che quando Maria avrà partorito, Gesù Bambino sarà nato, la Stella si sarà posata sul tetto della capanna e i Magi saranno in arrivo, ecco che il tuo presepio sarà proprio come Benino lo ha già sognato tante notti fa.
Lui che prima dormiva sprofondato in un sogno profondo, adesso è sveglissimo. Guardalo !

 

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E’ in piedi, ha le braccia alzate, la bocca aperta, gli occhi sgranati. Senza dire una sola parola esprime tutta la sua meraviglia. E infatti il suo personaggio adesso si chiama anche : “la Meraviglia” o “il Meravigliato”.

E tu, proprio alla mezzanotte del 24 Dicembre, prima appoggi delicatamente  Gesù Bambino sulla paglia … poi sistemi Maria, non più incinta ma ora per la prima e unica volta nella sua vita “vergine madre”, accanto al neonato … poi fissi la Stella proprio sul tetto della capanna … infine togli dal presepio  il pastore Benino addormentato e lo sostituisci con il pastore Benino che adesso è sveglissimo e meravigliatissimo.

I tuoi bambini scopriranno con meraviglia che nel vostro presepio per adorare Gesù Bambino è apparso un altro personaggio, “il Meravigliato” proprio come meravigliati sono anche loro.

 

 

6

Magi, guerrieri, filosofi, astrologi, servitori, musicisti, danzatori,
cammelli o dromedari
(dipende da quante gobbe hanno),
leopardi e gazzelle e scimmiette, cavalli, forse anche elefanti
e sicuramente tanti simpatici cagnolini,
sia cani  da pastore del posto, sia cani da caccia che arrivano da lontano.
Tutti vivissimi !

 

E poi naturalmente nel tuo presepio oggi protagonisti sono  i Magi con il loro corteo di personaggi e animali e abiti esotici coloratissimi e doni preziosi :

 

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Tanti anni fa chi aveva una casa molto ma molto grande già i primi giorni di Dicembre metteva nel suo presepio  il corteo dei Magi. Però lo metteva in un’altra stanza, una stanza lontana dal presepio.

Poi giorno per giorno spostava il corteo dei Magi e finalmente  li faceva arrivare davanti alla capanna, ma non a Natale : soltanto 12 notti dopo la nascita di Gesù, il 6 di gennaio, non un giorno prima.

 

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I Re Magi quando sono in viaggio cavalcano prima i loro destrieri, uno magari anche un cammello o un dromedario (sul dromedario è più comodo sedersi nello spazio tra le due gobbe), volendo ci potrebbe essere anche un Re Magio appollaiato sopra un elefante ..

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.. Poi arrivati a Betlemme, i Re Magi scendono dai loro ‘veicoli’ e camminano a piedi verso la capanna  .. infine saranno inginocchiati davanti al divino Neonato. Loro, i Re più ricchi e più potenti e più saggi di tutta la Terra, sono adesso in ginocchio in reverente adorazione di un Bimbo nudo, che non ha nemmeno una fascia per coprirsi e per riscaldarsi ha soltanto il fiato di un asino e di un bue.

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Gesù è – sembra che sia – il povero figlio di poverissima gente eppure i Magi gli offrono i loro doni di valore incalcolabile perché loro sanno, loro hanno intuito chi Lui sia veramente.

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I saggi hanno capito tutto, ma prima di loro due poveri animali, uno dei quali non a caso viene chiamato “asino, anche loro avevano capito tutto.

(Questo non c’entra con il presepio, però mi sono  sempre chiesto cosa avranno fatto Giuseppe e Maria dopo l’arrivo dei Magi dell’oro, dell’incenso e della mirra portati in dono a Gesù Bambino. Della mirra soprattutto, che ancora oggi, anche se l’ho letto tante volte, non so bene cosa sia. Secondo me Maria e Giuseppe hanno regalato tutto ai pastori e ai poveri del posto. Infatti quando li vedi in viaggio nella loro fuga verso l’Egitto non hanno con sé proprio niente :

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In viaggio nel deserto Giuseppe e Maria sono stanchi, fa davvero troppo caldo. Allora si fermano e riposano sotto una palma. Anche la Palma però ha capito chi è il Bambino che riposa sotto la sua ombra. Guarda ! le foglie si allargano per fare ancora più ombra e la palma incurva dolcemente il suo tronco per proteggere ancora meglio il Bambino :

 

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Fuga in Egitto ?

No : Ritorno dall’Egitto !

 

A proposito della Fuga in Egitto anch’io come l’Ispettore Rock dei Carosello di un tempo “ho commesso un errore”.

Per anni ho avuto sul mio comodino – a vegliare il mio sonno e addolcire i miei sogni – questa piccola scultura :

 

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E’ un “pizzo”, elemento di un antico carretto siciliano. Ho sempre pensato che rappresentasse “La Fuga in Egitto” :
ci sono Maria e Giuseppe e Gesù Bambino e c’è la palma che fa tanto deserto egiziano.

Invece mi sbagliavo !

Non è la Fuga in Egitto : è il Ritorno dall’Egitto.

Come ho fatto a scoprirlo ?
Scrivendo del Presepio e guardando bene Gesù.

Nella vera Fuga in Egitto …

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… Gesù è un neonato di pochi giorni,

mentre in questa formella :

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… Gesù invece è già un bel bambino di 4-5 anni almeno: sta in piedi e cammina da solo,
cammina sulla strada di casa con il papà e la mamma che lo tengono per mano.

Mi viene il dubbio che molti capolavori della pittura mondiale, opere che noi chiamiamo “Fuga in Egitto”,
vista l’età con cui l’artista rappresenta Gesù Bambino non siano affatto la “Fuga in Egitto”,
quando Gesù dovrebbe avere al massimo poche settimane, ma siano invece il “Ritorno dall’Egitto” :

 

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Lo scultore del carretto siciliano non ha fatto Gesù già così grande per sbaglio :
ha voluto proprio rappresentare un diverso momento della vita della Sacra Famiglia :
non la Fuga, ma il Ritorno a casa.
Anni prima c’è stato il terrore della Strage degli Innocenti …
c’è stato l’attraversamento del pericoloso deserto, senza avere Mosè che spalanca le acque del mar Rosso …
ci sono stati anni di esilio in una terra straniera.
Non è difficile per te immaginare le sofferenze di Giuseppe e Maria e del loro Bambino :
queste sofferenze tu le vedi ogni giorno in TV
nei volti dei migranti che oggi attraversano il mare su pericolosi barconi.

Metti in pratica l’invito del cardinale Gianfranco Ravasi :
“Tu cerca e trova tra i volti spauriti dei profughi che vedi in TV
anche il volto spaventato del piccolo Gesù e quelli angosciati di Maria e Giuseppe”.

Quei volti ci sono e se tu li cerchi, li vedi.
E se li vedi, non puoi non tendergli la tua mano.

 

In questa piccola scultura invece finalmente Gesù, Giuseppe e Maria ritornano nella loro terra, nella loro casa :

 

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Se la “Fuga” era stato un momento di paura e di tristezza,
oggi il “Ritorno” è un momento di gioia, di speranza e di allegria.
Gesù, Giuseppe e Maria sono allegri e tu lo vedi
e lo vedono anche i due biondi ignudi angioletti (il Mefistofele di Goethe ci farebbe un pensierino)
che volano sopra di loro.

 

8

Poche ore dopo i Re Magi
appare un nuovo personaggio
nel film del tuo presepio.

 

Questo nuovo personaggio tu non l’hai mai visto in nessun presepio. Eppure la leggenda narra che i Re Magi, in viaggio con il loro corteo verso Betlemme, una notte che c’erano troppe nuvole non riuscivano a vedere in cielo la Stella che li guidava. Si erano perduti : non sapevano dove andare.
Si fermarono allora e chiesero a una vecchietta che abitava proprio lì che strada dovevano prendere. La vecchietta però era molto curiosa : prima di rispondere voleva sapere cosa ci faceva tutta quella gente strana e quegli animali stranissimi in viaggio verso un paesino – Betlemme – dove non c’era proprio nulla da vedere, non dico per un turista, ma nemmeno per uno che ci abitava.

 

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I Re Magi le spiegarono che proprio lì – proprio nel paesino dove non c’era nulla da vedere – tra poco loro avrebbero visto un bambino appena nato. Questo Bambino avrebbe cambiato tutta la storia dell’Umanità : non solo la vita degli uomini e delle donne che vivevano sulla Terra, ma anche la vita di quelli che ci avrebbero vissuto nei mille e mille anni futuri e persino la vita di quelli che avevano già vissuto nei mille e mille anni passati.

“Ma se sono tutti già morti, come potranno cambiare la loro vita ?!?”
disse poco convinta la vecchietta.

E’ vero : questi ultimi erano tutti già morti, eppure anche la loro vita (eterna) sarebbe cambiata !

 

I Re Magi offrono un passaggio !

I Re Magi dissero alla vecchietta : “Cara signora, la nascita di questo bambino è un evento storico. Ascolti, gentile signora, visto a che a noi non mancano i mezzi di trasporto, venga anche Lei con noi. Abbiamo calessi, carrozze, portantine; abbiamo cavalli, asini, muli, cammelli, dromedari e persino elefanti. Lei è così gentile con noi e noi vogliamo essere gentili con Lei : Le offriamo un passaggio !”.

(Apro parentesi : i Re Magi erano persone molto educate e rispettose dell’età. Perciò davano del “Lei” alla vecchietta anche se il “Lei” allora non l’avevano ancora inventato. Chiudo parentesi).

 

 

Magi, mogli e buoi dei paesi tuoi.

Per la vecchietta, che era poverissima e non si era mai allontanata dal suo villaggio, fare un viaggio gratis, ospite d’onore del lussuoso corteo dei Re Magi era, come dirà poi il Padrino, “una di quelle offerte che non si possono proprio rifiutare”.

E invece la vecchietta rifiutò di fare l’autostop con i Magi perché forse conosceva già allora il proverbio che noi usiamo ancora oggi, anche se abbiamo dimenticato i Magi e diciamo : “Mogli e buoi dei paesi tuoi.”

Fatto sta che lei non si fidò : gli indicò la strada giusta però decise di non andare con loro. E i tre Re Magi ripartirono da soli :

 

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Passano poche ore, riappare la Stella in cielo e la vecchietta vede la Stella che scende proprio sopra Betlemme. Lei pensa : “Ma allora quegli strani turisti avevano ragione !” e capisce di avere perso l’occasione della vita.
In tutta fretta prende un sacco e lo riempie di regali da portare al Bambino che nascerà tra poco. Mette quel poco che ha, niente di importante, persino un po’ del carbone che usa per la stufa. Prende anche una scopa di saggina (non si sa perché e la leggenda non ce lo dice), infila le calze, inforca le scarpe e parte di rincorsa per raggiungere i Re Magi.

Non riesce però a raggiungere i Magi e in più le tocca fare tutta la strada a piedi (la scopa allora non era ancora autorizzata a volare) e così consuma centinaia di calze e di scarpe.

 

Per farsi perdonare la propria colpa, da allora la vecchietta si ferma in ogni casa che incontra sulla sua strada e lascia un dono ai bambini che vivono in quella casa : ha un sacco pieno di regali e anche di carbone e quel sacco non si vuota mai.

Fu così che dalla “Epifania” -  parola che in greco significa “Apparizione divina .. venuta sulla Terra di Gesù Bambino” nasce con piccoli cambiamenti il nome con cui noi oggi chiamiamo quella vecchietta : Epifanìa > bifanìa > befanìa > Befana.

 

La notte tra il 5 e il 6 Gennaio tu appendi al caminetto di casa (ma se non c’è il camino, va bene anche una parete, una porta di legno, una mensola, persino i fili dello stendibiancheria) delle calze di lana. Una calza per ogni bambino che c’è in casa, e se ci sono i nonni o vengono a pranzo i parenti, metti una calza anche per ognuno dei nonni e dei parenti : li farai felici ! Le calze devono essere grandi, moltissimo grandi e coloratissime.

In certi paesi per la Befana invece della calze si usano delle scarpe vecchie, anche queste molto grandi. Le scarpe però non si appendono, ma si mettono di notte fuori dalla porta di casa o sul davanzale delle finestre.

Perché le calze o le scarpe ? Ce lo dice il proverbio :

La Befana vien di notte
con le scarpe
(anche le calze !) tutte rotte.

 

A forza di girare per le case dei bambini di tutto il mondo, alla Befana si sono consumate le scarpe e persino le calze : ecco perché è giusto lasciare per lei, per invitarla a fermarsi proprio in casa nostra, delle calze o delle scarpe. Così lei si ferma, è contenta di vedere che abbiamo pensato alle sue calze e ricambia il nostro gentile pensiero lasciandoci i regali.

 

La mattina del 6 Gennaio, appena alzati, i bambini si fionderanno a vedere cosa c’è dentro le calze perché di notte è passata di lì la Befana e ha lasciato i doni per loro.

Poi correranno a scoprire che nel presepio sono arrivati tanti nuovi bellissimi personaggi – i Re Magi con il loro corteo e con tanti animali strani e buffi :

 

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Vedranno che anche i Re Magi hanno portato dei doni al Bambino. Doni preziosi per il Bambino nel presepio e invece doni dolcissimi per i bambini in casa tua.
Dei doni di Gesù Bambino –  oro e incenso e mirra – i bambini non saprebbero proprio cosa farsene, ma quella mattina sono felici persino di mangiare il carbone ! E se a pranzo verranno anche i nonni, ognuno di loro sarà emozionato e felice perché tu hai pensato a far riempire di doni dalla Befana anche una calza per ognuno di loro : i nonni sono felici di tornare per qualche ora bambini insieme ai nipotini.

Che se poi  a pranzo ci sono anche la suocera o la nuora e non ti sono proprio simpatiche, anche loro ti vorranno bene (per pochi minuti, non di più) perché tu – scherzando, ma non troppo – hai pensato di mettere nella loro calza tanto carbone, nero ma dolcissimo.

 

9

I Re Magi non sono 3 : sono 4 !

 

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Io non l’ho mai saputo, ma c’è un quarto Re Magio, mai visto in nessun presepio, che per me il più simpatico di tutti.

Si chiama Artaban ed è un Re persiano. Lui è troppo buono e proprio perché è troppo buono gli capitano un sacco di guai.

 

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Artaban, come gli altri tre Magi vede la Stella nel cielo, decide di partire insieme ai Magi e come loro di portare al Bambino appena nato 3 doni preziosi : uno zaffiro, un rubino e una perla rarissima.
Il quarto Magio parte per raggiungere gli altri tre, ma appena partito subito si ferma : ha visto sul bordo della strada un uomo ferito e che sta per morire. Lui è un po’ anche medico, ha con se qualche unguento e delle bende.
Si ferma, cura come può il moribondo, poi gli trova in una casa una sistemazione sicura e delle persone che lo assisteranno fino alla completa guarigione. Artaban regala allo sconosciuto perché possa farsi curare il primo dei suoi doni : lo zaffiro.

Così però fa tardi e perde l’appuntamento con gli altri tre Magi : quando arriva lui, loro sono già partiti.

Artaban riparte da solo, ma anche stavolta non arriva perché vede una donna che i soldati portano via in catene. Cosa ha fatto ? chiede. Ha fatto debiti e non ha i soldi per restituirli : diventerà una schiava.  Artaban non ci pensa due volte : offre il suo rubino, paga tutti i debiti e compera la libertà per la povera donna. Anche stavolta ha perso molto tempo e soprattutto ormai ha perso due dei suoi tre doni.

 

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Arriva vicino a Betlemme, ma non sa dove è la capanna di Gesù Bambino. Chiede informazioni a una ragazza che sta allattando un neonato. La donna lo fa entrare nella sua povera casa, gli offre da bere e da mangiare e gli dice :

“Giorni fa sono passati di qui dei Re stranieri, vestiti come te. Come te seguivano una stella e come te cercavano un Bambino che sarebbe diventato un Re e quando sono arriv—-“

In quel momento sfondano la porta i soldati di Erode che vogliono uccidere il neonato della donna. Per convincerli a salvare la vita di quel bambino Artaban regala ai soldatacci il suo ultimo tesoro : la perla rarissima.

Così quando finalmente arriva davanti alla capanna del presepio, Artaban, il ricchissimo quarto Re Magio, è più povero del più povero dei pastori (che almeno ha le sue pecore). Lui è venuto da così lontano per portare i doni a Gesù Bambino .. e non ha proprio più nulla da donare :

 

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Questa è l’unica immagine che ho trovato di Artaban. L’ha creata un artista di Napoli di cui non so il nome. Rappresenta il quarto Re Magio in terracotta grezza. Senza colori, senza vestiti, senza doni : spicca tra gli altri Re Magi proprio per la sua “nudità”.

 

Artaban, si inginocchia davanti al Bambino e lo adora. Poi racconta a Maria e a Giuseppe tutte le sue disavventure. Allora Maria commossa solleva dalla paglia Gesù Bambino e lo posa tra le braccia di Artaban. E Gesù Bambino lo guarda negli occhi e gli regala un sorriso dolcissimo.

 

Hai mai visto questa figura in un presepio ?

Pensaci ! Cerca di ricordare : hai mai visto in tutti i Presepi di tutti i secoli e di tutto il mondo un  personaggio che tiene in braccio Gesù Bambino ? Nemmeno la Mamma, nemmeno Maria nel presepio è rappresentata con Gesù Bambino in braccio : lei  è inginocchiata vicino a Lui, ma non lo tiene in braccio.

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Il presepio di Francesco d’Assisi non è un presepio.

 

In realtà sì, tu hai già visto un personaggio che tiene in braccio Gesù Bambino appena nato.

Ma non l’hai visto in un presepio : l’hai letto in un racconto della vita di Francesco d’Assisi

e l’hai visto in questo affresco di Giotto :

 

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Un giorno Francesco ebbe un’idea. Disse : ”Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme
e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui lui si è trovato
per la mancanza delle cose necessarie a un neonato …
Vorrei vedere come fu adagiato in una mangiatoia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”.

Questa è la scena che rappresenta Giotto e che tutti noi ricordiamo :

Francesco che prende in braccio Gesù Bambino :

 

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Ma nelle parole che Tommaso da Celano e poi Bonaventura da Bagnoregio scrivono quasi 800 anni fa,
Francesco non inventa certo il presepio con le statuine intorno alla capanna :
a Greccio Francesco fa celebrare una Messa su una mangiatoia
e non è con una statuina messa lì alla mezzanotte che appare Gesù :
Gesù appare in carne e ossa con la consacrazione del pane e del vino.

“Si fece apparecchiare la mangiatoia con il fieno e vi fece venire il bue e l’asino
(non le statuine di un bue e di un asino : un bue e un asino in carne e ossa)
e sopra la mangiatoia si celebrò la Messa con grande solennità.”

Ma allora cosa rappresenta Giotto ?
Giotto rappresenta la visione di uno soltanto dei presenti :

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“Uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione.
Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia
e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo … “

 

Quindi nel presepio di Francesco a Greccio niente capanna,
niente muschio e niente talco o farina a fingere la neve (che peraltro raramente si vede da quelle parti).
Niente nemmeno Maria e Giuseppe.

E soprattutto niente statuina di Gesù Bambino, biondo e tutto ignudo,
che appare a mezzanotte sul fieno della mangiatoia.

Nel presepio di Francesco a Greccio c’è invece Cristo in carne e ossa, vero corpo e vero sangue,
per la consacrazione del pane e del vino nella Messa celebrata sopra una mangiatoia.

 

Il presepio di Francesco non è il presepio della nostra tradizione,
anche se è proprio dal non-presepio di Francesco che nascono tutti i presepi delle nostre case e di queste righe.

Poi negli anni che verranno, pittori e scultori rappresenteranno sugli altari e nei musei
e nei palazzi e forse anche in casa tua infinite immagini di Maria con Gesù in braccio, ma non nel presepio.

 

11

Una storia davvero bella ha due finali, uno più bello dell’altro.

 

La storia di Artaban ha anche un diverso finale : il quarto re Magio arriva a Betlemme troppo tardi e non riesce nemmeno a vedere Gesù Bambino, come nel finale qui sopra.  In questo diverso finale Maria e Giuseppe sono già fuggiti in Egitto per salvare Gesù dalla strage degli innocenti. Così Artaban non riesce a vedere Gesù Bambino, eppure alla fine della storia ci sarà per lui – e anche per ognuno di noi – un bellissimo “Lieto Fine”. Tutto per merito di Artaban che non si dà per vinto. E cosa fa ? Passa tutto il resto della sua vita a cercare Gesù. Adesso sono 33 anni che il buon Artaban è in giro per il mondo e lui è sempre più povero perché tutto quello che ha lui lo dona a chi ha più bisogno di lui.

Arriva a Gerusalemme ormai vecchio e sfinito dal suo peregrinare: ancora pochi minuti e morirà di stanchezza e di vecchiaia. La città è in agitazione perché su una croce sta per essere giustiziato un uomo, nato 33 anni fa a Betlemme. Artaban capisce che quell’uomo è il suo Bambino : è Gesù.

“Maestro, dice Artaban a Gesù sulla croce. Ti ho tanto cercato. Una volta avevo preziosi regali da offrirti. Adesso non ho più i miei doni per te.”

E Gesù gli dice : “Artaban, tu mi hai già dato i tuoi doni.”

E Artaban: “No, mio Signore. Io non te li ho dati i mei doni perché li ho donati ad altri, non a te”.

E Gesù: “Lo so, Artaban. Quando ero affamato, mi hai dato da mangiare; quando avevo sete, mi hai dato da bere; quando ero nudo, mi hai vestito. Quando ero senza un tetto, mi hai ospitato a casa tua.”

E Artaban: “Ma io non ti ho mai visto affamato e neanche assetato. Non ti ho mai rivestito. Non ti ho mai ospitato nella mia casa. Per trentatré anni ti ho cercato, ma non ti ho mai donato nulla. Oggi è la prima volta che io ti vedo.”

E Gesù con lo stesso sorriso dolcissimo che da bambino aveva fatto al quarto Re Magio, gli dice : “Quando hai dato i tuoi doni al più piccolo dei miei fratelli, tu li hai donati a me. E io ti sono davvero riconoscente.”

E’ vero : ogni nostro gesto di generosità verso chi è povero, infelice, disperato è un gesto d’amore verso Gesù.  Gesù lo vede e lo ricorda.

 

Così finisce il viaggio di Artaban, il quarto Re Magio, che non vide mai Gesù Bambino e incontrò Gesù solo in punto di morte : la sua morte e la morte dell’uomo Gesù.

Ma il quarto Re Magio ha dimostrato per tutta la sua vita una generosità che persino Gesù, dall’alto della croce, ammira e ama. Così finisce il viaggio di Artaban, ma così non finisce la creazione del tuo presepio !

 

12

Che magìa il Magio mogio !

Ti regalo un’idea, questo Nuovo Anno fai in modo che l’Epifania tutte le feste non se le porta via.
Tu non disfare il presepio anzi, fai una bella sorpresa ai tuoi bambini : due-tre giorni dopo la Befana, chiama i bambini e gli dici : “Guardate ! Nel presepio è apparso un nuovo personaggio” :

 

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Ed eccolo lì, lontano, all’orizzonte, il Re Magio che per essere troppo buono arriva in ritardo e non ha più nulla da donare a Gesù Bambino.

Questo nuovo personaggio tu lo fai piano piano avvicinare alla capanna e dopo un po’ di giorni, quando gli altri Re Magi saranno ormai ripartiti per tornare a casa, tu lo fai arrivare proprio davanti a Gesù Bambino.
Il quarto Re Magio è proprio mogio, ma Gesù Bambino lo guarda negli occhi e lo rasserena con il suo sorriso.

Però questo nuovo personaggio, così bello e così emozionate e così capace di coinvolgere ognuno di noi, ancora non esiste, non si trova in nessun negozio e nemmeno in Rete. E allora …

 

13

Chi mi fa il Re Magio che ha in braccio Gesù Bambino ?

 

Vorrei tanto trovare uno scultore o un artigiano che crea proprio per noi il re Magio che non si è mai visto.

Io lo immagino così, anche se questo è solo un fotomontaggio, un sogno, tanto per dare l’idea  : nel presepio il quarto Re Magio non è ricco, non è vestito con tessuti preziosi, non porta doni perché li ha già donati tutti, però è l’unico – l’unico personaggio del presepio – che tiene in braccio Gesù Bambino.

 

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Artaban, il quarto Re Magio, è un esempio per tutti noi e non solo a Natale : ogni giorno di tutto l’anno.

Solo a lui la Vergine Maria affida da tenere in braccio il suo divino Bambino perché forse Artaban è davvero il Re Magio più importante da mettere quest’anno nel nostro presepio.

Basta che qualcuno, quaggiù non lassù, lo crei per noi.

 

Post Scriptum mogio mogio.

Avevo chiesto qui sopra :

Chi mi fa il Re Magio che ha in braccio Gesù Bambino ?

La risposta è : nessuno. Nessuno mi fa il 4° Re Magio.

 

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Il 4° Re Magio
arriva tardi a Betlemme,
ma troppo presto a Venezia.

 

Ho pensato che creare il Quarto Re Magio poteva essere una sfida stimolante sul piano creativo
e forse anche un’opportunità interessante sul piano economico.

In fondo milioni di persone in tutto il mondo ancora oggi a Natale fanno il presepio
e nessuno in tutto il mondo ancora oggi gli offre per il loro presepio la statuina del Quarto Re Magio.

 

Artaban è un vecchio che arriva dopo molti mesi da Paesi così lontani
che Giuseppe Maria non riescono nemmeno a immaginarli.
Arriva della Persia, dall’India, forse dalla Cina o dall’Africa, che è la culla dell’umanità.
E’ inginocchiato al suolo e tiene delicatamente in braccio Gesù Bambino.

Oppure è in piedi, con l’aria sconsolata : allarga le braccia e mostra le mani vuote.
Ha donato tutto quello che aveva e adesso non ha più nulla da donare a Gesù Bambino.
Solo il suo infinito amore e quelle mani vuote sono piene di ciò che c’è di più prezioso al mondo.
Come disse D’Annunzio : Artaban ha quello che ha donato.

 

 

Il primo problema è che questa figura deve essere immediatamente diversa da Giuseppe
perché se tu vedi un uomo con la barba che tiene in braccio Gesù pensi subito : “è San Giuseppe !”.

Quindi il Quarto Re Magio deve essere molto vecchio, vistosamente molto più vecchio di Giuseppe
che quando è nato Gesù aveva circa 18-20 anni.

Non è vestito come un falegname ebreo, ma è vestito all’orientale,
forse con tessuti bellissimi e preziosi che sono però ormai laceri.
Deve avere una barba molto lunga, che scende fino al petto
(barba che Giuseppe diciotto-ventenne non potrebbe mai avere),
mentre è giusto che l’abbia Artaban, che quando è partito da casa tanti mesi fa era già un molto vecchio.

 

Si deve capire che è un Re Magio, ma deve essere anche diverso
dagli altri tre Re Magi : Gaspare, Melchiorre e Baldassare.
Lui non è una nuova versione degli altri tre Magi :
lui è un nuovo diverso Re Magio, che nessuno ha mai visto prima.

 

Artaban, il 4° Re Magio è l’unico che non ha più nemmeno un dono,
ma soprattutto è l’unico che arriva tardi, quando tutti gli altri – Magi, angeli, pecore e pastori –
sono ormai ripartiti. Maria e Giuseppe vedono arrivare
questo vecchio stanco e soprattutto mogio: voleva portare doni preziosi a Gesù Bambino
e non ha proprio più nulla da dargli.
Giuseppe e Maria sono in partenza e stanno già caricando sull’asinello i bagagli
(in pratica : niente, a parte il prezioso Neonato)
per fuggire in Egitto e salvarsi dalla Strage degli Innocenti.
Ma si fermano e capiscono tutto. Maria prova tanta tenerezza per il mogio Re Magio
e per consolarlo gli mette in braccio il suo Gesù Bambino.

 

Vivendo io a Venezia ho pensato che sarebbe stato bello creare il Quarto Re Magio in vetro.

E così, pensando alla sua figura in vetro, ecco un’idea : il Quarto Re Magio,
il Magio che fino ad oggi nessuno di noi ha mai visto e che quindi nessuno di noi ha mai messo nel suo presepio,
è quasi invisibile : di vetro trasparente. Oppure opalino. C’è, ma appena appena si vede.

Invece nella statuina di vetro Gesù Bambino
che la Vergine Maria ha messo in braccio proprio a lui, e soltanto a lui,
Gesù Bambino è vero, carne rosa, capelli biondi : è un vero uomo, è un uomo vivo.
“Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo :
si è incarnato, si è fatto uomo, morì e fu sepolto”.

Ho pensato di proporre questa idea a un Maestro Vetraio di Murano e di ascoltare però anche le sue idee.
Ho parlato non soltanto con uno, ma con 7 (sette) maestri vetrai –
per non fare cognomi: Giorgio, Alessandro, Stefano, Gino, Mauro,  Lucio e Cesare –
e nemmeno 1 (uno) ha mostrato il minimo interesse a creare il Quarto Re Magio.

Ai 7 (sette) Maestri Vetrai non ho fatto nemmeno in tempo a descrivergli la mia idea e ad ascoltare le loro idee
perché tutti e sette (7 !) mi hanno immediatamente detto che no :
il Quarto Re Magio non li intere$$$a minimamente.

 

Eppure se ci pensi, creare il Quarto Re Magio potrebbe essere una sfida stimolante sul piano creativo,
ma potrebbe anche essere una opportunità interessante sul piano economico.
In fondo milioni di persone nel mondo ancora oggi a Natale fanno il presepio
e nessuno nel mondo offre per il loro presepio la figura di Artaban, il Quarto Re Magio.
Ci sono milioni di potenziali clienti : ricco e allettante new businness !
Forse ai geniali Maestri Vetrai veneziani il Quarto Re Magio li interesserà
quando altri nel mondo avranno colto l’opportunità economica
di creare  una figura nuova per il presepio di milioni di famiglie.
Allora forse anche i miei amici veneziani ci arriveranno. Forse.

Ma non ci scommetterei : troppo sordi ad ogni nuova idea,
troppo presi sono a incassare qualunque cosa facciano vendendola a poveri zombie
che girano per le calli guidati dal cellulare alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa, da comperare.

Forse davvero il buon Artaban, il Quarto Re Magio,
è troppo buono per essere apprezzato da nessuno di noi.
Forse soltanto la neo-mamma Maria Vergine, che ha appena partorito l’unico figlio di tutta la sua vita
e il buon Giuseppe e il Bambino Gesù lo capiscono, lo riconoscono, gli vogliono  bene e gli sorridono dolcemente.

Forse proprio questo è oggi il destino del Quarto Re Magio ed è giusto così.
I 7 (sette) Maestri Vetrai Veneziani che secondo me non hanno capito nulla,
forse invece hanno capito tutto. Peccato per loro.

 

 

35 Responses to “E’ vivo il tuo presepio ? (versione completa)”

  1. Giorgio PCA Mameli says:

    Il presepio mi è sempre piaciuto. Quand’ero piccolo lo vedevo come una piece teatrale. Il suo farsi e il suo divenire stimolava la mia fantasia e assomigliava allo sviluppo di uno spettacolo o di una storia o di un libro. Crescendo ho iniziato ad apprezzare l’arte ruotante intorno al presepio: l’arte della ceramica, l’arte della scenografia, l’arte degli episodi singoli e contestualizzanti, partecipanti alla complessità della trama dove si miscela la laica quotidianità con la religiosa eccezionalità. E dunque il passaggio dal teatro al cinema. L’aristocratica arte napoletana della ceramica con il presepio diventa popolare ed eleva il gusto, delle masse generalizzandolo. L’aspetto massimamente coinvolgente e, in qualche misura, emozionante nella laicità della rappresentazione del presepio sta nell’essere ognuno diverso dall’altro e dunque massimamente creativo. Qualità questa che non si trova nella lettura in chiave religiosa. Ma d’altra parte non sono un credente.

  2. Ti ringrazio per il commento, Giorgio,
    ma mi sarebbe piaciuta qualche tua parola
    anche sulle molte idee che ho cercato di proporre in questo brano.
    Parli solo di te, nulla sul testo che commenti.
    Probabilmente tu mi fai capire
    che anche se le idee ci sono, non arrivano.

    Cercherò, magari in una nota di evidenziarle
    scrivendo qualcosa del tipo :

    Non è una banale compilazione, anzi : propongo 20 nuove idee
    per rendere più vivo e più emozionante il tuo presepio.
    Mi piacerebbe sapere dai miei amici cosa pensano di queste 20 idee.
    Molte sembreranno folli, però forse magari chissà qualcuna piacerà
    e regalerà un sorriso e qualche emozione a chi mi legge.
    Scoprirlo sarebbe per me il più bel regale di Natale !

    1
    Il tuo presepio vive nel tempo : fallo vivere !
    2
    Maria nel presepio prima di Natale è incinta, dopo non più.
    3
    L’asino e il bue sono tra i primi a riconoscere Gesù.
    4
    Nella stalla c’è un presepio senza Maria e Giuseppe.
    5
    La Stella non è fissa : si muove e ogni giorno si avvicina.
    6
    Il pastore Benino prima dorme e sogna poi si meraviglia.
    7
    Perché non mettiamo i cani nel presepio ? Ci sono e sono tanti.
    8
    I Re Magi in un’altra stanza, lontani del presepio.
    9
    Dove vanno a finire oro e incenso e mirra ?
    10
    La palma del deserto riconosce Gesù e curva il suo tronco.
    11
    Fuga in Egitto o Ritorno dall’Egitto ?
    12
    I Re Magi incontrano la Befana …
    13
    .. e le offrono un passaggio. Ma lei rifiuta.
    14
    Perché mettiamo le calze per la Befana ?
    15
    Metti una calza anche per i nonni.
    16
    I re Magi non sono tre : sono quattro !
    17
    Il 4° Re Magio è povero, nudo e non ha più i suoi doni.
    18
    Francesco a Greccio non fa un presepio.
    19
    La storia del 4° Re Magio ha due finali, uno più bello dell’altro.
    20
    Nessuno nel presepio ha Gesù Bambino in braccio. Uno sì, però.

  3. Lella says:

    Abbiamo letto tutto il tuo racconto.
    Io mi sono commossa come una bambina,
    a G. sono piaciute molto le illustrazioni.
    Bravo. Buon Natale.
    Grazie.
    Lella

  4. Enrico says:

    Ciao Franco, ho letto il brano sul Natale.
    Ben scritto e avvincente, ma giustamente non è questo che vuoi sapere.
    Cosa dice a me la storia del “Magio mogio” ?
    Che non è mai troppo tardi per incontrare Gesù.
    Facciamo tante cose nella vita, a volte belle, a volte buone come ha fatto il nostro Magio,
    a volte neanche buone e, anche in buona fede, Lo dimentichiamo.
    Ma Gesù non si dimentica di nessuno di noi : è sempre lì e aspetta che noi Lo riconosciamo.
    Lui aspetta che noi Lo vediamo e Lo riconosciamo nel viso di chi ci sta vicino.
    E quando lo riconosciamo – come Artaban quando dopo tanti anni riconosce sulla croce
    il Gesù Bambino che non era mai riuscito ad incontrare –
    quando lo riconosciamo, noi in un attimo comprendiamo che tutta la nostra vita non è andata persa.

    Nella sua Ultima Cena Gesù ci ha detto di portare all’altare il pane e il vino,
    cioè l’opera delle nostre mani, l’opera di tutti noi che troppo spesso Lo dimentichiamo.
    Ma proprio quel pane e quel vino,
    opera del nostro pensiero e delle nostre mani,
    diventano sull’altare il corpo e il sangue di Cristo.

    Forse dirai che sono partito per la tangente (il solito ciellino!),
    ma è quello a cui mi ha ricondotto il tuo racconto.
    Ci sono anche delle tangenti buone, no ?

  5. Franco says:

    Grazie, Enrico. Mi piace molto nel tuo commento il valore che tu dai alle opere di noi uomini. Il pane e il vino.
    Il pane : noi seminiamo e coltiviamo il grano, lo maciniamo e facciamo la farina, poi impastiamo e cuciniamo in forno il pane.
    Il vino : noi curiamo le vigne, raccogliamo i grappoli dell’uva, prepariamo il mosto e in anni di cure amorevoli nasce il vino.
    Il pane e il vino diventano corpo e sangue di Gesù Cristo al momento dell’Elevazione.

    Certo, tu ti riferisci alla Messa – rito sacro – mentre io qui sopra parlo del Presepio – rito infantile e familiare.
    Infantile forse, ma di grande intensità emotiva nella nostra vita
    sin dal primissimo presepe che Francesco ideò e creò a Greccio 799 anni fa.

    So che nel pensiero cristiano la “Grazia” ha un ruolo forse persino più importante delle “Opere”.
    Le “Opere” sono quello che noi facciamo e anche le intenzioni che noi abbiamo,
    le buone azioni che noi vorremmo compiere, ma spesso non riusciamo a fare.
    Le “opere” sono i buoni pensieri, le buone azioni, le buone parole, anche le buone bugie :
    sono tutto ciò che noi facciamo bene o anche facciamo male però a fin di bene.
    Fare bene il presepio, farlo con rispetto e con amore,
    con la passione di far vivere il nostro presepio sempre nuovo ogni giorno, può essere un’opera buona.
    Questa almeno è l’intenzione che mi ha guidato nello scrivere le righe qui sopra. E tu l’hai capito.
    Grazie.

  6. Niccolò says:

    Buongiorno Franco !
    Che meraviglia! Lo considero un regalo natalizio.
    Mi ha fatto rivivere dopo tanto tempo la magia del Natale !
    Le segnalo che a Valdobbiadene c’è un bellissimo presepe di 200 metri quadri
    fatto da un mio vecchio professore della costiera amalfitana :
    ha ricreato scorci della vecchia Valdobbiadene ed un angolino di costiera amalfitana.
    È veramente molto bello, merita!
    Se decidete di andare a Valdobbiadene vi posso portare io : vi prendo a Venezia e vi riporto la sera.

    In quanto ai regali di Gesù, credo che Giuseppe ci abbia aperto una falegnameria.

  7. Elisa says:

    A noi che in famiglia non abbiamo mai smesso di fare il presepe hai regalato, caro Franco, il piacere di aver colto l’aspetto più bello: il presepe si muove! Accadono cose! Non è una fotografia, è un film. La culla restava vuota fino alla notte del 24 ma non solo. Ogni giorno da bambine spostavamo – è ancora oggi lo facciamo – i re Magi e la Stella cometa un po’ più vicino alla capanna. Arduo era avvicinare il gregge di 20 pecore con il pastore: non stavano mai in piedi e cadevano in continuazione sul muschio. C’era uno zoo di animali di ogni tipo, compresi cani, oche, galline e anche un elefante e una zebra, vecchie statuine n terracotta appartenute al nonno. Era insomma un intero popolo in movimento verso la speranza di un re buono che lo salvasse. Una storia che molto assomiglia al movimento dei popoli di questa terra che si spostano laddove vedono la speranza di una vita migliore. Che modernità questo presepe che mette in scena la commedia della vita! Grazie per avercelo raccontato con tanto cuore!

  8. Elisa says:

    Grazie, Elisa.
    Hai scritto pensieri e ricordi (è verissimo ! Le pecore non si riusciva mai a farle stare in piedi sul muschio) e parole bellissime.
    Credo che il tuo commento giustifichi e ripaghi abbondantemente
    i giorni che ho passato a scrivere, leggere, correggere, riscrivere, rileggere e di nuovo scrivere quelle righe.

    Alla fine ero così stanco che ho pubblicato “mangiatoria” invece di “mangiatoia” e per fortuna un amico me lo ha fatto subito notare :
    nessun commento sulle idee (le ho elencate in un commento
    che forse non era ancora pubblicato quando mi hai letto tu),
    ma adesso con le tue parole sono sicuro che almeno un poco sono riuscito a comunicare l’emozione che provavo scrivendo.
    Grazie.
    Franco

  9. alberto says:

    Ciao Franco,
    a parte la qualità, rara, della tua scrittura, sai commuovere.
    Riesci sempre, da buon pubblicitario, a dare “il messaggio”
    omettendo frasi e frasi che distoglierebbero il lettore dal bersaglio che vuoi colpire.
    Complimenti, Ti leggo sempre più che volentieri.
    Un abbraccio anche a Giovanna.
    AA

  10. Paolo says:

    Maestro, dopo questa tua opera maxima ti promuovo “ideologo”!

  11. maurizio badiani says:

    In questi giorni ho gli occhi stanchi. Hanno speso troppe lacrime per un amico che non c’è più. Chissà, forse anche per questo si sono bagnati leggendo il tuo “racconto di Natale”. Anche se non credo in Dio. Ma sono e resto umano, miseramente umano e nel tuo brano c’è tanta umanità. Per questo mi è piaciuto. Per questo mi ha commosso. Perché dentro di me, anche se mi avvio sulla strada degli 80, batte ancora il cuore di un bambino che il presepe lo faceva.
    Con la carta che fingeva le montagne, lo specchio che fungeva da laghetto, la farina che mimava la neve.
    Evidentemente quel bambino non si è ancora addormentato.
    E, passo dopo passo, ti ha seguito con gli occhi sgranati (e inumiditi) fino all’ultima riga.
    Grazie Franco: difficilmente, quest’anno, riceverò un regalo di Natale più bello del tuo. Maurizio

  12. Oberdan says:

    Commovente, come ognuno di noi dovrebbe, deve immaginare il PRESEPIO,
    PRESEPE come viene chiamato qui in Toscana, per riferirsi all’intera Natività.
    Il PRESEPE va costruito e pensato con gli occhi e la purezza del bambino,
    che meglio di noi adulti immagina e struttura il divenire di un evento, non lasciando spazio alla staticità,
    ma guardando la vita nel suo dinamismo, rappresentato dal PRESEPE in evoluzione.
    Per il piccolo, 15 giorni sono come per noi 15 anni,
    tanto è intenso l’evolvere delle sue conoscenze sulle cose che lo circondano.

    Avendolo tu scritto negli ultimi anni, intorno agli ottanta,
    mi confermi che gli occhi e il pensiero dell’anziano tornano indietro fino all’infanzia,
    arricchiti tuttavia dell’esperienza e della cultura vissute,
    che permettono riflessioni non consentite al bambino : …

    … come il passaggio dato dai Magi alla vecchia Signora, che non lo sfrutta
    e per sdebitarsi…..crea sacchi infiniti di doni per tutti i bambini;

    … o come Artaban, il quarto Magio, che passa poi tutta la vita a cercare Gesù,
    fino a dialogare con Lui sulla croce (ma come ti è venuto in mente?),
    ricevendo da Cristo gli elogi per quanto fatto ai poverelli…..

    E finisci mettendo Gesù neonato in braccio al quarto Re Magio –
    qui neppure un bambino arriva a descrivere tanta dinamicità dell’evento –
    e Gli fai fare quello che Maria non ha fatto nella capanna: prenderlo in braccio,
    come se Lui, e solo Lui, Magio a tutti sconosciuto, si meritasse di avere questo privilegio.

    Bravo, aspettiamo ora lo scultore che trasformi questa fantasia in realtà
    per il PRESEPE del prossimo Natale.
    Oberdan

  13. Marina says:

    Adesso sto piangendo perché è arrivata la Notte dietro ai cammelli;
    poi è arrivata la Befana, in ritardo;
    e poi lui, Artaban, che non dimenticherò più nella mia piccola futura vita.

    Ma poi lo cercherò e gli dirò : “ Tu, Artaban
    e il tuo amico Franco, anche mio amico …
    ma si può farmi piangere con le lagrime in faccia così ?
    E prima non c’eravate !

    Ora vado a dormire e vi sogno tutti
    e se piangerò sarà un sogno bello.
    Vi perdono.
    Marina

    Franco : Quelle di ieri notte erano lacrime di commozione, vero ?
    Marina : Sì, di commozione, Franco. Questa eterna metafora di ogni azione umana ogni tanto ti piega e ti tira fuori lagrime.

  14. Sara Missaglia says:

    L’idea di un presepio in veste dinamica è straordinaria. Effettivamente l’adorazione induce a pensare a qualcosa di statico, fermo, contemplativo, fissato nel firmamento, sempre uguale a se stesso, immutabile. Nell’antichità l’uomo non era così: la dimensione del movimento, che oggi ci sorprende, in realtà era propria anche all’epoca della nascita di Gesù, lo attestano gli spostamenti dei suoi genitori e dei Magi. Un’umanità in cammino, uomini e donne in divenire. Il presepio diventa quindi metafora del movimento, e la trasformazione è coerente con le anime e la tempistica che lo popolano. Se vogliamo, l’idea del cammino è propria anche della religione, e la statica non è la dimensione corretta. Scritto straordinario, pensieri in libertà che, messi insieme, costituiscono un mosaico per la rivalutazione di un allestimento natalizio reinterpretato, compreso e valorizzato.

  15. Franco says:

    Pudore, rispetto della privacy, elegante sprezzatura (vulgo, understatement)
    e rassegnata consapevolezza dei miei ormai insuperabili limiti,
    suggerirebbero di non pubblicare le righe qui sotto.
    Perciò le pubblico.

    Grazie, Sara.

    Ti confesso : il più prepotente degli stimoli che mi spingono a scrivere
    e soprattutto mi inducono ad espormi in pubblico
    e pubblicare qui (vox clamantis in deserto) i miei scritti
    è la speranza che un giorno arrivi un tuo commento.
    O uno dei commenti già apparsi qui sopra :
    quelli di Lella, Enrico, Elisa, Maurizio, Oberdan, Marina e le sue lagrime.

    I commenti che voi scrivete mi aiutano sempre
    a capire meglio quello che ho scritto
    e a scoprire anche cose che avrei voluto dire,
    ma non ero riuscito a dire.

    Fosse anche soltanto per voi, mi impegno (minaccio ?)
    che scriverò ancora.
    Spero.

    Beppe Viola direbbe :
    Quelli che scrivono per dimostrarti quanto sono bravi.
    E quelli che scrivono per dimostrarti quanto sei bravo.
    Mughini direbbe :
    Aborro i primi, adoro i secondi.

  16. Ugo says:

    Franco, rispondo in ritardo, ma ti faccio i miei complimenti !
    La tua rivisitazione mi è sembrata non solo molto bella, ma geniale !

    Se fossi in te proverei a farla pubblicare o farla circolare sui social,
    magari inviandola a qualche giornale o a qualche personalità
    tipo il nuovo presidente della CEI, monsignor Zuppi, quello di Bologna,
    che mi sembra uno sensibile.

    Comunque e’ un bellissimo regalo di Natale per amici e parenti,
    in un momento di grande confusione di valori e di prospettive.
    Bravi!
    Ugo

  17. Franco says:

    ciao Ugo,

    a me il tuo commento
    ha fatto un grande piacere e te l’ho scritto.

    “Geniale” credo che tu non me lo abbia mai detto
    in tutti i 68 anni della nostra amicizia.
    Forse una volta sì, quando all’ultimo secondo
    ho segnato alla “Terza A” il canestro
    che ci ha fatto vincere partita e campionato.

    Però l’effetto strano è che –
    da quando ha letto le tua parole -
    Giovanna piange a dirotto.
    Piange di felicità e non succedeva da anni.

    Grazie anche per aver scritto “Bravi !”.
    Hai capito che praticamente nulla
    di quello che penso, scrivo e faccio
    lo penserei, scriverei e farei
    se non avessi l’immeritata fortuna
    di avere Giovanna vicino a me.

    Il tuo commento
    e’ per noi due
    un bellissimo regalo di Natale.

    F

  18. Lella says:

    Buongiorno Franco,
    Ho letto subito le tue “nuove aggiunte».
    Ti ringrazio, parere di una poco intellettuale e colta «ragazza», per tutto quello che hai scritto.
    C’è in tutta la tua «favola» una ricerca e una serie di riflessioni che mi hanno reso felice
    e con poco, mi hai fatto capire quante cose, presa da altri e banali interessi, non ho mai colto.
    Avrei tante cose da dirti, ma già mi vergogno di ciò che ho scritto.
    Perdonami.
    Grazie ancora, ti voglio bene, un bacio anche a Giovanna.
    Lella

  19. Marina says:

    Caro Franco,
    che cosa c’è di più bello di una favola che continua ? Chiedi a qualsiasi bambino !
    Ti ringrazio e penso, sai, che mi hai rivelato cose che mi staranno ormai dentro.

    La tua idea di un nuovo personaggio da collezione –
    il Quarto Re Magio che arriva in ritardo perché è davvero troppo buono – è ottima !
    E come tutte le vere buone idee ha da soffrire…

    A Venezia mi è capitata la stessa cosa. Nessun Maestro ha voluto soffiare quella lampada che sembra un cappello di vetro.
    Pensa che Moretti stesso si è dato da fare… niente.
    Poi a Empoli ho trovato un Maestro Veneziano che si era trasferito lì per amore !
    Mi ha detto “ Un cappello soltanto non te lo faccio !”.
    E io, che non sapevo dove metterli fisicamente (era solo un disegno dell’idea) ho risposto :
    “48 cappelli di vetro me li fai ?”. Li ha fatti.

    Ne ho venduti 12.000 a un solo cliente americano il primo giorno. Poi 4.000 a Shiseido, 800 a Harrods.
    Cosa vuoi fare ? Ci vuole sempre testardaggine e un colpo di fortuna. Insisti.
    Te lo consiglio perché il collezionismo è ancora attaccato a molte dita nel mondo.
    Ci vuole una Breaking news !

    Intanto ho letto tutto il presepio a Köbi e domani lo farò col Circolo di Lettura di questo paesino sperduto dove ci troviamo.
    Grazie. Ti abbraccio
    M

  20. Giorgio PCA Mameli says:

    COMMENTO AL CAPITOLO 3. Il presepio di pietra è uno dei più belli tra i presepi che ricordi. Quello che tu definisci un umile scalpellino ai miei occhi non pare tante umile. Probabilmente era un Maestro muratore capace di andare oltre la triste rappresentazione dei due animali come semplici caloriferi ed ha rappresentato, metaforicamente, come nella tradizione della sua arte, le tre virtù cardine dell’uomo (umanità): la forza, il bue, l’intelligenza, l’asino, e la bellezza, il bambino (o l’angelo). Ma quei Maestri purtroppo son passati e l’umanità non li ha capiti.

  21. Ugo says:

    Franco,
    apprezzabile lo sforzo, ma ho l’impressione
    che il testo originale fosse pieno di magia e di invenzioni,
    mnetre le aggiunte lo appesantiscono
    senza regalare nuove emozioni.
    Se fossi in te mi fermerei alla prima stesura
    e lascerei perdere queste digressioni ‘in blue’!
    A presto
    Ugo

  22. Sara Missaglia says:

    Carissimo Franco, è emozionante pensare come questo tema ti abbia affascinato al punto tale da sentire la necessità di integrare un primo scritto. Probabilmente le grandi opere devono essere più volte rimaneggiate: “buona la prima” non è sempre un metodo valido, e la notte, ma anche più giorni, portano nuovi e buoni consigli. Devo dire che l’idea del presepe senza i genitori biologici di Gesù è estremamente contemporanea: forse lo scultore già sapeva che i figli non appartengono ai genitori biologici, ma sono “di chi li cresce” come recita un adagio popolare, e non necessariamente sono papà e mamma originari i responsabili della loro crescita o le figure di riferimento. Bue o Asinello sono i personaggi che si preoccupano della sopravvivenza del Bambino fin dal primissimo istante e, al di là della loro natura animale, lo fanno con cura e responsabilità. Una famiglia contemporanea, trasversale, inclusiva. In queste nuove dissertazioni riesci a essere eversivo, disruptive: il Quarto Re Magio è un’idea geniale, un nuovo elemento che arriva alla ribalta delle cronache dopo essere stato per lungo tempo attore protagonista ma invisibile, testimone delle umane vicende senza, tutto sommato, farne realmente parte. Una ‘comparsa’ che non eramai prima comparsa e che si rivela oggi protagonista della storia, l’eroe di un film che ha due diversi finali, uno più bello dell’altro. Geniale lui e geniale il ‘regista’ che ce ne racconta la storia.Ne uscirà una nuova storia, chissà,forse bisognerebbe interrogarlo. Complimenti come sempre per le emozioni che mi hai regalato.

  23. Franco Bellino says:

    Nota al § 2 qui sopra : “Gesù Bambino è vivo : nasce a mezzanotte del 24 Dicembre”.

    I primi giorni nel tuo presepio Gesù Bambino non c’è : la mangiatoia è vuota.
    Questo lo abbiamo sempre saputo : nessuno di noi ha mai messo Gesù Bambino nel presepio
    prima della mezzanotte di Natale.

    Però a voler essere rigorosi dal giorno in cui tu fai il presepio fino alla notte del 24 Dicembre,
    nella stalla del tuo presepio non dovrebbero esserci nemmeno Giuseppe e Maria.

    Loro due, stanchi morti e disperati, nella stalla ci arrivano soltanto a tarda sera, dopo le undici,
    perchè per tutto il pomeriggio hanno cercato invano un alloggio per tutta Betlemme.

    Anche tu sicuramente anni fa – fino a quando non hai passato il compito
    a un fratellino o una sorellina più piccoli di te – hai recitato in piedi su una sedia
    la poesia popolare (mica tanto ‘popolare’ : sono versi di Guido Gozzano, grande sensibile poeta !)
    “La Notte Santa” :

    – Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
    Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
    Presso quell’osteria potremo riposare,
    ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

    Il campanile scocca lentamente le sei.

    – Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
    Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
    – Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
    son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

    Il campanile scocca lentamente le sette.

    – Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
    Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
    – Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi :
    tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.

    Il campanile scocca lentamente le otto.

    – O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
    avete per dormire? Non ci mandate altrove!
    – S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno
    d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.

    Il campanile scocca lentamente le nove.

    – Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
    Pensate in quale stato e quanta strada feci!
    – Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
    Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…

    Il campanile scocca lentamente le dieci.

    – Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname?
    Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
    L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
    non amo la miscela dell’alta e bassa gente.

    Il campanile scoccale undici lentamente.

    La poesia ci racconta che per tutto il giorno Giuseppe e Maria hanno cercato invano un alloggio
    e solo quando è ormai notte arrivano alla stalla-grotta-capanna dove nascerà Gesù.

    Perciò a voler essere proprio rigorosi dal giorno in cui tu fai il presepio fino alla notte del 24 Dicembre,
    nella capanna del tuo presepio non dovrebbero esserci nemmeno Giuseppe e Maria.

    Ma noi non vogliamo essere proprio rigorosi, vero ?

    Anche perché un presepio dove non ci sono ancora Giuseppe e Maria e Gesù Bambino …..
    non ci sono nemmeno i pastori in giro per i monti a pascolare le loro pecore, …….
    non c’è la Stella che deve indicare la strada ai Re Magi e non ci sono i Re Magi
    che non sono ancora nemmeno apparsi all’orizzonte …..
    un presepio dove non c’è praticamente nessuno che presepio è ?

    Quindi torniamo su tranquillamente al paragrafo § 3 e seguiamo invece tutti gli altri preziosi consigli.

  24. Vito says:

    Molto bello e data l’età mi sono commosso alle lacrime !

  25. Alberto says:

    Molto belli e interessanti i nuovi capitoli.
    Arguto il brano sulla “Fuga in Egitto”, con l’età del Bambino che definisce il percorso
    e ci dice se è davvero una “Fuga in Egitto” o piuttosto invece un “Ritorno dall’Egitto”.

    Vorrei parlare con un’altra persona riguardo Artaban, il quarto Re Magio, che non prende il bronzo……….
    Solo nel pugilato terzo e quarto vengono premiati eguale…… posso ?

    Sei sempre geniale
    Un abbraccio a tutti e 2
    Alberto

  26. Tommaso says:

    Ciao, Franco, ho letto e apprezzato quanto di nuovo hai apportato al tuo testo.
    Non ho consigli particolari da darti, credo che quello che bisognava inserire lo hai messo.
    Il presepe di Greccio è l’inabitazione di Dio nell’uomo, in ciascuno di noi.
    Questo fa sì che Gesù Bambino si veda anche se la mangiatoia è vuota.
    Sono gli occhi del cuore che devono aprirsi.
    Il messaggio di Francesco d’Assisi si racchiude cosi semplicemente nell’umiltà.
    Un abbraccio e spero ci si veda presto. Dt

  27. Franco Bellino says:

    Un Re Magio che tiene in braccio Gesù Bambino tu l’hai già visto,
    ma non in un presepio : l’hai visto in un film.
    Hai visto Maria Vergine che porge Gesù Bambino appena nato a un Re Magio.
    Lui lo tiene amorevolmente in braccio, mentre l’altro Re gli bacia devotamente i piedini.
    E’ “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini (1964).
    Nello stesso film hai visto anche la Vergine Maria incinta.

  28. Monica says:

    Ciao Franco,
    ti chiedo perdono, anche se so che sono imperdonabile,
    ma da quando ho finito il mio lavoro stagionale (per altro ho finito molto tardi quest’anno)
    apro il computer molto raramente e controllo le mail altrettanto raramente e distrattamente.
    Tutto questo per dirti che, solo ora, sono riuscita a leggere il tuo presepio : che maraviglia!!!
    L’idea di renderlo vivo in modo così originale e creativo è veramente incantevole.
    E’ stato un viaggio molto emozionante.
    Grazie !

  29. Giovanni says:

    Semplicemente bellissimo.

  30. Franco says:

    Sì, lo so : c’è un film del 1998 “Il quarto Re” diretto da Stefano Reali, con Raoul Bova e la Cucinotta.
    Narra la storia di Alazhar, un giovane apicoltore che incontra i Re Magi e fa un pezzo di strada con loro verso Betlemme.
    Non c’è nulla film che avvicini la poesia e la magia del 4° Re Magio Artaban,
    nulla soprattutto del messaggio morale e universale di cui parlo nel mio brano qui sopra ai § 9, 11, 12 e 13.

    Invece voglio leggere al più presto il racconto di Henry van Dyke ”Il quarto Re”
    da cui nasce la mia scoperta di questa emozionante aggiunta al presepio.

  31. Barbarella says:

    Ciao Franco,

    qui a Trieste si usa dire: “Buona fine e buon inizio!”, quindi porgo da parte di noi tre
    questo augurio a te e Giovanna da una città grigia e insolitamente nebbiosa.

    Ho finalmente avuto il tempo di leggere la versione lunga del tuo articolo,
    mi ha intrigato e soprattutto mi ha fatto piacere leggere i commenti di altre persone
    che hanno a cuore il presepio e sono state toccate dalle tue parole.

    Tutti noi tre abbiamo sempre fatto il presepio, ma nessuno di noi lo ha mai sentito vivo come lo racconti tu.
    Nessuno di noi ha mai visto una statuina della Vergine incinta, né sapeva che esistessero.
    Al massimo dai presepi nelle chiese siamo abituati a vedere la mangiatoia vuota fino al giorno di Natale,
    ma in realtà in entrambi i presepi che facciamo a casa (uno a Milano ed uno a Trieste)
    abbiamo già il gruppo Madonna-Gesù Bambino-San Giuseppe pronto.

    Il massimo dello sforzo lo ha sempre voluto il papino, che ci tiene
    ad avere i Magi nascosti dietro all’albero di Natale (lo facciamo per ragioni di spazio accanto al presepio)
    e ad avvicinarli pian piano fino all’Epifania.
    Quando ero piccola sentivo il Natale molto di più, ma negli anni ho sempre più sentito il peso del consumismo della festività,
    fino ad avermela di fatto rovinata. Paradossalmente sento molto di più Pasqua, forse perché è molto più ignorata dai media.

    Mi ha fatto piacere scoprire le storie della Befana (non posso onestamente darle torto
    a non aver accettato il passaggio dai Re Magi),
    del pastore Benino (mai sentita prima) e del quarto re magio Artaban.
    Il papino non ha ancora letto l’articolo, gliel’ho solo raccontato io,
    ma in questo periodo non ha molta creatività e l’idea di realizzare la statua non lo ha stuzzicato.

    Pensa che poco prima di partire sono stata ad una visita guidata a Sant’Ambrogio,
    dove la guida ci ha raccontato che:
    - in realtà i Re Magi erano molti più di tre, ma nell’iconografia sono diventati tanti quanti i doni
    per rendere più facile alla gente memorizzarli. I loro nomi reali sono andati perduti, quelli che circolano sono tutti apocrifi.
    “Magi” da quelle parti voleva dire saggi, non aveva la connotazione negativa che ha assunto negli anni in Occidente.
    Non ho idea di quanto questo sia vero o si correli ad Artaban, ma te lo riporto ugualmente in caso ti interessi.
    - a Sant’Ambrogio c’è uno dei primi presepi della storia (ti allego la foto).
    C’è il bambin Gesù con il bue e l’asinello, e due uccelli.
    Un uccello mangia l’uva ad indicare che ha accettato la salvezza rappresentata dal Bambino,
    mentre invece l’uccello che non mangia l’uva rappresenta chi è rimasto alla fede ebraica.
    - sempre a Sant’Ambrogio c’è un presepio davvero toccante, realizzato da italiani nei campi di concentramento
    con il pochissimo che avevano a disposizione. Per realizzarlo lavoravano di nascosto di notte,
    sacrificando una porzione della margarina a loro assegnata per sopravvivere,
    in modo da poterla bruciare per illuminare il loro lavoro.
    Hanno persino realizzato una tessitrice che tesse la bandiera italiana, per non dimenticarsi della propria patria.
    Mi è piaciuto davvero tanto, ti allego due foto.
    Un abbraccio a voi due da noi tre!
    B.

    NdR
    Non posso allegare immagini ai commenti. Però se tu che stai leggendo vuoi vedere le immagini sia dell’antico Presepio di sant’Ambrogio, dove ci sono soltanto Gesù, l’asino e il bue – proprio come nel bassorilievo della stalla di cui parlo qui sopra – sia del presepio degli internati nei lager, scrivimi una mail = franco.bellino@francobellino.it = e ti mando le foto volentieri.

  32. Franco Bellino says:

    Ho letto : “Artaban Il quarto re” di Henry van Dyke 1896
    Editrice Novalis 2003 €10

    La storia è molto bella, ha un suo crescendo e un bellissimo finale.
    Poi ci sono lunghi brani di descrizioni noiose (p.24 —41/44—53/54) :
    saltando magari le pagine inutili, sicuramente merita.

    Artaban non ‘vede’ Cristo, ma sente la sua voce
    e la Voce dà un senso a tutta la sua vita e al racconto.

    Personalissimo Indice analitico :
    p. 10 Notti lunghe e pesanti” : sembra che descriva le notti che vivo da mesi.
    Artaban a 40 anni p. 20
    Artaban a 77 anni p. 69
    Se volessi fare come figura del presepio, il mio Quarto Re Magio con Gesù Bambino in braccio
    dovrei pensare a “un uomo alto, bruno, con occhi luminosi …. anima sensitiva ed inflessibile volontà …”.
    Nella figura per il presepio però gli abiti descritti a p. 21
    dovrebbero portare evidenti i segni del lungo faticoso viaggio per arrivare da solo a Betlemme.
    i tre gioielli p. 32
    la cavalla Vasda p. 39
    1° incontro p. 45
    2° incontro p. 56
    3° incontro p. 72
    il sorriso della Sfinge p. 64

    https://it.wikipedia.org/wiki/Il_quarto_dei_Re_magi

  33. Fidati dell’intelligenza,
    diffida dell’Intelligenza.

    Mi arriva un commento al testo sul presepio pubblicato qui sopra e già da molti amici commentato.
    Scrive e firma il nuovo commento Francesco Reffo, il più intelligente e irriverente dei miei studenti universitari.
    Il fatto che Francesco Reffo sia intelligente e (e sottolineo “e”) irriverente mi salva.
    Ecco il suo commento :

    Sono davvero colpito dalla bellezza e dalla creatività della storia del presepe che è vivo. È un modo unico e affascinante per rappresentare la Natività e permette allo spettatore di immergersi completamente nella storia. Mi ha davvero colpito il modo in cui gli attori e gli animali sono stati incorporati nella scena, creando un’atmosfera viva e autentica. Complimenti per questo lavoro straordinario!

    Il presepe è una tradizione che risale a secoli fa e che ancora oggi è molto amata e apprezzata in molte parti del mondo. La costruzione del presepe richiede tempo, pazienza e attenzione ai dettagli e il risultato finale è sempre sorprendente e affascinante. È un modo per commemorare la nascita di Gesù e per ricordare i valori e il significato profondo del Natale.

    Mi piace molto il fatto che il presepe possa essere costruito in momenti diversi, sia come attività individuale sia in gruppo, perché ci permette di condividere questa tradizione con gli altri e di creare un senso di comunità. Inoltre il fatto che il presepe possa essere costruito con materiali semplici e facilmente reperibili lo rende accessibile a tutti e ci permette di creare una rappresentazione personale e unica della scena della Natività.

    Inoltre il presepe può anche essere un’opportunità per imparare nuove abilità e per essere creativi. Insomma, il presepe è una tradizione che merita di essere celebrata e apprezzata, e sono felice che ancora oggi sia così amata e diffusa in tutto il mondo.

    Avevo visto delle opere di Wiligelmo, che è stato uno scultore italiano del XII secolo, noto soprattutto per le sue opere in marmo raffiguranti scene bibliche e mitologiche.

    Non mi piace molto il fatto che la Stella cometa non ci sia già dal primo giorno. Mi sarebbe piaciuto vederla brillare nel cielo sin dall’inizio, dando un tocco di magia e mistero alla scena del presepe. Invece il fatto che la cometa compaia solo in un momento successivo toglie un po’ di fascino alla storia e rende la scena meno suggestiva. Sarebbe stato bello se la cometa fosse stata presente sin dall’inizio, come segno del fatto che gli eventi che stanno per accadere sono stati predestinati e che tutto è già stato scritto. In questo modo la cometa avrebbe avuto un ruolo più importante nella narrazione e avrebbe reso la scena del presepe ancora più emozionante.

    Bellissima l’idea del quarto Re Magio
    Il quarto Re Magio era un uomo saggio e potente, proveniente dal lontano Oriente. Aveva studiato a lungo le stelle e aveva imparato a interpretare i loro movimenti e i loro messaggi. Un giorno, vide una nuova stella che brillava nel cielo e capì che era il segno della nascita di un re. Così, insieme ai suoi tre compagni, partì in viaggio verso Betlemme, dove sapeva che il nuovo re sarebbe nato.
    Il viaggio fu lungo e faticoso, ma il quarto Re Magio non si lasciò scoraggiare. Finalmente arrivò a Betlemme e si diresse verso la grotta dove era nato il Bambino. Qui offrì al neonato i suoi doni preziosi: oro, incenso e mirra.

    Il quarto Re Magio si inchinò davanti al Bambino e gli fece omaggio come suo re. Poi, con un sorriso soddisfatto, si allontanò per tornare a casa, felice di aver compiuto il suo destino e di aver adempiuto alla sua missione

    La storia è molto bella e mi ha fatto sentire in pace e in armonia. Mi piacerebbe ascoltare altre storie su questo argomento, magari sulla costruzione del presepe in altri Paesi o a Venezia .. o sulla sua importanza nella tradizione cristiana. In ogni caso, grazie per avermi raccontato questa storia : è stata davvero piacevole.

    Chi ha letto il mio testo sul presepio capisce subito (diciamo : quasi subito) che questo commento non può essere stato scritto da una persona intelligente. L’imbroglio è proprio qui : questo commento non l’ha scritto una persona intelligente : l’ha scritto una Intelligenza !
    Per i più informati : “A.I.”, cioè : “Artificial Intelligence”.
    Per me “AHI !” : ahimè.

    Cosa ha fatto Francesco ? Invece di scrivere lui, con parole sue, un commento al mio testo, ha tentato di farmi un sadico salta-fosso !
    Si è collegato a questo link :
    htpps://openai.com (https://chat.openai.com/chat )
    e gli ha detto :
    “Fammi una storia sul presepio che è una cosa viva”.
    Detto fatto e l’Intelligenza ha scritto cose banali sul presepio, che sappiamo tutti.
    Ma a chi di noi non capita di scrivere cose banali ?

    Poi l’Intelligenza ha scritto sulla Stella Cometa cose che chi ha letto attentamente il mio testo non avrebbe mai potuto scrivere : dice che è un peccato che la Stella non ci sia nel presepe dal primo giorno e che non si muova.
    Il mio testo dice proprio il contrario : la Stella cometa c’è già sin dal primissimo giorno, ma è lontana dalla capanna e giorno dopo giorno si avvicina, guidando così i Re Magi fino alla capanna.
    Ma chi noi oggi legge attentamente un testo che non sia il conto del ristorante o un WA della Banca ?

    Infine le righe sul Quarto Re Magio sono la prova provata che chi ha scritto quel commento non è proprio mai arrivato a leggere la parte del mio testo che parla del Quarto Re Magio.
    Ma chi di noi ormai arriva in fondo a un testo più lungo di 10-12 righe ?

    Però poi il sadico Francesco Reffo mi ha mandato il commento facendomi credere che l’aveva scritto lui !
    Nelle sue intenzioni era un salta-fosso.

    Ha fregato lui e ha salvato me il fatto che lui sia intelligente e irriverente.
    Un commento così banale e così distratto, scritto da chiunque altro che non fosse il più intelligente e irriverente dei miei studenti poteva anche passare per buono. Ma scritto da Francesco no, : non era credibile.

    Gli dico furibondo : “Francesco, ma mi stai prendendo in giro ???
    Dì la verità : questo commento non l’hai scritto tu !”.

    E lui tutto allegro e davvero felice :

    “Bravo ! Non ci sei cascato. Sono orgoglioso di te, vecchio mio.
    Hai ancora una mente brillante e affilata”.
    Così affilata che se lo avessi avuto a portata di mano l’avrei affettato con grande piacere.

    Invece devo essergli grato : Francesco mi ha aperto un mondo – l’Intelligenza Artificiale – di cui non sapevo nulla.
    Pubblico il suo commento, che non è un commento, ma è anzi un sadico salta-fosso perché apre interessanti (per me inquietanti) prospettive sul nostro futuro nemmeno troppo lontano.

    Viene fuori perciò che esiste un sito https://openai.com/ in particolare chatGPT
    a cui tu puoi chiedere di inventare per te una storia e lui la inventa, in pochi secondi e nella tua lingua.
    Gli dai due-tre elementi che tu vuoi siano presenti nella storia
    e su quei due-tre elementi, l’Intelligenza imbastisce una storia, spesso addirittura divertente.

    Se però deve commentare il mio testo sul presepio però il compito per l’Intelligenza è più difficile perché ovviamente il computer non può ANCORA leggere un testo e poi commentarlo.
    Può inventare una storia combinando in vario modo gli elementi che tu gli proponi, ma non può scrivere un commento ragionevole a qualcosa che non ha letto.
    Francesco gli ha chiesto : “Scrivi qualcosa sul presepio”
    .. poi dopo un po’ di frasi banali sul presepio, gli ha chiesto : “Aggiungi qualcosa che riguardi la sella cometa … “
    e poi “Scrivi qualcosa su Wiligelmo” …

    … e fin qui il computer, pescando tra i milioni di informazioni che possiede in memoria ha scritto qualcosa, non particolarmente brillante, ma che potrebbe comunque avere senso.

    Quando però Francesco gli ha chiesto di incorporare nella storia il Quarto Re Magio, qui è cascato l’asino : l’Intelligenza ha dimostrato che non aveva letto quello che io avevo scritto. Non sapeva cosa dire perché tra i milioni di informazioni che la A.I. possiede la storia del quarto Re Magio non c’è perché io non l’avevo ancora scritta. Perciò l’Intelligenza si sforza di inventare una storia che non sta in piedi.

    In futuro sarà perciò possibile commissionare all’Intelligenza un testo, fornendo alcuni dati.
    Non so se questo semplificherà o complicherà notevolmente il lavoro di scrittori, giornalisti e anche artisti visivi, perché lo stesso processo si può attivare chiedendo di fornire come risposta delle immagini e non solo delle parole.

    L’intelligenza artificiale ti farà anche della musica : basta che tu gli fornisci delle note
    Oppure crea nuovi piatti : tu gli dici gli ingredienti e lui inventa la ricetta. O disegna dei vestiti … crea del design .. progetta dei palazzi .. partendo da alcuni sintomi patologici, formula delle diagnosi mediche ….

    Vuoi una canzone che contenga le parole “luna” e “gorgonzola” e “stampella” ?
    L’Intelligenza te la fa.
    Vuoi una poesia, un sonetto con due quartine e due terzine ?
    L’Intelligenza te la fa.
    Vuoi una lettera d’amore molto romantica, ma che poi arrivi al sodo ?
    Se l’Intelligenza capisce che non stai parlando di un uovo sodo,
    l’Intelligenza la lettera te la scrive. E magari funziona persino !
    Vuoi uno slogan pubblicitario con il nome del tuo prodotto ?
    L’intelligenza te ne fa 50 e se vuoi altri 50. Magari qualcuno vince un premio.
    Vuoi la storia per un film interpretato da Charlot che si innamora di Cleopatra, ma rende gelosa Drusilla ?
    Ecco fatto.
    Vuoi il progetto di un ponte sullo stretto di Messina che assomigli al ponte di Brooklyn (non il chewing-gum), ma sia tutto fatto con i mattoncini del Lego, però trasparenti, l’Intelligenza te lo fa.
    Sei un architetto e vuoi il progetto di un grattacielo con il tetto a pagoda e gli ascensori di cristallo che salgono a spirale tutt’intorno ? Ecco qua.
    Non ti piace il tetto a pagoda e sul tetto vuoi invece 9 fumaioli da transatlantico ?
    L’Intelligenza te lo fa.
    E se non te lo fa oggi, te lo farà domani.

    Tu gli chiedi “Fammi vedere Napoleone che va sul monopattino a New York e si fa un selfie” e l’A.I. (Artificial Intelligence’) ti fornirà un’immagine in cui ci sarà Napoleone (Napoleone c’è in archivio) su un monopattino (il monopattino c’è in archivio) mentre si fa un selfie (il selfie c’è in archivio).

    Se Napoleone in monopattino ti sembra un esempio campato in aria,
    guarda l’esempio che l’Intelligenza propone sul proprio sito ufficiale :
    (per le immagini, consulta : DALL E 2 https://openai.com/dall-e-2/ )

    Ecco la domanda : Scrivimi la storia di Cristoforo Colombo che arriva in America nel 2015.
    Ecco la risposta dell’Intelligenza :
    La tua domanda è un po’ bizzarra perché Cristoforo Colombo è morto nel 1506, perciò non sarebbe potuto venire in America nel 2015.
    Ma facciamo finta che invece nel 2015 Cristoforo Colombo arrivi davvero in America.

    Beh innanzitutto sarebbe stupefatto di quanti cambiamenti siano avvenuti da quando lui ci arrivò per la prima volta nel 1492. Per esempio sarebbe stupito di scoprire che la terra che lui credeva di avere scoperto era già da secoli abitava dai Nativi Americani e che oggi gli Stati Uniti sono una nazione multietnica e multiculturale abitata da persone che provengono da tutto il mondo.
    Colombo sarebbe anche in profonda ammirazione dei progressi della tecnologia : dagli altissimi grattacieli delle nostre città ai potentissimi telefonini nelle nostre tasche. E infine sarebbe forse molto sorpreso dallo scoprire che molte persone non lo considerano più come un eroe, anzi : c’è gente che pensa che lui sia stato un brutale conquistatore colonialista, che ha ridotto in schiavitù e procurato la morte milioni di nativi americani.
    Tutto sommato per Colombo sarebbe un’esperienza molto diversa da quella che ebbe nel suo primo sbarco 530 anni fa.

    La domanda è bizzarra, però la risposta – che io non mi sono inventato, ma ho semplicemente tradotto dalla loro presentazione istituzionale – è ragionevole e potrebbe averla scritta un qualsiasi nostro liceale intelligente.
    L’ha scritta invece una macchina, partendo da una premessa indubbiamente bizzarra : Cristoforo Colombo che arriva in America nel 2015.

    Se da una domanda un po’ folle, l’Intelligenza ci dà una risposta ragionevole, c’è da riflettere. Forse da preoccuparsi. Soprattutto se non sappiamo CHI farà la domanda e che potere avrà di mettere in pratica la risposta dell’Intelligenza. Che sempre risponde, ma non sappiamo con quanta intelligenza.
    Oggi sul Corriere della Sera un articolo di Danilo Taino aggiorna tutti questi dati e conferma tutti i miei timori.

    Se vuoi approfondire :

    https://www.pewresearch.org/internet/2022/03/17/ai-and-human-enhancement-americans-openness-is-tempered-by-a-range-of-concerns/

    https://www.pewresearch.org/fact-tank/2022/03/17/5-key-themes-in-americans-views-about-ai-and-human-enhancement/

    Non so immaginare gli sviluppi di questa scoperta di una Intelligenza molto diversa da una mente intelligente.
    Ma certo non mi dispiace il pensiero di non esserci più quando invece di affidarci alla nostra fantasia e alla nostra creatività, si manderà un messaggio all’Intelligenza. E arriverà il giorno che sarà l’Intelligenza a mandare a noi un messaggio. E magari ci dirà di andare proprio dove suggeriva Grillo tempo fa.

    Per fortuna, come cantavano ai miei tempi i Nomadi : “Noi non ci saremo”.

  34. Al Capitolo 3 parlo di una “Natività” di pietra e trovo solo oggi altre righe che le avevo dedicato :

    “Natività” Presepe da stalla, tabernacolo o facciata di casa
    (per motivi che spiegherò più sotto, propenderei per la stalla)
    bassorilievo devozionale
    localmente : ‘Marginetta’ ‘Maestà’ ‘Mestaina’ ‘Maestanina’’Madonnina’
    pietra : granito grigio ? marmo ?
    alto : cm 30 largo cm 40 profondo cm 10
    autore : ignoto
    provenienza ipotizzabile : Lunigiana ? Garfagnana ?
    datazione : ignota, certo ante 1970
    Acquistata tra il 1970-1973 da un antiquario in corso Vercelli a Milano.

    La forma appena sbozzata sul retro mostra che la scultura era incastonata in una superficie verticale.
    Vistose tracce di una polvere rossastra, forse dai mattoni della parete in cui era incastonata.
    Tracce di polvere di mattone anche sul corpo dell’asino.

    .. da un antiquario a Milano vedemmo questa Natività. Mi colpì l’assenza di Maria e di Giuseppe e l’essenzialità della rappresentazione che privilegia, accanto al Bambino non i genitori ma gli animali, così preziosi per la vita del contadino. Proprio questa insolita importanza attribuita agli animali nel tradizionale cast della rappresentazione mi ha fatto sempre pensare che questa “Natività” fosse destinata a vegliare e proteggere la stalla e non la facciata di una casa. Stalla dove peraltro spesso la sera si radunavano tutti (vedi “L’albero degli zoccoli”) per stare al caldo ed ascoltare i racconti degli anziani. Proprio lì, sul muro di una stalla, presenza imprescindibile di ogni abitazione (vedi i “borghi in galleria”), a proteggere cristiani e animali vedo in perfetta armonia questa Natività, troppo rozza ed abbreviata e per questo ‘potente’ ma non abbastanza ‘nobile’ per essere protagonista di un tabernacolo o di una facciata. Quella Natività è con noi da circa 50 anni ed ha sempre avuto un posto d’onore in tutte le nostre diverse case. No, non in salotto. Ho cercato di studiare questa scelta iconografica, la Natività senza la Madre e senza il padre.

    La si trova a volte in ‘Natività’ che vedono però subito sotto o a fianco Maria post-partum, distesa e accudita e nutrita dalle ancelle. In Giotto però, quando rievoca il Presepe di Greccio, non ci sono Maria e Giuseppe. C’è il Bambino, ci sono insieme a Francesco l’asino e il bue e il bue dell’affresco è abbastanza simile al bue di questa scultura.

    Però Giotto non sta rappresentando la Natività : sta rappresentando il Presepe di Greccio.
    Natività e Presepe sono due soggetti diversi, due diverse iconografie, due eventi lontani nello spazio e nel tempo.
    Questa scultura invece vuole rappresentare proprio la Natività.
    Questa Natività nasce per essere proprio così : completa in sé.
    Le assenze (Maria e Giuseppe) non sono casuali, sono volute.
    L’unico esempio simile che conosco è di Wiligelmo nel Duomo di Piacenza : le scene sarebbero due e il mantello di Maria si stende a coprire il pilastro divisorio per farci capire che si tratta in realtà di un’unica scena…

    Però, isolando il pannello di destra di Wiligelmo e avvicinandolo alla mia ‘Natività’ la somiglianza è evidente:
    Nel mio pannello alcune osservazioni :

    la scena E’ abbastanza bizzarra nel totale della scena la ripartizione degli spazi. Il bue occupa da solo quasi metà della superficie disponibile. Il Bambino, che dovrebbe essere al centro della composizione è spostato lateralmente. Come se lo scultore avesse iniziato con il delineare il bue…. e si fosse poi accorto che gli era venuto troppo grande, in realtà troppo lungo. Ha dovuto allora adattare di conseguenza le altre figure, mettendo il vero protagonista, il Bambino in diagonale e l’asino ristretto nel poco spazio che rimaneva per lui.

    il Bambino Imbozzolato nelle sue fasce, sembra mostrarci con la mano sinistra qualcosa …. cosa può essere ? Un gesto benedicente ? No, lo farebbe con la mano destra. Nella forma il Bambino è molto simile ai “Pipìn” di Vignola … e forse questa somiglianza è un indicazione di possibile provenienza della scultura dallo stesso territorio dei ‘Pipìn’. Anche il braccio destro del Bambino sembrerebbe suggerito e ripiegato sul petto.

    l’asino Che sia un asino ce lo dice la tradizionale canonica composizione della scena, dove l’asino deve esserci, se c’è il bue. Però le sue orecchie sembrano più corna e il corpo deve accontentarsi della sommaria descrizione consentita dal poco spazio rimasto. Curiosa la macchia rossastra, che potrebbe far pensare ad una pietra di colore diverso, anche se il resto della scena non pare dipinto. Da studiare con più attenzione.

    il bue Bello solido, massiccio e sereno. Davvero un pio bove. Si volta a guardarci come a chiamarci a partecipare. Solo il bue e il Bambino sono rivolti a chi guarda : l’asino è di profilo, forse perplesso per il fatto di ritrovarsi cornuto e

    l’Angelo ha il bel volto tondo e massiccio assorto. Si sta forse chiedendo se deve posarsi, ma non saprebbe dove atterrare, o rimanere in sospensione.
    l’Angelo In volo con i lunghi capelli composti e non scompigliati dal vento, le ali spiegate, le braccia conserte e forse le mani giunte a preghiera. La lunga tunica con il panneggio ci dice del suo delicato librarsi sul divino Neonato. Forse un piede esce dal bordo della tunica in alto, forse un altro sporge proprio verso il Bambino, ma forse no.

    Il linguaggio : Le “maestà” o “marginette” o “madonnine” che vedo riprodotte sia nell’articolo di Mariagrazia Cucco che in Rete mi sembrano però ben lontane dalla sintesi ‘rozza e romanica’ di questa ‘Natività’, che quindi

    o è forse anteriore rispetto a quelle immagini devozionali post-tridentino

    o più probabilmente è opera di un uomo, forse un artigiano, uno scalpellino, scultore improvvisato
    per sé e non per committenti, meno ‘educato’ sui modelli canonici, meno raffinato,
    più sbrigativo e per i miei gusti straordinariamente più efficace e potente.

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