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Il “Michelangelo” della Lunigiana e il gioielliere di Milano.

 

Arriviamo a casa di Maddaleni. Rovesciata a coprire tutta una parete della sua casa e a seppellire tutte le verdure dell’orto c’è una montagna di pietre. Quintali, tonnellate di pietre.

 

Cosa è successo ? Una frana ?                      No, un milanese.

 

Maddaleni è uno scultore. Poverissimo, vive da solo a Loppia di Sopra, frazione di Barga. Scolpisce la pietra. Pietre che trova nel greto del fiume che scorre a valle. Pietre che Maddaleni studia attentamente per ore e ore fino a quando “vede” quella giusta.
E una pietra come tutte le altre, ma lui ci vede dentro una figura. Quella pietra, solo quella pietra, proprio quella pietra ha dentro una figura
E allora Maddaleni la solleva dal greto del fiume, la carica su una sconquassata carriola e faticosamente la trasporta fin su in cima alla collina dove c’è la sua casa.

E poi lì, Maddaleni comincia a scalpellare via dalla pietra tutto quello
che non serve fino a quando gli appare la figura che lui aveva già visto.

Usa soltanto scalpelli a mano, niente frese, trapani o scalpelli pneumatici. E giorno dopo giorno, scheggia dopo scheggia, nascono le sue sculture.

 

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Anche Michelangelo faceva come Maddaleni, ma non credo che Maddaleni lo sapesse. Michelangelo affermava di vedere la sua scultura nel marmo prima di iniziare a scolpire. Per lui “quel” bocco di marmo, scelto tra cento altri, aveva già dentro una immagine perfetta e completa che aspettava solo di essere rivelata. Per lui, scolpire era un processo di liberazione :

Io intendo scultura, quella che si fa per forza di levare.

La sua opera era semplicemente rimuovere (“levare”) l’eccesso di marmo per rivelare la figura che era già presente con incredibile precisione e dettaglio.

Siamo a casa di Maddaleni il 14 Agosto 1979. Torniamo l’8 di Giugno del 1980 e neanche a farlo apposta arriviamo anche questa volta all’ora di pranzo.
Dapprima burberi Maddaleni e la moglie ci invitano timidi a mangiare pane e cacio con loro e i cani. I cani sono tanti, tutti randagi che sanno di trovare qui un rifugio sicuro e cibo.

Lei è molto nervosa, poi però però si addocisce e sommerge Giovanna con confidenze che la commuovono.

Lui parla pochissimo, ma quando parla ha una bellissima definizione delle sue opere.
Dice : “Non sono uno scultore io, le mie sono opere di allegria e di sorriso !”

Lui per primo capisce che i suoi enigmatici personaggi ti guardano misteriosi e ti fanno sorridere, aprono il cuore, danno gioia.
Lo sa e lo dice lui, però non lo accetta come un giudizio da me : è il suo giudizio.
Opere di allegria e di sorriso.
Vedo un gigantesco pietrone, su cui è scolpito quasi in rilievo un grande Sole e accanto, più piccola, la Luna.

 

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Sembra infantile, poi dopo averlo a lungo guardato scopri che quel Sole ha l’ovvietà dei grandi spetttacoli naturali :
come una montagna, una nuvola, una quercia secolare. E ti appare allora maestoso e sublime.
Maddaleni l’ha lasciato appoggiato alla casa proprio sotto una grondaia. Lo scolo dell’acqua dalla grondaia arruginita
ha creato sulla pietra un riverbero rossastro che è perfetto per raccontare il Sole al tramonto. Casuale e geniale.

Vorremmo portare via quel Sole, ma in 4 non ce la facciamo nemmeno a spostarlo. Lo paghiamo però
e lo ritireremo un’altra volta, quando saremo in più persone per sollevarlo e caricarlo sull’Abarth,
terrorizzata con le sue sospensioni abbbassate già solo all’idea di dover portare fino a Milano quel carico pesantissimo.

Partiamo sotto la pioggia con la gioia di essere stati accolti, come amici, da due care persone, sole,
che hanno avuto una vita difficile, ma che pure hanno saputo conservare, almeno tra loro due, vivo il fuoco di un amore.
Un amore che sia pure espresso in forme rozze e burbere, si capisce che è l’unica vera e grande ricchezza che possiedono.

 

Torniamo per ritirare il Sole e Maddaleni è disperato. Non può più creare le sue sculture perché è arrivato un milanese.

Un giorno M…… (non metto il nome perché la gioielleria ancora esiste e magari il ricordo non li gratifica), famoso gioielliere milanese,
scopre queste sculture. Ne acquista tre o quattro, tanto costano pochissimo, per fare le vetrine.

Le vetrine con i gioielli appoggiati sulle sculture attirano molti clienti.
Oro e diamanti appoggiati sulla pietra grigia e corrosa di Maddaleni fanno
un effetto indimenticabile. Il successo è immediato.
Così M……  fa affari vendendo più gioielli del solito e vendendo anche le sculture di pietra.
Allora da buon milanese M……  pensa di razionalizzare e incrementare
la produzione delle sculture del Maddaleni, visto che, oltre a vendere più gioielli,
vende anche come ‘opere d’arte’ a prezzi notevoli quelle pietre, acquistate da Maddaleni per poche lire.

 

L’astuto gioielliere organizza allora una ‘bella sorpresa’ per l’artista: senza dirgli nulla affitta in loco un camion, lo carica di pietre raccolte nel greto del fiume e le scarica tutte addosso alla casa di Maddaleni, incurante che chiudano una finestra e coprano l’orto da cui Maddaleni trae cibo per lui, poverissimo, prezioso.

 

Adesso, pensa il gioielliere milanese, Maddaleni potrà lavorare più rapidamente e scolpire più figure per le vetrine dei miei negozi in pieno centro a Milano.

Non andò così. Il milanese ci rimase male.

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Nei mesi successivi alla “sorpresa del milanese” Maddaleni scolpì di meno perché ogni giorno, e per mesi e mesi (il camion che le aveva scaricate era grande), il povero Maddaleni dovette riportare le pietre, una per una, giù al fiume.

Quelle pietre non lo ispiravano, non gli parlavano, non ci vedeva dentro nessuna forma da liberare.

 

Scoperta la catastrofe, Giovanna ed io abbiamo cercato di rimediare.
Quel giorno – lui d’accordo e riconoscente, anche se timoroso di rovinare la tappezzeria dei sedili – abbiamo più volte caricato di pietre la nostra Abarth 850TC, minuscolo bolide da corsa, non veicolo da carico.

Abbiamo aiutato il buon Maddaleni (scontroso come un orso e buono come il pane appena sfornato) a riportare giù al fiume alcune delle pietre che il camion gli aveva scaricato proprio davanti alla porta di casa.

Le abbiamo riportate giù al fiume, ma certo mai avremmo portato delle pietre scelte da noi dal fiume su a casa sua.

Questo lo avrebbe fatto lui all’alba, da solo e di nascosto dal mondo perché soltanto suo era il dialogo con la pietra che lui sceglieva tra mille e avrebbe poi costretto a colpi di scalpello a rivelargli la forma che già c’era dentro e soltanto lui già vedeva.

Quel giorno Maddaleni vide Giovanna e me così innamorati che volle farci un regalo : i suoi “Fidanzati”.

 

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Nella scultura i “Fidanzati” sono in posizione piuttosto osè, però mai Maddaleni avrebbe osato pensare e meno che mai pronunciare la parola “Amanti”.

Maddaleni aveva visto giusto : dopo 52 anni siamo ancora “Fidanzati”.

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