Se il chiaro di luna
avesse un suono
sarebbe
il canto di un grillo.
.. e se Beethoven avesse letto questi versi di Hawthorne,
avrebbe scritto “Chiaro di luna” per pianoforte e grilli.
Solo pochi giorni fa ho scoperto servizi di porcellana, raffinatissimi
e ancora più minuscoli di quelli destinati agli uccellini.
Sono soltanto due piattini, ma raccontano una bellissima storia d’amore.
Anzi, tremila storie d’amore.
Fin dai tempi più antichi i Cinesi hanno mostrato un grande interesse per i grilli.
Ed ecco la storia di un amore, appassionato ma impossibile.
L’Imperatore aveva una moglie,
… ma aveva anche un harem. A volte migliaia di bellissime ragazze.
E le concubine imperiali usavano minuscole gabbiette d’oro
come domicilio per i loro preziosi grilli da compagnia :
Queste bellissime infelici fanciulle, destinate ad una vita dorata nella dorata gabbia dell’harem imperiale, amavano la compagnia di un grillo. Il grillo era proprio come loro : coccolato, viziato, ma prigioniero, solo e malinconico.
Ognuna di loro era stata la ragazza più bella del paese dove era nata.
Era stata strappata alla sua famiglia e forse anche ad un amore
con un ragazzo della sua età.
Adesso nel Palazzo Imperiale lei era nessuno : una delle tremila altre ragazze come lei, che forse non avrebbero mai passato in tutta la loro vita una sola notte d’amore con l’Imperatore. Né con nessun altro uomo.
“In queste infinite notti senza amore
io sono importante almeno per lui,
almeno per il mio grillo.
E lui canta tutta la notte solo per me”.
Il poeta immagina che il canto del grillo, che la fanciulla tiene accanto al cuscino nella notte silenziosa, consoli la malinconia e la solitudine di una giovane donna, con tutti i suoi sogni e i suoi desideri.
Più che non le sue tremila concubine anche per l’Imperatore erano importanti i suoi grilli. Aveva eunuchi, (meglio non correre rischi con tante bellissime fanciulle in giro) veri e propri professionisti il cui solo compito era prendersi cura dei grilli, in vista delle loro esibizioni canore per l’Imperatore.
Nel film di Bertolucci, l’ultimo Imperatore della Cina, Pu Yi (1908-1967) dopo la Rivoluzione Culturale ritrova il suo grillo proprio dove lo aveva lasciato, nascosto dietro al trono imperiale e lo passa, simbolicamente, alle nuove generazioni :
A corte si riteneva il grillo un passatempo di rango imperiale, un minuscolo animale da compagnia apprezzato sia come musicista che come gladiatore.
In entrambi i casi infatti il grillo si dimostra intelligente e raffinato :
elegante musicista sul palcoscenico e abile stratega in guerra,
capace di studiare l’avversario ed elaborare poi una tattica vincente.
Data la loro importanza e popolarità, i grilli sono stati oggetto storicamente di diversi manuali e trattati che illustrano dettagliatamente tecniche di ricerca, cattura, allevamento, diete, istruzioni per combattimenti e per esibizioni di canto, malattie e cure e infine il cerimoniale per la loro sepoltura.
Ci sono indicazioni su come curare i piccoli insetti in caso di costipazione, di ferite e persino quando soffrono di vertigini o sono depressi per aver perso un incontro.
Sui grilli e sui servizi da tavola a loro destinati so ancora troppo poco.
Per anni però ho amato e accarezzato un oggetto italiano, probabilmente toscano, destinato ad ospitare un grillo. Eccolo :
Ho sempre pensato che questo minuscolo (alto 4 cm) “Memento mori” in legno di bosso, modellato con straordinaria sensibilità e finezza, fosse in realtà destinato a consolare la solitudine di qualche frate o di qualche eremita, anche laico.
Il canto del grillo prigioniero nel teschietto per lui, più che un banale “Memento mori”, era una promessa di rinascita, o quanto meno resurrezione.
Ho sempre pensato infatti che lo sportellino scorrevole sul retro servisse al mattino, dopo una notte di musica, per liberare il grillo e lasciarlo tornare libero nel focolare di casa o nei campi.
In Cina, ma anche in tutto l’Estremo Oriente, una simile procedura è ancora oggi praticatissima e si chiama”Fang Sheng” (liberare la vita):
Per acquisire meriti, ma forse anche soltanto per il piacere di farlo, si riscattano con una modesta offerta piccoli animali prigionieri – pesciolini, tartarughe, uccelli e anche insetti – e si restituisce loro la libertà.
Per finire con un sorriso ricordo un grande che ci ha lasciato troppo presto.
Massimo Troisi che trasforma in una indimenticabile sequenza e in una promessa di vita eterna il cupo “Memento mori” del Savonarola in trasferta da Firenze :
https://www.youtube.com/watch?v=cl2X4c5Gf6w
Ricordati che devi morire !
Va bene … Sì, sì … Mo’, mo’ me lo segno …
Non ti preoccupare…
Non preoccupiamoci.
Ricordiamoci di vivere.
Oggi.
Ora.