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Questo Cristo pensoso e triste (“Christus Frasobliwy”) non solo ti racconta mille storie. Ti appare ogni giorno.  

E’ popolare in Romania e Lituania. Non lo trovi nelle chiese e sugli altari, ma più spesso,
a grandezza naturale di legno, corroso dai venti e dalla pioggia agli incroci dei viottoli di campagna.
Oppure anche più piccolo, sempre di legno o di ceramica come questo,
accanto al focolare in piccoli altari domestici.

 

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Lì la famiglia si radunava per il Rosario e le preghiere serali e Cristo sedeva ogni sera accanto al fuoco
insieme gli anziani, ai genitori e ai bambini. Ognuno con il suo carico di stanchezza e di dolori.

 

La figura di questo uomo pensoso e triste è antichissima.
Lo vedi in opere d’arte distanti tra loro migliaia di anni e di km.

 

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E’ il “Pensatore” di Hamangia in Romania, 7.000 avanti Cristo. E’ il “Pensatore” di Rodin, oggi.

7.000 anni fa Cristo non era ancora nato, ma già era nato il Christus Frasobliwy.

Eccolo : è un uomo pieno di dolori e soprattutto triste.

Lo hanno flagellato e torturato e schernito. Giuda l’ha tradito. Pietro lo ha rinnegato per tre volte.
La Madre lo ha visto – sofferente e disperato – mentre Lui
non avrebbe mai voluto che la Madre lo vedesse sofferente e disperato.

Pensa : “Forse ho sbagliato tutto perché da lassù nemmeno il Padre mi dà conforto.
E perdipiù (e questa è l’idea di geniale umanissima verità che rende questa ceramica così rara e preziosa) …
e per di più mi fanno male i piedi.”

 

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Ho visto centinia di queste sculture, ma solo questo Cristo fa il pediluvio.

Questo Cristo pensoso e triste e che gli fanno male i piedi
non è il Cristo Crocifisso, immagine di morte.
Non è il Cristo Trionfante, garanzia di redenzione.

E’ il Cristo che si è fatto uomo, di carne e ossa, sofferente e triste.
E’ così umano che Lui, immortale, come un vero uomo morirà.

Questo Cristo pensoso e triste è noi.

E’ talmente ognuno di noi che forse un giorno ognuno di noi sarà come Lui, triste e pensoso.
Ma per ora no : per ora tu non sei così, ma ogni giorno tu lo vedi.

 

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Lo vedi, triste e pensoso, seduto nel salottino arredato da vomito di una Casa di Riposo.
E’ lì, parcheggiato in attesa dell’ora di cena insieme ad altri Cristi, pensosi e tristi.
Nessuno di questi poveri cristi (così poveri che si possono scrivere con la minuscola)
si accorge di una TV inutilmente accesa, nessuno si diverte alle facezie degli ‘animatori’.
Ognuno attende una visita che anche oggi non ci sarà e una cena
che arriverà ad un’ora che per il resto dell’umanità è metà pomeriggio.

 

 

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Lo vedi in una camera d’ospedale. E’ seduto alla sedia dove i ‘non-allettati’ vengono sistemati per mangiare.
E’ lì in attesa del frettoloso “giro” del Primario con il suo codazzo di camici bianchi.
Tutti – i “dottori” e i praticanti” – sono totalmente disinteressati alle domande che ogni paziente si è preparato per ore,
ma non riesce nemeno a dire perché loro sono già scomparsi.

 

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Lo immagini nella solitudine della sua casa.

La badante ha già preparato ore prima la cena, ora raffreddata e immangiabile. Ma l’orario è l’orario.
E’ accanto al telefono dove inevitabile arriverà la chiamata di figli o nipoti : “Ci dispiace … ci dispiace tanto.
Anche questa volta non possiamo venire … Sai : i bambini … il lavoro … la scuola … la palestra …”

 

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Lo vedi sulla panchina del giardino condominiale (“Fino al parco non ci arriviamo più”).
E’ seduto accanto alla persona con cui ha vissuto più di 50 anni.
Si sono amati, hanno avuto figli, hanno vissuto insieme. Anche adesso sembrano insieme,
ma adesso uno dei due non riconosce più l’altro. Non lo ascolta, non lo guarda, a volte non lo sopporta.
Uno dei due però – pensoso e triste – guarda l’altro e le sorride e la accarezza.

 

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Questo Cristo sofferente e pensoso tu lo vedi ogni giorno. Lo vedi ? Fermati. Prova a parlargli.

Sopratutto prova a farlo parlare : ascoltalo.

Il tuo gesto non cambierà la sua situazione.

Ma le/gli farà molto, davvero molto bene.

A lei, a lui. E anche a te.

 

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