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Una Vergine incinta.
Prima della mezzanotte del 24 Dicembre di ogni anno Maria è così : una vergine incinta.

Maria non ha ancora partorito : la culla è vuota, non c’è il Bambino
perché Lui è ancora nella pancia della mamma. E si vede che è nella pancia.
Non è una favola, non è un mito : è la realtà della vita.

 

In Italia non ancora, ma in molti presepi in tutto il mondo quando si fa il Presepio si mette una statuetta di Maria con il pancione. Solo quando suonano le campane di mezzanotte del 24 si mette il Bambino nella culla e si sostituisce la statuetta di Maria con un’altra statuetta che adesso non ha più il pancione. Ma fino a quel momento Maria è così :

 

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Maria che è vergine incinta (miracolosa contaddizione in termini : è “vergine” perché non ha mai fatto l’amore ed “incinta” perché ha un Figlio nel grembo) esibisce con orgoglio la sua condizione.

La Vergine incinta racconta con creatività ed orgoglio la sua umanissima verità.

I primi giorni nel tuo presepio Maria è ancora incinta, con il pancione, e faticosamente viaggia insieme a Giuseppe verso Betlemme. La vedi appollaiata sulla groppa di un asinello …

 

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.. poi la vedi mentre cerca disperatamente una camera dove dormire ..

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.. infine è nella capanna-stalla che Giuseppe ha trovato per loro. Adesso Maria è scesa dall’asinello, è sempre con il pancione, ma è in piedi accanto alla mangiatoia vuota : …

 

 

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Finalmente arriva la mezzanotte del 24 Dicembre e ……… miracolo ! Il pancione di Maria non c’è più :
c’è invece biondo e bellissimo il Bambino nella sua umile mangiatoia.
Maria adesso è inginocchiata accanto al suo piccolo …

 

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Questa idea della maternità di Maria, di questa fanciulla vergine che porta nel ventre
il frutto di un amore che lei non ha mai fatto, ma che pure sarà suo figlio,
un figlio da allattare e cullare e baciare, questa idea ha commosso un grande filosofo francese, dichiaratamente ateo.

E’ Jean Paul Sarte che per il Natale 1940, mentre è prigioniero nel lager nazista ‘Stalag XII” di Treviri, scrive :

 

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La Vergine è pallida e guarda il bambino. Lo stringe tra le sue braccia e pensa:

Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. E’ fatto di me. Ha i miei occhi.
La forma della sua bocca è la forma della mia. Mi assomiglia. Posso prenderlo in braccio e coprirlo di baci.
E’ caldo, respira, sorride.

 

Sartre, ateo, scive parole molto carnali, sensuali, che parlano del vero amore di ogni madre per suo figlio.
Parole che nascono dalla forza di verità dell’immagine di Maria Incinta, appesantita e orgogliosa per il suo ‘pancione’.

 

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Dice Sartre : E’ così che dipingerei Maria, se fossi pittore.

E Giuseppe ? Giuseppe, non lo dipingerei. Mostrerei solo un’ombra in fondo al pagliaio e due occhi brillanti.
Poiché non so cosa dire di Giuseppe e Giuseppe non sa che dire di se stesso.

Ed ecco la meravigliosa sorpresa.
Un artista di Caltagirone (questa appassionata invenzione non poteva nascere
che nell’appassionante Sicilia !) Vincenzo Velardita, supera alla grande il grande filosofo francese
e crea per ‘Nicla New’ una immagine
e che nessuno ha mai visto in tutta la Storia dell’Arte di tutta l’umanità :

 

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E’ stupendo che Giuseppe prenda in braccio Maria. Che la sollevi come fa lo sposo quando attraversa la soglia della loro prima casa. Giusepe e Maria una casa non ce l’hanno, ma adesso hanno il Figlio.

 

 

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Questa immagine, realizzata in terracotta e vestita con abiti di vera stoffa, è quindi ogni volta diversa
(www.holyart.it modello PR024724).

E’ un’immagine che vuole essere vera, realistica, con tutta la sua tenerezza di un vero amore tra due giovani sposi.
Guarda il braccio di Maria che si stringe sulla schiena di Giuseppe : ha paura di cadere
però è felice di essere tenuta così stretta stretta.

 

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Per me questa è la più bella immagine della maternità di Maria, proprio perché non si vede il Figlio di Maria.
Lei è mamma e non ha mai fatto l’amore con suo marito, eppure lui la ama.
Giuseppe la ama affettuosamente e allegramente come ogni sposa vuole essere amata dal marito.

Io non ho mai visto un’immagine più coinvolgente e appassionante di questo abbraccio
per rappresentare l’amore che pure c’è stato, deve esserci stato, tra Maria a Giuseppe.

E sono sicuro che anche il loro Figlio vedendo questo amore, così semplice e così vero, sorride.

 

 

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