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Questa donna bruttissima racconta una storia bellissima.

 

A 15.000 anni di distanza nel tempo, a 10.000 km di distanza nello spazio,

gli uomini sono uguali. Sono sempre stati uguali. Siamo uguali.

 

Dalle nostre parti, circa 15.000 anni fa, gli uomini che vivevano di raccolta di cibo non coltivato, di caccia e pesca, decisero di fermarsi. Prima si spostavano continuamente, vivevano in tende, erano nomadi. Poi si stabilirono in un solo posto, costruirono capanne e case, coltivarono i campi, allevarono bestiame. Da nomadi divennero stanziali e piano piano agricoltori e allevatori.
E crearono un’immagine : la Venere Steatopigia.

 

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In tutt’altra parte del mondo, a 10.000 km di distanza e molti millenni più tardi, altri uomini che vivevano di racolta di cibo non coltivato, di caccia e pesca nelle sterminate foreste dell’Amazonia, decisero di fermarsi. Prima si spostavano continuamente, vivevano in tende, erano nomadi.
Poi si stabilirino in un solo posto, costruirono capanne, coltivarono i campi, allevarono bestiame.
Da nomadi divennero stanziali e piano piano diventarono agricoltori e allevatori.
E crearono un’ immagine : la Venere Steatopigia.

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Gli Omagua, Indios dell’Amazonia, che mai avevano incontrato uomini bianchi, che non sapevano né leggere né scrivere, crearono in un preciso momento della loro storia esattamente la stessa immagine che altri uomini, migliaia di secoli prima e a migliaia di km di distanza avevano creato.

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La Dea Madre, la Venere Steatopigia. “Per steatopigìa si intende il carattere di spiccata lordosi lombare e la tendenza ad accumulare adipe sui glutei e sulle cosce.” (Wiki)

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La steatopigia è stata spesso riscontrata nelle icone femminili scolpite nel Paleolitico superiore e nel Neolitico, denominate per questo anche “Veneri Steatopigie”, dall’unione delle parole greche στέαρ / stéar (= grasso) e πυγή / pygḗ (= natica).

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Questa Venere Steotopigia degli Indios dell’Amazonia è una donna con la testa piatta, i seni evidenti, l’ombelico sporgente, la vulva ben aperta e soprattutto un enorme culo. Così esagerato questo culo da dare il nome alle scultura : Venere Steatopigia, Venere dal culo grosso.

 

‘Afrodite’ per i Greci, ‘Venere’ per i Latini, ma millenni prima ‘Dea Madre’, esempio di bellezza divina e soprattutto garanzia di fecondità : una donna che garantisce molti figli.

 

Ed ecco la meraviglia : nel momento in cui gli uomini in qualsiasi epoca della storia
e in qualsiasi parte dellaTerra passano da uno stile di vita (nomadismo) ad un diverso stile di vita  (residenza fissa e coltivazione della terra),
proprio in quel preciso momento che per ogni popolo
avviene a secoli di distanza e a migliaia di km di lontananza,
gli uomini producono la stessa immagine !

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Perché ? Non lo so.

Però so che questa donna bruttissima racconta una storia bellissima.

A 15.000 anni di distanza nel tempo,

a 10.000 km di distanza nello spazio,

gli uomini sono uguali. Sono sempre stati uguali. Siamo uguali.

 

 

 

 

 

 

commento

Questa scultura è stata raccolta presso gli Indios Omagua negli anni ‘50
dagli studiosi della “Sociedade Educativa e Literaria Brasileira” (oggi FUNAI)

Il FUNAI (Fundação Nacional dos Povos Indígenas) è un’organizzazione scientifica molto seria :
si dedicava in quegli anni alla protezione degli Indios amazonici e gantisce l’autenticità
e la provenienza di ogni oggetto. Ho avuto questa scultura dal Funai a Rio nel Giugno 1973
insieme a questa loro scheda tecnica:

 

Nome da peca : idolo benfazejo feminino
Material : cobre puro
Altura : cm 14
Tribo : Omàgoa      Ramo linguistico : Tupi
Localidade : alto rio Solimoes-fronteira Brasil-Perù
Area cultural indigena brasileira : Primier
Adquirida em 1900

Os Omagoas foram, além de excelentes ceramistas, òtimos artistas
em trabahar o cobre, o ouro e a prata.
A presente peca representa una mulher fòra do comun, con poderes sobre naturas.

 

Nome della scultura: idolo benefico femminile
Materiale: rame puro
Altezza : cm 14
Tribù: Omàgoa       Ramo linguistico: Tupi
Ubicazione: confine superiore del fiume Solimoes-Brasile-Perù
Area culturale indigena brasiliana: “I”
Acquisita per la prima volta nel 1900.

Gli Omagoa oltre ad essere ottimi ceramisti, erano creativi artisti
nella lavorazione del rame, dell’oro e dell’argento.
Questa scultura rappresenta una donna straordinaria, con poteri soprannaturali.

 

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