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Per un errore Colombo ha scoperto l’America.
Per un errore io ho scoperto Giovanna.
Per un errore questo Leone di San Marco è unico al mondo.

Da anni sono innamorato di una piccola scultura
che rappresenta il Leone di San Marco investito da una potente raffica di vento. E’ tutto scapigliato, scarmigliato.

Guarda la criniera di questo Leone :

 

criniera

 

il vento l’ha spinta tutta indietro e gli arriva quasi alla coda.

 

Guarda l’ala destra del Leone :

ala-rovesciata

 

il vento gliel’ha addirittura rovesciata : è capovolta all’indietro, come quando in barca a vela fai una strambata esagerata.

 

Questo Leone però se ne sta lì, impavido, con le zampe saldamente piantate sul tavolato del ponte di comando :

 

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Non è il solito Leone di san Marco.
Ce ne sono mille altri a Venezia, ma nessuno è uguale a questo.
E’ una figura mitica, mai vista e sempre immaginata.

Forse è addirittura un errore di fusione : benedetto errore.

Il Caso ha creato un’immagine che nessun uomo avrebbe mai immaginato.

 

Errori a volte hanno provocato meravigliosi risultati.
Colombo credeva di avere il Giappone a 3000 miglia da dove salpava.
Gli bastava continuare un poco oltre e sarebbe arrivato via mare, evitando la lunghissima e pericolosssima via terra, alle Indie con il loro tesoro di spezie.
Invece il Giappone non era a 3.000 miglia di distanza, ma a 12.000 e in mezzo c’era un continente di cui nessuno sospettava l’esistenza.

Per un errore Colombo scoperse l’America e per un errore io scopersi Giovanna.

Il 14 Dicembre 1962, a Milano in Piazza Beccaria, davanti al teatro Gerolamo ho visto per la prima volta Giovanna.

 

insegna

 

Avevo 8 posti – 4 in un palco e 4 poltrone al teatro Gerolamo per uno spettacolo di canzoni milanesi : “Milanin Milanon” :

 

poster

 

Invito tutti gli amici che trovo, ne sistemo quattro in platea, quattro nel palco
e mi ritrovo senza un posto insieme a una ragazza mai vista prima.
Timidissima, aveva dato la precedenza a tutti gli altri e siccome io avevo sbagliato i conti era rimasta come me senza un posto.

 

loggione

 

Vedemmo tutto lo spettacolo dal loggione per tre ore in piedi, uno vicino all’altra, quasi senza parlarci. Non ci conoscevamo. Eravamo insieme per errore.

E da quella sera, da 62 anni, tra poco 63, per quell’errore, siamo ancora insieme.

Non ci saremmo conosciuti e non ci saremmo amati se io – come Colombo – non avessi commesso un errore.

 

Lo stesso errore che rende questo Leone unico al mondo. E che lo rende così importante per me : è l’immagine dell’errore più  importante di tutta la mia vita. Meraviglioso errore di calcolo : 8 posti, ma 10 spettatori. Due rimangono in piedi. Vicini per 3 ore poi per tutta la vita.

 

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Questo Leone che affronta il mare in tempesta è il marinaio che da sempre ognuno di noi sogna di essere.

E’ Ulisse che incita i compagni, pur “vecchi e tardi”, ad abbandonare la propria casa, l’amore di moglie e figli e nipotini per navigare un oceano che nessun uomo ha mai affrontato. La sua nave vola sulle onde : “de’ remi facemmo ali al folle volo”.

E’ il Corsaro Nero sul suo veliero : abbandona in mezzo al mare l’unica donna che abbia mai amato. E’ solo sul ponte di comando. E piange.

E’ Achab sull’ultima scialuppa : nella balena bianca insegue e uccide se stesso, ma non molla mai.

 

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Fiero e indomito dominatori dei mari, questo Leone di San Marco è sul ponte di comando della sua nave nel cuore della tempesta.

Riafferma nei secoli il dominio di Venezia sul mare e l’amore dei Veneziani per il mare.

E riafferma soprattutto il mio amore per lui. Non ho mai potuto acquistarlo e ormai non lo avrò mai. Ma è vivo nel mio cuore e mi racconta la sua storia. Che è la mia storia.

 

 

 

 

 

 

 

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