Hai mai visto un orso esagitato ?
Io no.
Ho visto però una straordinaria invenzione figurativa che mi affascina e mi intriga.
Mi affascina perché ha un dinamismo contagioso : la guardi e ti viene voglia di danzare.
Mi intriga perché non riesco a credere che sia, come da scheda critica, “un orso esagitato”.
E allora mi dici tu che cosa è ?
Questa misteriosa coinvolgente figura è in mostra, insieme a decine di altri capolavori cinesi e romani, al Palazzo Reale di Milano nelle sale dedicate a “I due Imperi. L’aquila e il dragone”.
L’orso esagitato è un brano di questo stupendo mattone cavo, terracotta della dinastia degli Han Occidentali (202 aC – 9 dC).
Il mattone fu rinvenuto nel sito del palazzo del re di Nanyue a Canton (Guandong) ed è conservato nell’omonimo museo.
Io trovo straordinaria la figura dell’orso esagitato.
Anticipa di secoli la libertà espressiva e le invenzioni fantastiche delle miniature medievali e di Hieronymus Bosch e quelle nate da viaggi nei paradisi lisergici di artisti e registi della beat generation.
Però trovo difficile accettare la definizione di “orso esagitato”.
Sabrina Rastelli nella sua scheda critica suggerisce una interpretazione forse più accurata : non più un orso, ma un esorcista chiamato ad espellere dalla tomba influssi o spiriti negativi. L’esorcista indossava per questo rito una pelle d’orso e scacciava quindi gli spiriti maligni in virtù delle forze acquisite attraverso l’identificazione con l’animale prescelto.
Dunque : orso ? esorcista rivestito di pelle d’orso ?
E perché poi una figura così sfrenatamente fantastica intrecciata ad un toro così realistico da sembrare gemello dei bisonti di Altamira o del toro su cui un acrobata cretese preannuncia i forcados portoghesi ?
Visitando le grotte spagnole, Pablo Picasso disse : “Dopo Altamira, tutto è decadenza”.
Il che non vale invece per i capolavori delle dinastie Han.
A te, dolce amica o gentile amico che leggi, rivolgo questa domande : orso ? sciamano ? acrobata ? realismo fantastico o surrealismo ante litteram ?
Cosa è veramente e cosa rappresenta la “perla”di questa mostra ?
Chi sia invece il “pirla” del post precedente non c’è bisogno di chiederlo : sono ineluttabilmente io.